Stop ai cellulari nelle scuole: la circolare del ministro Valditara sull’uso degli smartphone

Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione – A.S.2024 -2025 18/06/2025 - Circolare Ministro Valditara – Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione.  Si comunica che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, sarà vietato l’utilizzo dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche.  Si prega pertanto di prendere visione della   nota prot. 5274 dell’11/07/2024   a firma del Ministro Prof. Giuseppe Valditara. Stop ai cellulari  nelle scuole, Gilistro (M5S Ars): “La circolare Valditara conferma che ci avevamo visto  giusto ”. Legge siciliana approdata in questi giorni alle Camere. Ora pressing a Roma”. PALERMO, 18/06/2025.   “La circolare del ministro  dell'Istruzione Valditara , che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole supe...

Letterina di Natale al premier Conte, da parte di un “bambino” di 65 anni


Letterina di Natale al premier da parte di un “bambino” di sessantacinque anni. Lei conosce la storia di Norman Zarcone? Be’, se non la conosce deleghi il suo ufficio stampa a cercare sue notizie


Palermo, 14 non 2020 - Carissimo Presidente Conte, sono un “bambino” di sessantacinque anni e torno a riscriverle per l’ennesima volta, sperando in un suo cortese cenno di risposta. Almeno stavolta. Almeno una supercazzola da maestrino elementare, come ha fatto con l’altro bambino che le ha scritto, temendo un lockdown per Babbo Natale. Lei conosce la storia di Norman Zarcone? Be’, se non la conosce deleghi il suo ufficio stampa a cercare notizie, da parte mia le ho già raccontato tutto a più riprese. A settembre, in una delle mie innumerevoli missive, le avevo lanciato un guanto di sfida: venga a Palermo, incontri i giovani, gli amici di Norman, i tanti che si sono stretti attorno al suo nome e al suo gesto lacerante. Venga a Palermo - le avevo chiesto - e affrontiamo un discorso equilibrato col Primo cittadino, il Presidente della Regione e l’assessore all’Istruzione. Ma lei forse, Presidente, non mi ha considerato abbastanza “bambino” per potermi rispondere. Eppure le garantisco che sono molto “bambino”, lo creda in apertura di credito. 

Da quando è morto mio figlio ho ripreso ad aver paura del buio, ho una strafottutissima paura di restare da solo, parlo con gli angeli (ma a volte bestemmio) e credo in Babbo Natale. Già. Spero che un giorno Babbo Natale mi porti sotto un albero natalizio ideale (perché da dieci anni non lo addobbo più) quella giustizia fin qui negata, quella verità sottaciuta, quell’ammissione di colpa da parte delle istituzioni nella gestione di un fenomeno dalla triste nomea: le baronie universitarie. Da dieci anni il Natale per me è un inferno; da dieci anni è la luce riflessa della morte e della solitudine; da dieci anni, il Natale, è una lama di ghiaccio che si conficca nelle mie carni; un bisturi chirurgico che fa a lacerti le mie viscere in una surreale autopsia mentre sono ancora in vita. Una vita meramente biologica, è chiaro, perché la mia vita affettiva, spirituale, sociale si è spenta quel 13 settembre del 2010. Se pensa che siano esagerazioni, lo chieda a Michele Vecchione, padre di Luigi (posso mettervi in contatto), il brillante ingegnere meccanico morto suicida (come Norman) dopo aver denunciato - inascoltato – brogli e intrallazzi. 

Dopo aver denunciato pubblicamente all’Autorità anticorruzione e alla polizia di Frosinone. Altra bella storia, vero? Parli con Michele Vecchione, se non vuole parlare con me. Vede quel bambino che dorme nella foto? È mio figlio Norman. Il mio sangue. Il corpo che non potrò più amare, abbracciare. Il corpo che per codardia non ho avuto la forza di riconoscere nei suoi troppi brandelli. Il regalo che non potrò più fare a Natale. Presidente, so già che il mio Babbo Natale non verrà. So già che il lasciapassare internazionale a lui non verrà concesso. Egli, il mio Babbo Natale, rimarrà in lockdown perché, come tuonava opportunamente Giordano Bruno, “è un’ingenuità chiedere al potere di riformare il potere”.

Buon Natale Presidente, ma si ricordi: ci vogliono più palle per sopravvivere a certe tragedie, che per addobbare un albero di Natale…

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