Ristoratori palermitani indagati per estorsione potranno riavere le armi

Ristoratori palermitani indagati per estorsione potranno riavere le armi. Nel marzo 2022, militari dell’Arma dei Carabinieri, notificavano a due ristoratori palermitani un avviso di garanzia emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo, nell’ambito di un procedimento penale, poiché indagati in concorso per il reato di estorsione. 18/06/2025 - Al contempo, i medesimi militari provvedevano ad operare il ritiro cautelare delle armi e munizioni, regolarmente detenute e, successivamente, la Prefettura di Palermo, ritenendo di condividere la proposta formulata dall’Arma dei Carabinieri, che aveva evidenziato la asserita mancanza dei requisiti necessari a garantire l’affidabilità degli interessati, decretava il divieto di detenzione di armi e munizioni a carico degli imprenditori. Avverso i suddetti decreti prefettizi i ristoratori, assistiti dagli avv.ti Girolamo Rubino e Daniele Piazza, insorgevano innanzi al T.A.R. Sicilia – Palermo lamentando la violazione delle norme del T.U.L.P.S., ...

Covid: la Sicilia prima per contagi, buona Movida a tutti

La Sicilia prima regione d’Italia per contagi da Covid_19 e ricoveri. Avere consentito le riaperture ha consentito ai comparti dell’economia la cosiddetta ripartenza. Un «liberi tutti» per alcuni versi necessario che ha permesso alla politica di accontentare i comparti economici e le relative organizzazioni di tornare al lavoro e agli incassi, cosa legittima e auspicabile.

17/08/2021 - Ora che la Sicilia ha acquisito il primato per contagi da Covid_19 e ricoveri può dirsi realizzata per avere permesso le riaperture invocate da più parti, secondo le norme nazionali, consentendo ai comparti dell’economia di riprendere fiato: la cosiddetta ripartenza. Governo e Governanti hanno lanciato il tema del corrente e prossimo dibattito televisivo (il Green Pass), lasciando lo scenario aperto per i talk-show del prossimo autunno. Un «liberi tutti» che - evidentemente - bene non ha fatto alla Sicilia (né all’Italia), considerata l’impennata del contagio (i numeri del resto li danno loro, non li inventiamo noi), che avrà costi economici e sociali che dovremo affrontare. Un «liberi tutti» che ha permesso - però - alla politica di accontentare i comparti economici e le relative organizzazioni, di tornare al lavoro e agli incassi, cosa legittima e auspicabile. Ovviamente, la riapertura delle attività esonera i Governi dai ristori.

Ma le Feste? Che bisogno c’era di decretare il «liberi tutti» pure per Feste e Movide più o meno improvvisate? Che bisogno c’era di «garantirsi» l’impennata dei contagi con quegli assembramenti che secondo le stesse agenzie che gestiscono il Covid sono (certamente) occasione di contagio? Senza distanziamento, senza mascherine, quando già sappiamo che la «zona Gialla» prevede proprio l’uso delle mascherine anche all’aperto? Feste e Movide svoltesi sotto gli occhi di tutti, pure sotto gli occhi di chi avrebbe dovuto impedirle, senza che siano state interrotte. Eppure gli assembramenti autorizzati, come spesso le lotte sindacali, le manifestazioni di piazza di lavoratori, vengono caratterizzati da manganellate e fumogeni.
 
Sono ormai quelli gli assembramenti che non piacciono alla politica? E pure per andare a mensa si fa obbligo a chi lavora del Green Pass. Lo stesso non vale per partecipare alle movide non autorizzate: nessun Green Pass. Eppure la Movida riguarda e coinvolge maggiormente i giovani, gli studenti, coloro che andrebbero particolarmente salvaguardati nell'imminenza del ritorno alle lezioni (in presenza).
Sono quelli dei lavoratori gli assembramenti che non piacciono alla politica? 
Se così fosse - allora - buona Movida a tutti!

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