Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

BANCHE GRANDI BECCATE AD AUMENTARE I COSTI DEI CLIENTI

01/10/2016 – Forse sbaglio io, banchiere di provincia che lavora in una piccola banca di credito cooperativo, una di quelle banche che, quando una BCC è in difficoltà, la sostiene concorrendo al fondo di risoluzione del proprio sistema senza avere un euro dalle altre banche (e, soprattutto, dai cittadini contribuenti), ma che –chissà perché– fa la sua parte nel pagare le crisi altrui. Forse sbaglio io a stupirmi dell’aumento nei costi dei conti correnti stabilito unilateralmente da alcuni grandi istituti di credito motivato con il rientro sui costi del “Fondo Nazionale di Risoluzione”. Forse sbaglio io, perché loro aumentano i costi; per un po’ i media ne parleranno e poi tutto riprenderà come prima.

Forse sbaglio io, che ho scelto la filosofia di una banca veramente cooperativa, che con il territorio non ha mai perso il contatto e che della mia banca è il vero azionista. È quindi al territorio che risponde la mia banca e, se prendessimo una decisione di questo tipo, non leggeremmo semplicemente sulla stampa locale qualche articolo: avremmo agli sportelli delle nostre filiali i correntisti e –temo- riceverei anch’io diverse mail o telefonate. Se la responsabilità è –come giusto– di chi decide, la decisione dei grandi istituti piove da altezze irraggiungibili; nel nostro caso è a portata di mano, delle famiglie, come delle imprese. Non si scappa: la nostra faccia, i correntisti e i soci l’hanno ben presente. Fermo restando la libertà di una scelta come l’aumento dei costi dei cc, la banca che decide questa mossa sa che la clientela più interessante non farà le valigie.

Ma forse sbaglio io a non comprendere quella logica che è regola in tante grandi banche: il profitto sempre e comunque. Perché da quello dipendono il posto e gli incentivi dell’alto management. E cosa volete che siano 25 euro in più all’anno per il cc? Sarà un caso che gli scandali di cui leggiamo nelle ultime settimane (per tacere dei mutui subprime, che appartengono ormai alla storia) e che portano alle maxi multe come quella richiesta dalla FED per Deutsche Bank vedano sempre i grandi sul banco degli imputati? Per me no, perché certi comportamenti non sono il frutto di schegge impazzite, ma di un modus operandi che non capisco e non voglio capire. Forse sbaglio?

Luca Barni

Direttore generale BCC Busto Garolfo e Buguggiate

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