Stop ai cellulari nelle scuole: la circolare del ministro Valditara sull’uso degli smartphone

Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione – A.S.2024 -2025 18/06/2025 - Circolare Ministro Valditara – Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione.  Si comunica che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, sarà vietato l’utilizzo dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche.  Si prega pertanto di prendere visione della   nota prot. 5274 dell’11/07/2024   a firma del Ministro Prof. Giuseppe Valditara. Stop ai cellulari  nelle scuole, Gilistro (M5S Ars): “La circolare Valditara conferma che ci avevamo visto  giusto ”. Legge siciliana approdata in questi giorni alle Camere. Ora pressing a Roma”. PALERMO, 18/06/2025.   “La circolare del ministro  dell'Istruzione Valditara , che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole supe...

Politica matrigna: la percentuale più alta di disinteresse è nel Mezzogiorno (66,5%)

Non ci si informa di politica per sfiducia e mancanza di interesse. Oltre un quarto delle persone di 14 anni e più (27,6%) non si informa di politica attraverso le fonti tradizionali né attraverso il web: si tratta soprattutto di giovani (14-24 anni, oltre il 30%) e anziani (75 anni e più, 34% circa). Tra le donne le percentuali sono superiori (32,9% contro 21,9%) e il divario di genere tende ad aumentare con l’età.

24/06/2020 - Non si informa principalmente per disinteresse (64,9%), per sfiducia nel sistema politico (25,5%),perché considera la politica un argomento complicato (10% circa) o perché non ha tempo da dedicarvi (7%). Le differenze di genere non sono marcate: le donne sono relativamente più disinteressate e gli uomini più sfiduciati (Tavola 15 in allegato).
Il 52,5% di chi non si informa affatto di politica indica il disinteresse come unico motivo e il 17% la sfiducia nella politica (soltanto il 5% entrambi).

Tra coloro che non si informano, in alcun modo, di politica il disinteresse raggiunge il picco tra i giovani fino a 24 anni (oltre il 70%), per poi diminuire gradualmente con l’età, pur non scendendo mai sotto il 60%. La sfiducia nella politica, invece, tende ad aumentare con l’età, almeno fino ai 60 anni (con un picco del 33% circa tra i 55 e i 59 anni) e si riduce tra i più anziani (Figura 6).
La quota di chi non si informa affatto di politica aumenta al diminuire del titolo di studio: si passa dal 10,7% dei laureati al 43,7% di chi ha al massimo la licenza elementare. Le differenze di genere, invece, si riducono all’aumentare dei livelli di istruzione.
L’interesse per la politica è legato anche alla posizione nel mercato del lavoro:il disinteresse tocca il 10% tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti, il 13,8% tra quadri e impiegati e sale al 30,2% tra gli operai. Tra gli occupati si attestaal 20% circa e raggiunge il 36,6% tra i disoccupati.

In un’ottica tutta femminile il divario è importante tra casalinghe (il 41% non si informa mai di politica) e occupate (23,8%) e si mantiene costante a tutte le età.
La distanza dalla politica è molto maggiore nel Mezzogiorno,dove le persone di 14 anni e più che mai si informano di politica sonocirca il 36% del totale contro il 22% del Nord e il 25,6% del Centro. Fra le donne del Mezzogiorno, probabilmente anche per una maggiore marginalità nel mercato del lavoro,quasi il 44% non si informa di politica (meno del 30% fra gli uomini). Decisamente più basso il divario di genere al Nord (Tavola 16 in allegato).
La percentuale più alta di disinteressatisi registra nel Mezzogiorno (66,5%), quella più bassa al Centro Italia (61,6%) dove si rileva anche il più alto livello di sfiduciati (26,8%).
Rispetto al 2014la quota di chi non si informa affatto di politica risulta in decisa crescita, dal 22,6% al 27,6%. Tra i motivi di questa scelta aumentano in termini relativi le persone che indicano il disinteresse,dal 60,2% al 64,9% del 2019) mentre diminuiscono gli sfiduciati, dal 31,3% al 25,5%.

Distacco totale dalla vita politica per quasi un quarto dei cittadini
C’è una quota di popolazione che non si informa di politica né partecipa in forma diretta o indiretta alla vita politica del Paese, rinunciando così a una dimensione importante della cittadinanza. Si tratta di circa 12 milioni 200 mila individui, il 23,2% della popolazione di 14 anni e più, donne per quasi i due terzi (circa 7 milioni 700 mila; il 28,3% delle donne di 14 anni e più), gli uomini sono circa 4 milioni e 500 mila, il 17,7%.
I più lontani dalle varie forme di partecipazione politica sono i minori (il 46,6%) e gli anziani (il 30,3% delle persone di 75 anni e più, in particolare le donne: 38,7%).
Dal punto di vista territoriale, il distacco dalla vita politica è più rilevante nelle regioni del Mezzogiorno dove tre persone di 14 anni e più su dieci (30,6%, circa 5 milioni e 500 mila) non partecipano in alcun modo rispetto al 18,3% del Nord e al 21,6% del Centro Italia.

La partecipazione politica è direttamente proporzionale al titolo di studio: il 38,8% di chi ha al massimo la licenza elementare si mostra totalmente indifferente alla partecipazione politica rispetto al 17,1% dei diplomati e all’8,8% dei laureati. Inoltre, al crescere del titolo di studio si riducono notevolmente le differenze di genere .

L’assenza di partecipazione politica è legata alla dimensione lavorativa, riguarda il 16,6% degli occupati e il 30,7% dei disoccupati; tra le donne si osserva uno scarto analogo tra occupate (19,8%) e casalinghe (36,2%). Tra gli occupati, l’estraneità verso la dimensione politica è minima tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti (8,1%) e massima tra gli operai (24,7%).
Il distacco dalla vita politica del Paese coinvolge un numero crescente di persone - erano il 18,9% nel 2014 e sono il 23,2% nel 2019 - sia uomini che donne esenza distinzioni territoriali. Inoltre, pur riguardando soprattutto i più giovani, il fenomeno inizia a interessare anche le fasce più adulte della popolazione, tradizionalmente più impegnate politicamente


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