Codice della Strada: una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi

CODICE STRADA. ANNALISA CORRADO (SEGRETERIA NAZIONALE PD E MEP S&D): “ENNESIMO DISASTRO DEL GOVERNO, NORMA REPRESSIVA E IDEOLOGICA FATTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”  Roma, 20 novembre 2024 - "L’approvazione del Codice della Strada non è che l’ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD e MEP S&D, Commissione ENVI. La riforma, a lungo sbandierata dal Governo Meloni, ha ricevuto oggi l’approvazione in Senato. Tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni ambientaliste e per la mobi

MIGRANTI CASTELL'UMBERTO: E’ POSSIBILE, PER RAGIONI POLITICHE, APPARIRE RAZZISTI INCALLITI E NON ESSERLO?

La vicenda dei migranti minori, che ha fatto balzare agli onori della cronaca nazionale il territorio dei Nebrodi, a dir poco lascia perplessi. Il segretario e referente d'ambito della Cisl Nebrodi Basilio Caruso commenta la vicenda dei migranti 'indesiderati' a Castell'Umberto. Il sindaco Lionetto Civa i9ntanto sulla sua pagina Fb ringrazia i molti 'commentatori' e precisa: "Vorrei poter rispondere personalmente a ciascuno dei commenti e dei messaggi ricevuti. Ringrazio tutti per il sostegno, per le proposte e i suggerimenti. Mi dissocio dai commenti violenti e xenofobi che non rispecchiano né lo spirito dell'iniziativa né il mio personale sentire. Invito a non diffondere notizie e informazioni false, lesive dell'immagine dell'Istituzione che rappresento e della comunità di Castell'Umberto".

Sant’Agata Militello, 16 luglio 2017 - Da una lettura dei fatti, appare sempre con maggiore evidenza che si cavalca la tigre del dissenso, spesso generato da una scarsa conoscenza dei fatti e dei numeri, che può riguardare il cittadino comune e non chi, ad ogni livello, ricopre cariche istituzionali, che dovrebbe avere adeguata competenza. Serve a poco celarsi dietro il retorico “si all’accoglienza, ma…”. Il “ma…” serve semplicemente a nascondere il vero fine delle proteste, che sono razziste e mirano a cercare facile consenso e visibilità.

La riflessione che va fatta, insieme a qualche interrogativo che bisogna porsi, è la seguente: siamo di fronte ad un fatto straordinario, la cui eccezionalità a dire il vero dura da tempo e, probabilmente durerà ancora tanto. Nel caso di specie, ci sono 50 minori che non hanno una dimora. Che cosa dovrebbe fare lo Stato, lasciarli in mezzo alla strada, o, ancora peggio, in mezzo al mare? Dovrebbe rispedirli a casa loro, come dice qualche persona che sconosce le regole più elementari del diritto internazionale, secondo le quali nessuna nazione può “inviare” con iniziative unilaterali, persone nei presunti paesi di provenienza (ammesso che essi siano identificabili)?

E’ legale compiere atti contro la legge, compresa una velata istigazione all’odio razziale, specie se si ricopre una carica istituzionale? E’ educativo, da parte di chi dovrebbe essere da esempio nei confronti delle comunità amministrate, assumere posizioni di protesta contro altri organi dello Stato?

E poi c’è l’aspetto umanitario, che in una società civile e solidale, dovrebbe superare anche la legge. E’ possibile privilegiare la ricerca del consenso, facendo leva alla pancia della gente, senza provare una briciola di compassione verso persone che non hanno lo stesso colore della pelle, ma che, indipendentemente dall’essere migranti economici o politici (ricordiamo che si tratta di minorenni e quindi quasi sempre migranti economici), per raggiungere il nostro Paese hanno subito violenze, torture, stress psicologici fortissimi, ma che hanno sangue come il nostro, stessi sentimenti, stesso cuore?

E’ possibile, per ragioni politiche, apparire razzisti incalliti, mentre poi, magari nella realtà si potrebbe anche non essere tali?

Fino a questo momento, purtroppo, l’unico soggetto che ha dimostrato con i fatti, mettendo a disposizione, senza “se”, e senza “ma”, un edificio pubblico per fare dimorare un gruppo di disperati, è stato il Sindaco di Milazzo, al quale va tutta la riconoscenza della CISL. Dall’altro lato vediamo una coalizione eterogenea alla ricerca di consenso, che si aggrega a sostegno delle posizioni chiaramente razziste. Poi ci sono altri ancora che preferiscono non “sporcarsi le mani” e si vedono la scena stando alla finestra.

Se esistono problemi nei rapporti interistituzionali, essi vanno sollevati e risolti in separata sede, ma non è accettabile che per trovare soluzioni in tal senso, si utilizzino quei poveri sventurati, che hanno solo il torto di essere nati in nazioni governate da predoni, che scappano da un contesto nel quale ogni giorno subiscono persecuzioni, soffrono la fame, le malattie non curate, l’assenza di istruzione. Bambini che nascono adulti, perché privati perfino del diritto all’infanzia.

Rivolgiamo un appello a coloro che hanno senso delle istituzioni e sensibilità anche umana, a seguire l’esempio del Sindaco di Milazzo, per dimostrare con i fatti che i nostri paesi non meritano di essere qualificati come razzisti, ma devono caratterizzarsi per ospitalità e umanità nei confronti degli ultimi, persone fatte di carne e ossa, che come noi soffrono il freddo, il caldo, la fame, la sete, il dolore esattamente come ogni altro cittadino del mondo.

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