Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE SGOMINATA A MESSINA, PROFESSIONISTI DELLA BANCAROTTA

Messina, 4 febbraio 2019 - I finanzieri del Comando Provinciale di Messina stanno procedendo all’esecuzione di 16 misure cautelari (2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 11 ordinanze di divieto temporaneo di esercitare attività professionali o imprenditoriali) ed al sequestro di beni del valore complessivo di circa 15 milioni di euro nei confronti dei membri di un’associazione per delinquere dedita alla commissione di reati di bancarotta, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, riciclaggio e auto-riciclaggio, falso ideologico in atto pubblico ed appropriazione indebita.
Il provvedimento, eseguito in data odierna a conclusione di una complessa indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Messina, è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina, Dott.ssa Maria VERMIGLIO.

Le indagini, hanno permesso di individuare un’associazione per delinquere con al vertice 2 avvocati di affari messinesi (L.C.A. e B.F.) ed un commercialista peloritano (P.B.) i quali, anche avvalendosi di fidati prestanome (O.O. e B.G.) predisponevano per la loro nutrita clientela, composta da imprenditori operanti su tutto il territorio nazionale, illeciti strumenti ed atti giuridici per effettuare, a favore di società riconducibili a questi ultimi, operazioni finanziarie e societarie tese ad occultare il loro patrimonio ai creditori ed al Fisco. Nel corso dell’attività investigativa sono state ricostruite numerose operazioni illecite effettuate, nel periodo che va dal 2014 al 2017, dai professionisti messinesi per conto di importanti gruppi imprenditoriali presenti in diverse regioni italiane.
Secondo un consolidato schema operativo i professionisti indagati provvedevano a svuotare rilevanti poste patrimoniali da diverse società in difficoltà trasferendoli in altre di nuova costituzione, lasciando gli ingenti debiti in capo alle società originarie.

Queste ultime, poi, venivano messe in liquidazione dagli amministratori, perlopiù individuati nei prestanome e, successivamente, chiuse nel più breve tempo possibile, all’insaputa dei creditori in modo da evitare che, nel termine di un anno, costoro potessero presentare istanza di fallimento. A margine dell’esecuzione delle misure cautelari personali è stato sottoposto a sequestro preventivo un patrimonio immobiliare e mobiliare, costituito da alberghi, aziende, terreni nonché quote societarie e somme di denaro per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro. L’operazione testimonia ulteriormente il costante impegno della Guardia di Finanza a tutela della sicurezza economico finanziaria, della libertà di concorrenza e dell’economia legale.

I sigilli sono scattati per un patrimonio immobiliare e mobiliare, costituito da alberghi, aziende, terreni nonché quote societarie e somme di denaro per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

Sono state ricostruite numerose operazioni illecite compiute tra il 2014 al 2017, dai professionisti messinesi per conto di importanti gruppi imprenditoriali presenti in diverse regioni italiane. Secondo un collaudato schema, i professionisti indagati provvedevano a svuotare rilevanti poste patrimoniali da diverse società in difficoltà trasferendoli in altre di nuova costituzione, lasciando gli ingenti debiti in capo alle società originarie. Queste ultime, poi, venivano messe in liquidazione dagli amministratori, per lo più individuati nei prestanome e, successivamente, chiuse nel più breve tempo possibile, all'insaputa dei creditori in modo da evitare che, nel termine di un anno, costoro potessero presentare istanza di fallimento.

Tra gli imprenditori coinvolti, tutti destinatari della misura interdittiva, una coppia di coniugi, uno già proprietario del Jolly Hotel di Messina, e la moglie, attualmente proprietari di due alberghi a Chianciano Terme, sottoposti a vincolo di sequestro; poi anche un altro imprenditore e il figlio, costruttori della provincia di Reggio Calabria; un imprenditore di Policoro con i due figli, attivi in diversi settori economici, insieme alla collaboratrice di Milazzo; un imprenditore e il figlio del settore alimentare della provincia di Reggio Calabria; un faccendiere di Milano.

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