Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

MAFIA, LUMIA (PD): PROTOCOLLO ANTOCI, GRAVISSIME LE PAROLE DEL VICESINDACO DI MISTRETTA

Roma, 31 gennaio 2018 – “Trovo gravissime le considerazioni espresse pubblicamente dal vice sindaco del Comune di Mistretta sul Protocollo Antoci. Bisogna sempre stigmatizzare quegli interventi tesi a mettere in discussione provvedimenti antimafia efficaci, come quello promosso dal Presidente del Parco dei Nebrodi”. Così il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commenta il discorso del vice sindaco di Mistretta, Vincenzo Oieni, tenuto nella sala consiliare del Comune di Nicosia il 29 gennaio scorso.

“Il Protocollo Antoci – aggiunge – è una risorsa per tutti gli allevatori e gli operatori onesti, che vogliono liberarsi realmente della presenza mafiosa. Uno strumento che ho voluto nel nuovo Codice antimafia approvato dal Parlamento nel settembre del 2017. Gli allevatori e gli operatori economici onesti, ripeto, non hanno nulla da temere perché non criminalizza e non crea ostacoli di nessun tipo”.

“La 'mafia dei terreni' – continua – è la principale piaga da combattere, perché non fatica e non suda, non lavora e non produce, ma specula e succhia il sangue all’economia sana, tagliando le gambe ai tanti giovani che vorrebbero lavorare nel settore dell’agricoltura”.

“La stessa presenza del reparto speciale dei Cacciatori dei Carabinieri – conclude – ci fa capire quanto le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine siano impegnate per estirpare la malapianta mafiosa”.


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