Rito della Luce: 21 e 22 giugno alla scoperta dell’Incanto dell’Invisibile pensato da Antonio Presti

TORNA IL RITO DELLA LUCE ALLA PIRAMIDE 38° PARALLELO E RINASCE IL NUOVO ATELIER SUL MARE ASTEROIDE20049 ANTONIOPRESTI A VILLA MARGI,  21 e 22 giugno alla scoperta dell’Incanto dell’Invisibile    Reitano (Me), 19/06/2025 - Il  Rito della Luce  pensato e voluto da  Antonio Presti  ritorna a Motta d’Affermo per l’apertura straordinaria della Piramide 38º Parallelo, opera monumentale simbolo della Fiumara d’arte. L’esperienza, gratuita e immersiva, consentirà ai visitatori di sperimentare il Rito della Luce, attraverso l’unico punto d’accesso alla Piramide. Si attraverserà un lungo cunicolo scuro, illuminato soltanto dalla luce che filtra dall’accesso. Poi il buio, lo stesso che Dante descrive  nel mezzo del cammin di nostra vita . Il visitatore procederà così a tentoni, potendo contare soltanto sui propri passi. Fino all’accesso alla Piramide, al solstizio d’estate, alla luce nuova che torna a indicare la strada.  Tra canti, danze e musiche, il ...

LUMIA RISPONDE AI CITTADINI DI TORTORICI: “È GUERRA, E GUERRA SIA!”

1 giugno 2016 - Quando si fanno i nomi dei boss mafiosi e lo si fa in piazza, davanti a tutta la comunità di Tortorici, è chiaro che la cosa può dare fastidio. Sicuramente dà fastidio a quella parte legata direttamente o indirettamente alla mafia, ma spesso dà fastidio anche a quanti pensano di avere una posizione neutra. Quest’ultimi sono spesso pronti a minimizzare o negare la presenza della mafia, ricorrendo a considerazioni tanto facili quanto pericolose del tipo “servono fatti e non parole” oppure “l’unica cosa necessaria è il lavoro” e via di questo passo.

Allora diciamo le cose come stanno. Intanto ribadisco i nomi dei boss: Sprio, Pruiti, Galati, Giordano, Bontempo Scavo, Mignacca, Batanesi, Conti Taguali, Costanzo, Foti Belligami e ancora quelli coinvolti nell’ultima operazione tra cui Antonio Foraci. Queste persone vanno isolate, al di là di come la si pensi sulla politica e su come condurre la stessa lotta alla mafia. Inoltre, e qua il chiarimento si fa ancora più esplicito, Giuseppe Antoci stava per essere ucciso non perché si facevano comunicati stampa o comizi, ma perché si era messo in campo un’antimafia dei fatti e delle azioni concrete. Per chi è sordo e fa finta di non capire riepiloghiamo: i terreni pubblici dati in concessione, e parliamo di centinaia di ettari, sono stati tolti ai boss che con una modica spesa di 30 euro di canone di affitto a ettaro ne guadagnavano fino a 3 mila, senza coltivare i terreni e dare un posto di lavoro. Guadagni che neanche i narcotrafficanti riescono ad ottenere.

Questi terreni devono essere destinati ai giovani, ai disoccupati, ai cittadini onesti per produrre lavoro e sviluppo. Più chiari e concreti di così non mi pare che si possa essere. Sarebbe, quindi, un peccato sprecare l’occasione di trasformare una strage quasi consumata in una grande mobilitazione unitaria, utilizzando argomentazioni strumentali usate ad arte per svilire un’azione antimafia in grado di mettere ai margini i boss. Chi lavora con le nuove generazioni sa che il giustificazionismo è devastante e fa solo del male, soprattutto se ha anche delle finalità politiche locali.

Adesso, lo stesso lavoro fatto sui terreni lo faremo sul ciclo delle carni, per fare in modo che gli allevatori onesti non siano più sottoposti al giogo di operatori sanitari disonesti o di commercianti e boss altrettanto rapaci. Anche questa sarà una risposta concreta per creare lavoro sano e sviluppo sostenibile. Insomma, potrei continuare parlando di fatti concreti che abbiamo promosso proprio a Tortorici, ma non è il caso poiché non intendo strumentalizzare questa lotta per autopromuoverci. Al contrario vogliamo promuovere l’unità degli onesti al fine di isolare i boss mafiosi, rispetto ai quali non trovo tracce di condanna simili a quelle che abbiamo fatto con il presidente Crocetta e con il presidente Antoci, ovvero facendo i loro nomi e cognomi.

È guerra e guerra sia. Sappiamo che è un compito rischiosissimo e difficile. Sappiamo anche che la strada sarà irta di ostacoli e che saranno tanti i tentativi di buttare la palla in tribuna per distogliere l’attenzione dalla partita che stiamo giocando. Nessuno si può sottrarre al compito di dare il proprio contributo per liberare il territorio dalla mafia e restituire Tortorici e i Nebrodi alla loro vocazione di lavoro vero e di sviluppo nella legalità.

Giuseppe Lumia

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