Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

BRAMANTI RISPONDE ALLA LETTERA APERTA DELLA CISL: “DOBBIAMO RIPRENDERCI IL DIRITTO DI SOGNARE”

La risposta del candidato sindaco Dino Bramanti alla lettera aperta della CISL:

Messina, 29 maggio 2018 – "Ho letto con molta attenzione l’appello del segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese, del quale condivido pienamente sia i contenuti che l’invito ad evitare una campagna elettorale di urla e passerelle. Il richiamo alle parole di Don Sturzo deve essere per tutti noi che abbiamo deciso di impegnarci in prima persona, una bussola preziosa in uno dei periodi più difficili e drammatici per la nostra amata città. Il ripristino delle condizioni di vivibilità è a mio giudizio il punto di partenza per avviare quel necessario percorso di rilancio che porterà occupazione e sviluppo. Una città che si presenta sporca, senza decoro, abbandonata a sé stessa, è lo specchio di una comunità che ha smarrito la strada e la sua stessa identità. Soltanto tornando alle radici della nostra storia e della nostra vocazione e quindi recuperando forte la nostra identità potremo dare quelle risposte che soprattutto i nostri figli ci chiedono.

Ho più volte ribadito che dobbiamo abolire quelli che chiamo “i treni della speranza”, ma per farlo dobbiamo imparare ad intercettare tutte le risorse possibili sia a Palermo, che a Roma che in Europa, con progetti seri, credibili, innovativi. Un’amministrazione non crea posti di lavoro ma ha un compito insostituibile: riaccendere il motore dell’economia e delle imprese attraverso la messa in campo di servizi, supporti, politiche volte alla riqualificazione ed alla tutela e valorizzazione del territorio.

Dobbiamo riprenderci il diritto di sognare ed io immagino un lunghissimo water front da nord a sud, tale da poter finalmente essere all’altezza della vocazione turistica. Immagino una cittadella fieristica trasformata in polo dell’arte, della cultura, del turismo. I turisti non dobbiamo vederli solo quei pochi minuti che sbarcano dalle navi da crociera giusto il tempo di salire nei pullman verso la provincia. Ci sono meravigliosi siti culturali in tutta la città per non parlare dei villaggi. Ma per arrivare a questo dobbiamo iniziare dalla riqualificazione delle periferie, riportandole al centro della politica e non mi riferisco solo agli aspetti urbanistici, ma anche ai servizi, agli spazi verdi. Ho visto troppi parroci diventare gli unici veri assessori ai servizi sociali perché operano in prima linea, spesso in solitudine, contro ogni forma di povertà.

Ha ragione Tonino Genovese quando ci invita alle cose concrete piuttosto che a progetti faraonici destinati a restare sulla carta o nei dibattiti da campagna elettorale.

Io sto proponendo un Modello Messina che vede insieme la società civile ed i partiti senza cesure o contrapposizioni. La qualità della vita è il primo traguardo dal quale cominciare nuovi percorsi. So bene infine che il sindaco di Messina è, almeno fino a quando non interverranno altri fattori, il sindaco Metropolitano e se questo aumenta le responsabilità aumenta anche l’orgoglio di poter difendere un territorio troppo a lungo umiliato. In questo senso ho detto fino a pochi giorni fa al governatore Musumeci che mi batterò insieme a lui affinchè la continuità territoriale non sia una parola vuota o peggio una bandiera che tutti dimenticano finita la campagna elettorale. Dall’affermazione della continuità territoriale dipende il nostro futuro e quello dei nostri figli".

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