Stop ai cellulari nelle scuole: la circolare del ministro Valditara sull’uso degli smartphone

Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione – A.S.2024 -2025 18/06/2025 - Circolare Ministro Valditara – Disposizioni in merito all’uso degli smartphone e del registro elettronico nel primo ciclo di istruzione.  Si comunica che, a partire dall’anno scolastico 2024/2025, sarà vietato l’utilizzo dei cellulari nelle classi delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, anche per le attività educative e didattiche.  Si prega pertanto di prendere visione della   nota prot. 5274 dell’11/07/2024   a firma del Ministro Prof. Giuseppe Valditara. Stop ai cellulari  nelle scuole, Gilistro (M5S Ars): “La circolare Valditara conferma che ci avevamo visto  giusto ”. Legge siciliana approdata in questi giorni alle Camere. Ora pressing a Roma”. PALERMO, 18/06/2025.   “La circolare del ministro  dell'Istruzione Valditara , che stoppa dal prossimo settembre i cellulari anche nelle scuole supe...

Lavoro e occupazione: male l'occupazione, il Mezzogiorno registra il calo più contenuto

Istat. Nel secondo trimestre 2021 l’occupazione torna a crescere (+523 mila rispetto al secondo trimestre 2020, +2,3%), dopo cinque trimestri di progressivo calo, in un contesto di generale riattivazione del mercato del lavoro. All’aumento del numero di occupati si associa, infatti, quello dei disoccupati (+514 mila) e la forte riduzione degli inattivi di 15-64 anni (-1 milione 253 mila), intensamente cresciuti a seguito dell’emergenza sanitaria con la chiusura di molte attività e la limitazione negli spostamenti. 

13 sett 2021 - La ripresa occupazionale osservata rispetto al secondo trimestre 2020 – che ha rappresentato il picco negativo (1,2 milioni di occupati in meno nel secondo trimestre 2020 rispetto allo stesso trimestre del 2019) – ha coinvolto di più coloro che per primi avevano subito gli effetti della pandemia: occupati nei servizi e lavoratori a termine, con maggiori ripercussioni per giovani, donne e stranieri. L’occupazione rimane tuttavia ancora inferiore ai livelli pre-pandemia, con 678 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019 (Figura 1); in particolare, le donne occupate sono 370 mila in meno (-3,7% rispetto a -2,3% degli uomini) e il tasso di occupazione femminile, al 49,3%, è ancora inferiore di 1,4 punti (-1 punto, al 67,1%, per gli uomini). La crescita dell’occupazione giovanile nel secondo trimestre 2021 è stata particolarmente sostenuta, ma non è riuscita a compensare il forte calo del 2020: tra i 15-34enni gli occupati sono ancora 199 mila in meno rispetto al secondo trimestre 2019 (-3,8%). 

Se si osservano i tassi, al fine di tener conto anche della dinamica della popolazione, si conferma la crescita occupazionale più marcata per i 15-34enni (dal 38,1% del secondo 2020 al 40,8% del secondo 2021) e i 35-49enni  nonostante il numero di occupati sia ancora inferiore a quello del secondo trimestre 2019 di oltre mezzo milione (-5,7%)  mostrano un tasso di occupazione non troppo distante da quello pre-crisi (73,4% rispetto a 74,2%); infine anche tra i 50-64enni il tasso di occupazione (60,1%) è ancora di 1,2 punti inferiore al livello del 2019, sebbene il numero di occupati sia addirittura superiore (+66 mila, +0,8%). 

In confronto al periodo precedente l’inizio della pandemia, nel Nord il livello di occupazione è ancora inferiore di 336 mila unità (-2,7% rispetto al secondo trimestre 2019), nel Centro di 162 mila (-3,2%) e nel Mezzogiorno di 180 mila (-2,9%). In termini di tasso, tuttavia, per effetto della diversa dinamica della popolazione residente in età lavorativa nelle tre ripartizioni, è la condizione del Mezzogiorno ad apparire migliore, registrando il calo più contenuto nel 2020 e la crescita più marcata nel secondo 2021: il livello dell’indicatore, 44,8%, è di 0,5 punti inferiore a quello del secondo trimestre 2019, a fronte di una distanza di 1,7 punti nel Nord (dove è comunque al 66,5%) e di 1,5 punti nel Centro (62,5%). | 18 

La ripresa occupazionale tra gli stranieri, particolarmente intensa (+4,4% occupati rispetto a +2,1% degli italiani), ha prodotto solo un parziale recupero di quanto perso nel 2020: il gap con il secondo trimestre 2019 in termini di occupati rimane decisamente più ampio di quello degli italiani (-7,7% rispetto a -2,3%). Il tasso di occupazione conferma il deciso peggioramento della condizione degli stranieri; si attesta infatti al 57,3%, un valore di ben 4 punti percentuali al di sotto di quello del periodo pre-crisi e inferiore di 1 punto a quello degli italiani, per i quali la distanza con il tasso del secondo trimestre 2019 si riduce a -0,8 punti. L’aumento dell’occupazione che caratterizza il secondo trimestre 2021 riguarda esclusivamente il lavoro dipendente a tempo determinato, il più colpito all’inizio della pandemia; l’incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti risale al 16,8%, dopo aver toccato il 14% nel secondo 2020 (era il 17,2% nel secondo trimestre 2019). Il numero di dipendenti a tempo determinato è tuttavia ancora inferiore a quello del 2019 di 129 mila unità (-4,1%). 

I dipendenti a tempo indeterminato diminuiscono anche nel secondo trimestre 2021, seppur lievemente, registrando rispetto al 2019 un calo di 202 mila unità (-1,3%). Continuano a diminuire i lavoratori autonomi senza dipendenti che mostrano il gap più consistente con il periodo pre-crisi (- 273 mila rispetto al secondo trimestre 2019, -6,9%), immediatamente seguiti dagli autonomi con dipendenti il cui numero, nonostante la leggerissima ripresa nel secondo trimestre 2021, è ancora di 74 mila unità inferiore a quello del secondo trimestre 2019 (-5,3%).

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