Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

DROGA. SGOMINATA ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE PER TRAFFICO DI STUPEFACENTI, TRA SICILIA, NORD ITALIA E GERMANIA

Dalle prime luci dell’alba, circa 200 Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo, nelle province di Roma e Latina, una misura cautelare emessa dal Tribunale capitolino su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 28 soggetti, tutti indiziati di appartenere a un’articolata associazione per delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con base operativa nel quartiere di San Lorenzo.

Roma, 18 gennaio 2018 -I provvedimenti in esecuzione scaturiscono da una minuziosa attività investigativa, protrattasi per oltre un anno e condotta dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Roma – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata – anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali nonché servizi dinamici sul territorio, all’esito dei quali è stata accertata l’operatività, nella Capitale, di due sodalizi, i cui membri si sono resi responsabili di gravi condotte di narcotraffico.
Le indagini hanno avuto origine dalla nota operazione “ DRUSO - EXTRA FINES ” che, il 4 ottobre scorso, ha portato all’arresto – nel Lazio, in Sicilia, in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna e in Germania – di 37 appartenenti ad un clan gelese, oltre al sequestro di beni e società per circa 11 milioni di euro.

In quel contesto, i militari del G.I.C.O. di Roma avevano rilevato l’esistenza di contatti tra il noto boss di “ Cosa nostra ”, S. R., e un pluri - pregiudicato romano, M. P. (classe ‘ 60), relativi a comuni affari illeciti nel settore del traffico di droga.
Le investigazioni avviate sul conto di quest’ultimo, gravato da numerosi precedenti specifici, hanno evidenziato come egli si collocasse al vertice di un autonomo contesto delinquenziale, sistematicamente dedito al commercio di ingenti partite di stupefacenti, per lo più cocaina e marijuana.

Coadiuvato dal fidato collaboratore B. R. (classe ‘ 62, anch’egli gravato da numerosi precedenti di polizia), “magazziniere” delle partite di droga e “ cassiere ” del gruppo, il P. ha operato al centro di una fitta rete di collegamenti criminali che lo hanno visto relazionarsi, di volta in volta, per finalità connesse al reperimento dello stupefacente, con altre consorterie operanti nella Capitale, in primis con i “ gruppi” facenti capo a G. L. R. (cl asse ‘ 59, pluripregiudicato ) e a N. C. (cl asse ’ 90 , incensurato).

Peraltro, il P. aveva costituito, presso la propria abitazione nel quartiere di San Lorenzo, nota zona della movida romana, un vero e proprio “supermarket” della droga, aperto 24 ore su 24, in cui era possibile acquistare qualunque tipo di sostanza stupefacente, anche consumandol a direttamente, al riparo da occhi indiscreti e, soprattutto, da eventuali controlli delle forze dell’ordine.
Le indagini permettevano, poi , l’individuazione di un ulteriore sodalizio criminale, in contatto con la consorteria riferibile a P. allo scopo di rifornirsi da quest’ultima di droga, da smerciare in tutta la Regione.

Il vertice di questa associazione per delinquere è risultato essere il pregiudicato G. A. ( cl asse ‘ 60 ), il quale, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica residenziale in provincia di Roma, continuava a gestire, attraverso il suo alter ego A. C. (cl asse ‘ 80), un florido traffico di cocaina e marijuana.

I Finanzieri hanno scoperto che l’A. aveva reinvestito i proventi d elle sue attività illecite nell’acquisizione, di fatto, di due società di capitali operanti nel settore del noleggio di autovetture di lusso, le cui cariche societarie e amministrative erano state formalmente attribuite a due “ prestanome ” allo scopo di eludere le disposizioni di legge in tema di misure di prevenzione patrimoniale.
Conseguentemente, il G.I.P. presso il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro preventivo del capitale sociale e del compendio aziendale delle due imprese, per un valore di circa 600.000 euro.

Oltre alle misure cautelari oggi in esecuzione – per 20 soggetti in carcere e per i restanti 8 agli arresti domiciliari – nel corso delle indagini le Fiamme Gialle avevano arrestato altre 3 persone in flagranza di reato e sequestrato circa 5,5 chilogrammi di cocaina e 6 chilogrammi di marijuana.

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