Stop ai cellulari nelle scuole: la circolare del ministro Valditara sull’uso degli smartphone

Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione – A.S.2024 -2025 18/06/2025 - Circolare Ministro Valditara – Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione.  Si comunica che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, sarà vietato l’utilizzo dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche.  Si prega pertanto di prendere visione della   nota prot. 5274 dell’11/07/2024   a firma del Ministro Prof. Giuseppe Valditara. Stop ai cellulari  nelle scuole, Gilistro (M5S Ars): “La circolare Valditara conferma che ci avevamo visto  giusto ”. Legge siciliana approdata in questi giorni alle Camere. Ora pressing a Roma”. PALERMO, 18/06/2025.   “La circolare del ministro  dell'Istruzione Valditara , che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole supe...

ISTITUIRE COMMISSIONE ANTIMAFIA ANCHE IN PARLAMENTO EUROPEO

14 apr 2020 - "Ritengo che l'indignazione debba lasciare spazio alla riflessione, altrimenti si rischia di banalizzare il tema della diffusione della criminalità organizzata. Occorre un'analisi non superficiale. Posto, quindi, che associare l'Italia alle mafie quando si parla del sostegno economico dell'Europa al nostro Paese è quanto di più scorretto possa farsi, chiediamoci quale sia il ruolo dell'Italia e degli italiani nella lotta antimafia. Quale il ruolo di un Paese che non ha avuto paura di guardare in faccia le mafie, non le ha nascoste e le ha affrontate a viso aperto, dotandosi dell'ordinamento antimafia più avanzato in assoluto", lo scrive il deputato questore del MoVimento 5 Stelle Francesco D'Uva in una lettera al Fatto Quotidiano che prende spunto da quanto pubblicato nei giorni scorsi dal giornale tedesco Die Welt.

" 'Italia' - si legge in un altro passaggio - sono le vittime innocenti delle mafie, che ogni anno ricordiamo il 21 marzo. La nostra, semmai, è la Nazione dell'antimafia, dove alla coscienza popolare si unisce una precisa organizzazione statale, formata da magistrati e forze di polizia, e una legislazione all'avanguardia. Norme che prevedono, ad esempio, il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso, il sequestro e la confisca dei beni dalla provenienza ingiustificata come misura preventiva e il limite al contante per evitare il riciclaggio dei capitali sporchi".

"Ed è stata proprio l'assenza di una legislazione come la nostra a far sì che, da tempo, la criminalità organizzata abbia deciso di investire in Germania e in altri Paesi del Nord Europa. Paesi che dovrebbero dotarsi di modelli di contrasto analoghi a quelli italiani e intensificare la collaborazione a livello internazionale. In quest'ultimo senso, probabilmente un primo passo potrebbe essere l'assenso all'istituzione di una commissione Antimafia anche in seno al Parlamento europeo, chiesta da tempo e con urgenza", conclude D'Uva.

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