Stop ai cellulari nelle scuole: la circolare del ministro Valditara sull’uso degli smartphone

Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione – A.S.2024 -2025 18/06/2025 - Circolare Ministro Valditara – Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione.  Si comunica che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, sarà vietato l’utilizzo dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche.  Si prega pertanto di prendere visione della   nota prot. 5274 dell’11/07/2024   a firma del Ministro Prof. Giuseppe Valditara. Stop ai cellulari  nelle scuole, Gilistro (M5S Ars): “La circolare Valditara conferma che ci avevamo visto  giusto ”. Legge siciliana approdata in questi giorni alle Camere. Ora pressing a Roma”. PALERMO, 18/06/2025.   “La circolare del ministro  dell'Istruzione Valditara , che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole supe...

A 70 ANNI DALLA SCELTA REPUBBLICANA L’IMPORTANZA DELLA DECISIONE POPOLARE

L'Istituto di Cultura Politica per la Questione Siciliana – xQS considera la prossima ricorrenza del 2 giugno, festa della Repubblica, una delle festività più importanti per i cittadini d’Italia e anche di Sicilia.
Castellammare del Golfo, 31 maggio 2016 - Con la scelta compiuta con il voto referendario nel lontano 1946, giusto 70 anni fa, gli uomini e le donne d’Italia scelsero di porre fine alla monarchia sabauda che aveva permesso e favorito l’ascesa del regime fascista. Fu questa scelta che aprì la strada ad una nuova forma Stato, rinnovata ed aperta finalmente alle istanze democratiche, autonomiste e federali. L'Istituto di Cultura Politica per la Questione Siciliana – xQS invita, dunque, i Siciliani e tutti i sinceri democratici a non dimenticare o sottovalutare il valore di quel referendum e delle scelte istituzionali che ne derivarono; scelte che hanno avuto ed hanno, ancor oggi, ricadute sulla vita politica, civile e sociale di noi tutti.
Certo la Repubblica, come tutte le costruzioni umane, non ha ancora pienamente soddisfatto tutte le attese che tanti riponevano e ripongono su di essa, eppure, è e resta, a ben vedere, la migliore, più compiuta costruzione pistituzionale nella pur lunga storia di questa Penisola.

Ecco perché da Socialisti e Federalisti consideriamo questo settantesimo anniversario un evento da festeggiare che non può e non deve passare sotto silenzio. La nostra Costituzione, il sistema delle Autonomie regionali e locali devono la loro stessa esistenza, come sistema, a questa prima fondamentale scelta istituzionale. Dobbiamo tutti quanti essere, quindi, grati a coloro che questa scelta maturarono elettoralmente. Ricordando questi fatti permetteteci, da socialisti, di rivolgere un pensiero ad uno dei
più importanti “attori” politici che caratterizzarono la nascita della Repubblica: Giuseppe Romita. Socialista, fiero antifascista fu colui che nei non facili frangenti del referendum ricoprì, con raro equilibrio, il delicatissimo ruolo di Ministro degli Interni, guidando la transizione.

Amiamo ricordare l’uomo, il politico, il compagno e vogliamo ricordare, ora e qui, la sua sincera amicizia per la Sicilia ed i Siciliani. Come dimenticare il ruolo fondamentale che egli ricoprì nel travagliato divenire della difficile genesi del “Pactum” tra Sicilia ed Italia che portò , sempre nel 1946, a quell’originale costruzione che fu ed è, unica e lungimirante, lo Statuto Speciale d’Autonomia Siciliano. Ribadiamo, dunque, il nostro invito ad onorare e festeggiare convintamente questa ricorrenza che non è esagerato definire “fondativa”per la nostra civile, comune convivenza.

Tutto ciò appare se è possibile ancora più importante oggi che da più parti si avanzano pericolosi tentativi di “modificare”e/o ridiscutere le fondamenta della nostra Costituzione democratica ed antifascista, e di conseguenza, qui in Sicilia, anche la stessa esistenza del nostro Statuto dato che è sempre più evidente che questi tentativi di “riforma” mirano, in concreto, a ricentralizzare le scelte politiche sottraendo ai cittadini spazio di decisione e di rappresentanza politica, chiudendo una stagione che fu, appunto, aperta il 2 giugno del 1946.

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