Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

ISOLE EOLIE: UN CAMPO DI 200 CAMINI VULCANICI IN FONDO NEL FONDALE DI PANAREA

Individuato, intorno all’Isola di Panarea, un sito idrotermale con oltre 200 camini vulcanici. A scoprirlo, un team di ricercatori del Cnr, Ispra e Ingv, in collaborazione con Marina Militare e Università di Messina e di Genova. Lo studio è stato pubblicato su Plos One

Roma, 8 febbraio 2018 - Si chiama smoking land, il sito idrotermale, con oltre 200 camini vulcanici, scoperto nel fondale marino tra l’isola vulcanica di Panarea e l’isolotto di Basiluzzo, nell’arcipelago eoliano, da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr), Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in collaborazione con la Marina Militare, Università di Messina e di Genova e l’Istituto per l’ambiente marino costiero (Iamc-Cnr). Lo studio, dal titolo Exceptional discovery of a shallow-water hydrothermal site in the SW area of Basiluzzo islet (Aeolian Archipelago, South Tyrrhenian Sea): an environment to preserve), e pubblicato su Plos One, fornisce nuove e importanti informazioni sulle caratteristiche minero-geochimiche e biologiche dei sistemi idrotermali superficiali del mar Mediterraneo.

“Lo Smoking Land”, afferma Federico Spagnoli, ricercatore Ismar-Cnr, “è costituito da decine di strutture a forma di cono, composte soprattutto da ossidi di ferro, che presentano un’altezza variabile da 1 a 4 m e una base con diametro medio di circa 3.8 m. Alcune di queste bocche emettono fluidi acidi, ricchi di gas, in prevalenza di anidride carbonica”. Una struttura così estesa e complessa non trova eguali in Mediterraneo ma solo in alcune aree oceaniche.
La scoperta, frutto di un’intuizione di Giovanni Bortoluzzi (oceanografo Ismar-Cnr, recentemente scomparso), nasce a seguito di una serie di indagini dell’Ingv volte a capire la natura di una improvvisa e forte attività esalativa che nel novembre 2002 ha iniziato a manifestarsi copiosamente tra gli isolotti di Panarea. Da quel momento, numerose sono state le campagne oceanografiche a bordo delle navi Astrea dell’Ispra ed Urania del Cnr e di unità della Marina Militare, per studiare l’area interessata e individuare altre zone di degassamento.

“Fino a quando nel 2015, durante una di queste campagne alle Isole Eolie, a bordo della nave Astrea”, spiega Teresa Romeo, primo ricercatore dell’Ispra, “il Rov (Remotely operated underwater vehicle un robot filoguidato dotato di una videocamera, una fotocamera e un braccetto meccanico) non ha individuato, in una zona del fondale a sud dell’isolotto di Basiluzzo poi chiamata Smoking Land, numerosi camini fortemente colonizzati da alghe e organismi bentonici, alcuni dei quali con evidenti fuoriuscite di fluidi idrotermali e bolle di gas”.

I primi dati raccolti hanno permesso ai ricercatori italiani di ipotizzare che lo 'Smoking Land' e le altre aree della zona, oggetto di rilascio di fluidi idrotermali e bolle di gas (gas venting), siano dovute a una risalita di gas idrotermali profondi che innescano una circolazione di acqua marina nel sottofondo, favorendo la risalita lungo vie preferenziali, in questo caso piani di faglia, e la fuoriuscita attraverso camini vulcanici e aree adiacenti o l’accumulo nel sottofondo per l’impermeabilizzazione del fondale marino.

“Non è escluso che la presenza di aree di fondale interessate da forte attività di degassamento possa portare a un nuovo rilascio di gas o a una situazione come quella del 2002”, riferisce Francesco Italiano, direttore della sezione di Palermo dell’Ingv. Da qui la necessità di nuovi studi per comprendere non solo la genesi del fenomeno ma anche l’evoluzione di tali strutture sottomarine, e di attivare un’attività di monitoraggio e sorveglianza continua dei fondali tra l’Isola di Panarea e l’isolotto di Basiluzzo.


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