Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

POVERI IN ITALIA: NON SI È RIUSCITI A FARE NULLA, SOPRATTUTTO PER I MINORI

Il commento del Segretario Generale della Fondazione Banco Alimentare. "Purtroppo anche quest’anno i dati Istat dimostrano - afferma Marco Lucchini - che non si è riusciti a fare nulla per far diminuire il numero dei poveri in Italia, che continuano ad essere troppi, soprattutto tra i minori. Si tratta di persone che non riescono a raggiungere uno standard di vita minimamente accettabile e legato ad un'alimentazione adeguata, una situazione abitativa decente e ad altre spese basilari come quelle per la salute"

13/07/2017 - La povertà deve diventare centrale, anche e soprattutto per i cristiani. Papa Francesco scrive: “se vogliamo incontrare realmente Cristo, è necessario che ne tocchiamo il corpo in quello piagato dei poveri, come riscontro della comunione sacramentale ricevuta nell’Eucaristia”. Francesco mette in luce che “se desideriamo offrire il nostro contributo efficace per il cambiamento della storia, generando vero sviluppo, è necessario che ascoltiamo il grido dei poveri e ci impegniamo a sollevarli dalla loro condizione di emarginazione. Nello stesso tempo, ai poveri che vivono nelle nostre città e nelle nostre comunità ricordo di non perdere il senso della povertà evangelica che portano impresso nella loro vita”.

C'è una "ricchezza sfacciata che si accumula nelle mani di pochi privilegiati". E allora il Papa scrive che la povertà “ci interpella ogni giorno con i suoi mille volti segnati dal dolore, dall’emarginazione, dal sopruso, dalla violenza, dalle torture e dalla prigionia, dalla guerra, dalla privazione della libertà e della dignità, dall’ignoranza e dall’analfabetismo, dall’emergenza sanitaria e dalla mancanza di lavoro, dalle tratte e dalle schiavitù, dall’esilio e dalla miseria, dalla migrazione forzata. La povertà ha il volto di donne, di uomini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpestati dalle logiche perverse del potere e del denaro”.

Ed ancora: bisogna reagire "alla povertà che inibisce lo spirito di iniziativa di tanti giovani, impedendo loro di trovare un lavoro; alla povertà che anestetizza il senso di responsabilità inducendo a preferire la delega e la ricerca di favoritismi; alla povertà che avvelena i pozzi della partecipazione e restringe gli spazi della professionalità umiliando così il merito di chi lavora e produce; a tutto questo occorre rispondere con una nuova visione della vita e della società". E’ questo uno scenario, di fronte al quale non si può “restare inerti e tanto meno rassegnati”.
Il Papa quindi annuncia la Giornata Mondiale dei Poveri per il 19 novembre 2017.
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Nel 2016 si stima siano un milione e 619mila le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila individui. Ma la povertà aumenta al Centro e soprattutto è in crescita tra le famiglie più giovani. Gli anziani stanno meglio come indice di povertà assoluta. Un dato che rispecchia alla perfezione l'alto livello di disoccupazione giovanile e i più bassi salari. E se una famiglia ha più di tre figli la povertà aumenta.

Lo comunica l'Istat nel rapporto sulla povertà in italia nel 2016. Rispetto al 2015 si rileva una sostanziale stabilità della povertà assoluta in termini sia di famiglie sia di individui. L'incidenza di povertà assoluta per le famiglie è pari al 6,3%, in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli individui, l'incidenza di povertà assoluta si porta al 7,9% con una variazione statisticamente non significativa rispetto al 2015 (quando era 7,6%). Nel 2016 l'incidenza della povertà assoluta sale al 26,8% dal 18,3% del 2015 tra le famiglie con tre o più figli minori, coinvolgendo nell'ultimo anno 137mila 771 famiglie e 814mila 402 individui; aumenta anche fra i minori, da 10,9% a 12,5% (1 milione e 292mila nel 2016).

Il Centro. Sia in termini di famiglie (5,9% da 4,2% del 2015) sia di individui (7,3% da 5,6%), a causa soprattutto del peggioramento registrato nei comuni fino a 50mila abitanti al di fuori delle aree metropolitane (6,4% da 3,3% dell'anno precedente) è al centro che aumenta la povertà.

Vecchi e giovani. Persiste, a partire dal 2012, la relazione inversa tra incidenza di povertà assoluta e età della persona di riferimento (aumenta la prima al diminuire della seconda). Il valore minimo, pari a 3,9%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (10,4%).

Titolo di studio. Come negli anni precedenti l'incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: 8,2% se ha al massimo la licenza elementare; 4,0% se è almeno diplomata. La posizione professionale della persona di riferimento incide molto sulla diffusione della povertà assoluta. Per le famiglie la cui persona di riferimento è un operaio, l'incidenza della povertà assoluta è doppia (12,6%) rispetto a quella delle famiglie nel complesso (6,3%), confermando quanto registrato negli anni precedenti.Rimane, invece, piuttosto contenuta tra le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,5%) e ritirata dal lavoro (3,7%).

Il commento del Segretario Generale della Fondazione Banco Alimentare. "Purtroppo anche quest’anno i dati Istat dimostrano - afferma Marco Lucchini - che non si è riusciti a fare nulla per far diminuire il numero dei poveri in Italia, che continuano ad essere troppi, soprattutto tra i minori. Si tratta di persone che non riescono a raggiungere uno standard di vita minimamente accettabile e legato ad un'alimentazione adeguata, una situazione abitativa decente e ad altre spese basilari come quelle per la salute. È necessario quindi accelerare i tempi d’attuazione delle misure decise dal Governo perché il contributo di Banco Alimentare con oltre 66.000 tonnellate di cibo distribuite e il lavoro giornaliero delle 8.000 strutture caritative con noi convenzionate è riuscito ad arginare la crescita del fenomeno, ma solo una collaborazione concreta e politiche di contrasto forti, sociali e del lavoro, in un'alleanza fattiva tra attori pubblici e privati, potrà far diminuire il numero di indigenti permettendo a queste persone di avere una speranza per ricominciare."

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