Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

“ZAMPALESTA” E “BOLLARI: MEMORIE DALLO JONIO” AL TEATRO DEI 3 MESTIERI

“Zampalesta” e “Bollari: memorie dallo jonio”. Il nuovo anno del Teatro dei 3 Mestieri inizia con due appuntamenti da non perdere. E’ un fine settimana intenso per il Teatro dei 3 Mestieri di Messina che apre il 2018 con due appuntamenti da non perdere: Venerdì 12 gennaio ore 18.30 torna il del Teatro Ragazzi con Zampalesta u cane tempesta, di e con Angelo Gallo e la regia di Gaspare Nasuto.

Messina, 10/01/2018 – Lo spettacolo presentato all’interno della XXV edizione del “Festival Internazionale del Teatro” a Porto Sant’Elpidio ha vinto il premio Otello Sarzi 2014.
Questo spettacolo di burattini tradizionali calabresi nasce dalla collaborazione artistica di Angelo Gallo con Gaspare Nasuto, burattinaio napoletano che dal 1989 ricerca per pulcinella nuove strade drammaturgiche di gusto contemporaneo. Angelo Gallo tenta con questo progetto di far entrare la Calabria nella mappa internazionale delle regioni con la tradizione autentica dei burattini ancora attiva. Prova a far ripartire l’arte dei burattini tradizionali fatti nel modo antico, attraverso la costruzione dei burattini intagliati nel legno dallo stesso burattinaio, la recitazione rigorosamente dal vivo e il movimento dei piccoli attori di legno.

Tutto questo fa dello spettacolo una piccola perla per un pubblico di tutte le età.

In un piccolo paese della calda Calabria, un cane lupo ridotto in catene dal suo padrone, scappa seminando il panico in tutta la comunità. Zampalesta incontra gli archetipi che hanno caratterizzato la terra calabra, in un susseguirsi di scene divertenti scopriremo che Zampalesta è il simbolo della paura verso la diversità o mostruosità degli animali. Sarà proprio il colpo di scena finale che ridarà il giusto equilibrio alla storia. Quando il pubblico capirà che le “buone maniere” non sono ridurre alla catena un uomo o un animale ma è l’insegnamento del rispetto per sé, per gli altri e per la natura.

Sabato 13 gennaio alle ore 21:00 e domenica 14 gennaio alle ore 19.00 per la stagione Teatrale “Con nuovi occhi” è in programma Bollari. Memorie dallo jonio di e con Carlo Gallo, con la collaborazione artistica di Peppino Mazzotta.
Lo Spettacolo, prodotto dal Teatro della Maruca è stato selezionato al Festival Primavera Dei Teatri 2015.

Bollari: memorie dallo Jonio racconta di chi, tra i gozzi e i pescherecci, tramanda ancora il sapere. Sono gli Aedi dell’ultimo secolo, dal volto scavato, stanco di rughe, ma hanno il dono di raccontare per sintesi, usando catene di immagini suggestive che non possono essere lette singolarmente, poiché acquistano senso solo nel complesso fatto di gesti, ritmi, ripetizioni. Un patrimonio “letterario” a rischio d’estinzione, che Gallo recupera e offre agli spettatori nello sprazzo magico di una Calabria ancora troppo sconosciuta, ma forse per questo ancor più bella.

Presentazione:

Sulle coste desolate del Mar Jonio, immersi nel silenzio tra i colori della macchia Mediterranea, è divenuto sempre più raro assistere a quel miracolo che avveniva tra i pescatori e il mare, un fenomeno che veniva indicato col il termine “Bollari”.
Una parola antica tradotta nel suono gutturale dei pescatori per annunciare l’avvistamento dei tonni a largo delle coste, un urlo di gioia a cui seguivano lanci e fragori di bombe in mare, una pratica illegale diffusa tra i pescatori dello Jonio al fine di ricavare più pesce possibile in poco tempo e sopperire ai lamenti dello stomaco. Lo spettacolo narra la contesa di mare tra due anziani pescatori e le vicissitudini di quella che fu la “Cecella”, il miglior peschereccio dello Jonio, negli anni del fascismo fino alle porte della seconda guerra mondiale. Tratto da racconti orali di anziani calabresi, “Bollari” è una storia di mare che si chiude sopra il deserto dei valori di un mondo travolto dal regime e dalla guerra.

La recitazione è scandita dalla respirazione e dalla gestualità ricercata, dalla musicalità di una lingua, arcaica, poetica e comprensibile a tutti di fronte alla quale è impossibile non farsi travolgere e affascinare. Come sottofondo il rumore languido della spuma del mare, quel mare di gioie e di dolori, su cui si riversano la fame e la miseria del tempo. Quel mare su cui i personaggi rinnovano il proprio spirito e battono i remi – forse – alla conquista della propria libertà. Una narrazione misteriosa e suggestiva come fiabe d’altri tempi, in una lingua che inventa se stessa nel dipanarsi degli eventi, dove tutto si traduce in parola.
Bollari è un suono della Calabria, è un grido d’amore.

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