Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

ANTIGONE DI SOFOCLE AL TEATRO ANTICO DI TINDARI CON MASSIMO VENTURIELLO

Antigone di Sofocle arriva al Teatro Antico di Tindari il 13 agosto con un cast d’eccezione: Massimo Venturiello, che ne cura anche la regia, Giulia Sanna (Antigone), Ludovica Bove, Stefano De Santis, Francesco Patané, Carla Cassola, Andrea Monno, Franco Silvestri, Andrea Colangelo, Angelo Tanzi, Giuseppe Spezia.

12 ago 2018 - Dopo tanti secoli il conflitto tra Creonte e Antigone continua ad interrogare la coscienza degli uomini, opponendo alle ragioni e alla potenza dello Stato, quelle del cuore. E’ la grande forza politica del testo a renderlo sempre attuale: l’eterna lotta tra ribellione libertaria e potere tirannico, Pietas contro politica. E’ la rappresentazione della lotta mai arrivata a conclusione tra autorità e potere: un tema tuttora di costante attualità, purtroppo. Si pensi ai regimi totalitari in cui l’autorità è esercitata in maniera disumana. Accanto a questa tematica, un altro aspetto altrettanto significativo è quello del ruolo femminile nella società greca sintetizzato in una breve frase, più volte analizzata, pronunciata da Creonte: “L’uomo sarebbe lei e non io se restasse impunito questo gesto di forza”. In queste parole si coglie la concezione che la “Polis” ha della donna.

Spetta all’uomo e non alla donna difendere le proprie azioni, non spetta a lei difendere i propri punti di vista e contrapporsi alle regole della società. Al modello di donna ideale, incarnato perfettamente in sua sorella Ismene, Antigone si contrappone (moderna eroina) mostrando che non c’è nulla che può o deve impedire il proprio pensiero e sua sarà la vittoria finale quando, dopo la sua morte e quella di tutti i suoi cari, il tiranno Creonte, rimasto solo, si troverà ad avere paura e a rispecchiarsi nella sua meschina rigidità. Ma qui si apre un capitolo a parte: il tema della dissidenza, della sfida all’autorità costituita.

«L’Antigone – ha spiegato Massimo Venturiello - è uno degli spettacoli più rappresentati di sempre perché si basa sul contrasto tra la legge degli uomini e la morale. Questo eterno contrasto è quello che rende attuale l’opera assieme alla figura della donna rappresentata da Antigone che si ribella al potere e ne evidenzia il ruolo in contrapposizione alla figura dell’uomo».

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