Cardiochirurgia pediatrica Bambin Gesù di Taormina è un’eccellenza da tutelare. L’incontro di oggi ci dà fiducia per l’esito positivo della vicenda, ovvero la permanenza del Centro all’Ospedale San Vincenzo e abbiamo ribadito come, secondo noi, sia fondamentale lasciarlo proprio lì per garantire la continuità assistenziale dei bambini, la tenuta occupazionale dei lavoratori e come garanzia per il mantenimento della struttura ospedaliera». A dirlo è il segretario generale d

Centro di Cardiochirurgia pediatrica di Taormina in VI Commissione Salute ARS. Alibrandi: «Eccellenza da tutelare e mantenere all’Ospedale San Vincenzo. Fondamentale inserirlo nella rete sanitaria regionale. Siamo fiduciosi perché non si può disperdere il suo patrimonio di professionalità ed umanità ma manteniamo alta l’attenzione».  Palermo, 18 giugno ’25 - «Il Centro di Cardiochirurgia pediatrica Bambin Gesù di Taormina è un’eccellenza da tutelare. L’incontro di oggi ci dà fiducia per l’esito positivo della vicenda, ovvero la permanenza del Centro all’Ospedale San Vincenzo e abbiamo ribadito come, secondo noi, sia fondamentale lasciarlo proprio lì per garantire la continuità assistenziale dei bambini, la tenuta occupazionale dei lavoratori e come garanzia per il mantenimento della struttura ospedaliera». A dirlo è il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, al termine della seduta della VI Commissione Sanità dell’Ars che ha affrontato il tema del CCPM di Taormi...

Gravi difficoltà motorie: lo svantaggio del Sud e delle Isole è particolarmente pronunciato

L’Indagine europea sulla salute (Ehis) i , condotta nel 2019, poco prima dell’irrompere della pandemia
da Covid-19, offre un quadro informativo ampio sulle condizioni di salute, rispetto al quale si può
valutare il rilevante impatto della crisi sanitaria sulla popolazione anziana. I risultati dell’indagine
documentano le criticità e i bisogni sanitari di questa fascia di popolazione, che conta oltre 13,7
milioni di persone, di cui la metà over75. Pronunciate le diseguaglianze per territorio 

14/07/2021 - Le persone con gravi difficoltà nelle funzioni di base sono più concentrate nelle regioni del Mezzogiorno (32,1%, quoziente standardizzato) rispetto al Centro (25,5%) e al Nord (22,9%). Lo svantaggio del Sud e delle Isole è particolarmente pronunciato per le difficoltà motorie, per le quali si registra un tasso standardizzato del 24,7% contro il 17,6% del Centro e il 15,8% del Nord. In particolare per le donne il valore supera il 30%, contro il 20% circa nel Centro e nel Nord. Le differenze territoriali rimangono invariate a distanza di cinque anni. Sono circa 3 milioni e 860mila gli anziani con gravi difficoltà nelle attività funzionali di base (il 28,4% della popolazione di 65 anni e più). 

Di essi, 2 milioni 833mila (20,9%) hanno gravi difficoltà nel camminare, salire o scendere le scale senza l’aiuto di una persona o il ricorso ad ausili, 1 milione 874mila (13,8%) riferiscono gravi difficoltà nell’udito o nella vista anche con l’uso di ausili, 1 milione e 113mila (8,2%) hanno gravi difficoltà nella memoria o nella concentrazione. Al crescere dell’età la quota di anziani con gravi difficoltà funzionali aumenta progressivamente: tra i 65-74enni è al 14,6%, raddoppia al 32,5% tra gli anziani di 75-84 anni e quadruplica tra gli ultra ottantacinquenni (63,8%). La quota di donne di 65 anni e più con gravi difficoltà funzionali supera quella degli uomini della stessa età in tutte le attività di base considerate. Nel camminare oppure salire o scendere le scale, le anziane mostrano maggiori difficoltà già a partire dai 65 anni (+3,4 punti percentuali rispetto agli uomini) fino a un gap di genere di quasi 20 punti dopo gli 85 anni (59,1% per le donne contro 40,2% per gli uomini). 

Fra le donne le maggiori difficoltà nel ricordare o nel concentrarsi si osservano dopo i 75 anni (16% contro 9,3% degli uomini). Sono più attenuate le differenze di genere per le difficoltà nella vista e nell’udito in tutte le fasce di età. Rispetto al 2015, eliminando l’effetto della diversa struttura per età, diminuiscono le quote di donne con gravi difficoltà nelle attività motorie (da 25,9% nel 2015 a 23,4% nel 2019) e sensoriali (da 15,3% a 13,0%) a fronte di una sostanziale stabilità per gli uomini. Si riduce per entrambi i sessi la quota di quanti riferiscono gravi difficoltà nella memoria o concentrazione (da 7,9% a 6,0% per gli uomini, da 11,1% a 8,7% per le donne).

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