Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

UNICREDIT & C., INGANNATI GRAVEMENTE I CLIENTI, ACQUIRENTI DI DIAMANTI DA INVESTIMENTO

Nel caso di specie sussiste la circostanza aggravante della recidiva, in quanto UniCredit risulta già destinataria di altri provvedimenti adottati dall’Autorità in applicazione delle disposizioni del Codice del Consumo in
materia di pratiche commerciali scorrette. Si ritiene pertanto congruo aumentare l’importo della sanzione amministrativa pecuniaria. Alla luce di quanto precede, si ritiene, pertanto, congruo determinare l’importo della sanzione amministrativa pecuniaria applicabile alla società UniCredit per la pratica commerciale di cui al punto II, sub A), nella misura di 4.000.000 € (quattromilioni di euro).

Diamanti da investimento: consumatori ingannati, multate imprese venditrici Idb e Dpi e banche Unicredit, Intesa, Mps, Bbpm per oltre 15 mln
Roma, 30 ottobre 2017 - A conclusione di due istruttorie, l’Autorità ha ritenuto gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti da investimento da parte di Intermarket Diamond Business – IDB S.p.A. (IDB) e Diamond Private Investment – DPI S.p.A. (DPI), anche attraverso gli istituti di credito con i quali rispettivamente operavano: Unicredit e Banco BPM (per IDB); Intesa Sanpaolo e Banca Monte dei Paschi di Siena (per DPI).

I profili di scorrettezza riscontrati per entrambe le società hanno riguardato le informazioni ingannevoli e omissive diffuse attraverso il sito e il materiale promozionale dalle stesse predisposto in merito: a) al prezzo di vendita dei diamanti, presentato come quotazione di mercato, frutto di una rilevazione oggettiva pubblicata sui principali giornali economici; b) all’andamento del mercato dei diamanti, rappresentato in stabile e costante crescita; c) all’agevole liquidabilità e rivendibilità dei diamanti alle quotazioni indicate e con una tempistica certa; e d) alla qualifica dei professionisti come leader di mercato.

In realtà, alla luce delle risultanze istruttorie è emerso che le quotazioni di mercato erano i prezzi di vendita liberamente determinati dai professionisti in misura ampiamente superiore al costo di acquisto della pietra e ai benchmark internazionali di riferimento (Rapaport e IDEX); l’andamento delle quotazioni era l’andamento del prezzo di vendita delle imprese annualmente e progressivamente aumentato dai venditori; e le prospettive di liquidabilità e rivendibilità erano unicamente legate alla possibilità che il professionista trovasse altri consumatori all’interno del proprio circuito.

L’Autorità ha, inoltre, accertato che gli istituti di credito, principale canale di vendita dei diamanti per entrambe le imprese, utilizzando il materiale informativo predisposto da IDB e DPI, proponevano l’investimento a una specifica fascia della propria clientela interessata all’acquisto dei diamanti come un bene rifugio e a diversificare i propri investimenti.
Secondo l’Autorità il fatto che l’investimento fosse proposto da parte del personale bancario e la presenza del personale bancario agli incontri tra i due professionisti e i clienti, forniva ampia credibilità alle informazioni contenute nel materiale promozionale delle due società, determinando molti consumatori all’acquisto senza effettuare ulteriori accertamenti.

L’Autorità ha, inoltre, accertato la violazione da parte di IDB e DPI dei diritti dei consumatori nei contratti in merito al diritto di recesso e, per IDB, anche al foro competente in caso di controversie.

Le sanzioni irrogate sono state: in un caso, pari complessivamente a 9,35 milioni (2 milioni per IDB; 4 milioni per Unicredit; 3,35 milioni per Banco BPM); nell’altro caso, pari complessivamente a 6 milioni (1 milione per DPI; 3 milioni per Banca Intesa; 2 milioni per MPS).

Nel corso dell’istruttoria sono stati svolti accertamenti ispettivi con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza e sono state fornite informazioni utili all’accertamento della pratica da parte della CONSOB.
Hanno partecipato al procedimento le associazioni Altroconsumo, originaria segnalante, Movimento Difesa del Cittadino e Codacons.
UniCredit S.p.A. (in seguito, anche solo “Unicredit”), in qualità di
professionista, ai sensi del Codice del Consumo. La società, a capo di uno
dei principali gruppi finanziari europei, esercita l’attività di banca
commerciale nell’offerta di servizi bancari, finanziari e assicurativi e ha
realizzato nel 2016 un fatturato pari a circa: (a) 39,4 miliardi di euro,
applicando in via analogica i criteri utilizzati in materia di comunicazione
delle concentrazioni nel settore bancario di cui all’articolo 16, comma 2,
della legge n. 287/90; (b) [10-20]∗ miliardi di euro, seguendo quanto
previsto per la determinazione del fatturato degli enti creditizi e degli altri
istituti finanziari dall’articolo 5, par. 3, del Regolamento n. 139/2004/CE
sulle concentrazioni.
Tenendo conto delle dimensioni economiche del professionista e della gravità e della durata della descritta pratica per come sopra delineate, si ritiene congruo determinare l’importo della sanzione amministrativa pecuniaria applicabile alla società UniCredit per la pratica commerciale scorretta di cui alla lettera A) del punto II, nella misura di 4.000.000 € (quattromilioni di euro).

http://www.agcm.it/stampa/comunicati/8980-ps10677-ps10678-diamanti-da-investimento-consumatori-ingannati,-multate-imprese-venditrici-idb-e-dpi-e-banche-unicredit,-intesa,-mps,-bbpm-per-oltre-15-mln.html

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