Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

L'UNITA' PUBBLICA UNA BUFALA E IACOPINO SI SCUSA CON VIRGINIA RAGGI

Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine dei giornalisti, sulla sua pagina Facebook interviene su "quanto fatto dall’Unità nei confronti di Virginia Raggi, candidata sindaco a Roma per il M5S", pubblicando un (falso) video di anni addietro nel quale la Raggi apparirebbe in una manifestazione del Pdl, al fianco di personaggi del partito e simpatizzanti. "L’idea del direttore dell’Unità che tutto è consentito, senza neanche avvertire il bisogno di chiedere scusa per un errore - scrive Jacopino - è una barbarie"...

20/04/2016 - Così scrive Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine dei giornalisti, sulla sua pagina Facebook: "Ho esitato, è evidente. Ma alla fine, pur consapevole che qualcuno si risentirà (uso un eufemismo), non sono riuscito a farmi una violenza capace di indurmi a tacere. Non riesco a pensare e agire in base alle convenienze. Quanto fatto dall’Unità nei confronti di Virginia Raggi, candidata sindaco a Roma per il M5S, non è informazione, ma una vergogna. Sia chiaro, gli incidenti, nel nostro mestiere accadono (un po’ troppo spesso, in verità).
Ma si dimostra di avere la schiena dritta anche scusandosi (in questo caso con la signora Raggi e con i lettori) e non arrampicandosi sulle specchi contribuendo a pregiudicare la nostra già precaria credibilità.
L’idea del direttore dell’Unità che tutto è consentito, senza neanche avvertire il bisogno di chiedere scusa per un errore, perché “la comunicazione social punta molto sulla quantità e sulla velocità” può perfino essere vera, ma resta una barbarie, aggravata dalla considerazione che “il web ha modificato profondamente il giornalismo, sui siti e sui social gira di tutto”.
Il web, semmai, ha cambiato la comunicazione o, se proprio si vuole estremizzare, l’informazione. Il giornalismo è (o dovrebbe essere) ben altra cosa: noi, i giornalisti, dovremmo tutti, proprio tutti, essere i garanti dei lettori, dovremmo essere la certificazione docg delle notizie. Altro che social e stridore di unghie sugli specchi. Beh, non lo fanno loro: chiedo io scusa alla signora Raggi.
P.S.: so che qualcuno si scatenerà e proverà a “farmela pagare”. Si metta in coda, con pazienza: la fila è molto lunga.

Quindi, in un commento, lo stesso Iacopino aggiunge: "So che Virginia Raggi mi ha ringraziato dai microfoni di Agorà. È stata gentile e ancor di più di avermi offerto la possibilità, quando mi ha telefonato, di rinnovarle a voce le mie scuse".

E Francesco Ricci, di seguito: "Intanto la ringrazio, presidente, per la presa di posizione. Le chiedo: ma l'Ordine dei giornalisti non può proprio fare niente nei confronti di tutti quegli iscritti che invece di fare informazione utilizzano il proprio ruolo di giornalista a scopo propagandistico/politico, tentando di gettare discredito contro l'avversario? (Perchè è questo che fanno quelli de L'Unità). Io potrei anche capirlo se lo fa un politico, pur non giustificandolo. Ma se lo fa una persona che si ritiene "giornalista", con tanto di tesserino, allora non posso più accettarlo."

Ed Enzo Iacopino: "Ripeto, questa non è la buca delle lettere. Rimuoverò ogni commento che esula dalla materia specifica del post appena me ne accorgo. A chi chiede provvedimenti disciplinari posso fare notare che è accaduto appena ier l'altro. Immagino che l'Odg regionale attiverà il relativo consiglio di disciplina che gode di autonomia per legge".

Giovanni Franchini: "Gentile Iacopino se questi comportamenti si ripetono sempre più diffusi, al punto che lei si sente in dovere di chiedere scusa invece di annunciare i provvedimenti disciplinari in arrivo, vuol dire solo una cosa: che detti provvedimenti - se mai saranno presi - sono risibili. Forse invece di chiedere scusa dovrebbe parlare di questo".


Vincenzo Iacopino detto Enzo (Reggio Calabria, 23 ottobre 1948) dal 2010 è presidente dell'Ordine dei giornalisti. Dal 1994 al 2006 è stato a capo dell'Associazione Stampa Parlamentare, rieletto per quattro mandati. Dal 2001 sino al 2010 è membro del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, partecipando dal 2004 al 2007 alla commissione ricorsi. Nel 2007 è stato eletto segretario dell'Ordine dei Giornalisti, e dal 2010 ne è presidente.[5] Nel 2013 è rieletto presidente dell'ordine.

Nel dicembre 2015 ha denunciato l'"emergenza democratica" relativa allo sfruttamento economico dei giornalisti in Italia, chiedendo al premier Matteo Renzi di non dare contributi pubblici ai gruppi editoriali che non pagano dignitosamente i giornalisti. Ha affermato che l'Ordine dei giornalisti è l'unico ad opporsi alla politica della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), e chiesto una legge che obblighi gli editori a documentare le retribuzioni dei dipendenti per poter accedere ai contributi pubblici.

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