SICILIANI SENZA BANCHE A RISCHIO
I SERVIZI FINANZIARI. I nuovi dati First Cisl elaborati dalla Fondazione Fiba
confermano il costante disimpegno delle banche dall’isola. Il
19 per cento dei comuni siciliani non ha più sportelli.
Significativi i disagi per cittadini e imprese. Fabrizio Greco,
segretario generale First Cisl Sicilia: “gli istituti di credito
tengano fede alla costituzione ricordandosi del loro ruolo
sociale”
14/11/2023 - Non si arresta il fenomeno della chiusura degli sportelli bancari. Al 30 settembre scorso il trend resta negativo
come conferma il report First Cisl elaborato dalla Fondazione Fiba su dati Banca d’Italia, Istat ed Eurostat. Dalla nuova
rilevazione si apprende che nei primi 9 mesi del 2023 sono stati chiusi altri 635 sportelli. Sono adesso quasi 4,3milioni gli
italiani che risiedono in comuni mancanti di servizi bancari. Cresciuto anche il numero di cittadini che possono contare
su di una sola filiale, oggi sono ben 6milioni. Soffrono l’assenza di assistenza pure le imprese: solo salite di 18mila unità
raggiungendo il ragguardevole e complessivo numero di 250mila.
In Sicilia le cose non vanno meglio, ai vari deficit economici, sanitari, infrastrutturali si aggiungono quelli
finanziari. I dati First Cisl sono incontrovertibili: il 19% del territorio siciliano è stato colpito da desertificazione bancaria.
In regione sono adesso 353mila le persone che vivono in comuni senza filiali bancarie cui vanno a sommarsi altri
465mila residenti che hanno a disposizione appena uno sportello bancario. Diminuiti anche i servizi per le imprese. Negli
ultimi 12 mesi altre 2.200 sono rimaste prive di filiali bancarie elevando il totale a 18mila.
Altre 25mila aziende temono di
trovarsi presto sprovviste di punti operativi considerato che operano in territori serviti da una sola agenzia.
Per gli istituti di credito, che decidono di chiudere, non sembra contare la popolazione residente perché l’azione
di disimpegno non si concede pause lasciando intere comunità senza banche. E’ il caso di Aci San Sant’Antonio o Santa
Flavia. Non stanno meglio città popolose come Aci Catena o Tremestieri Etneo che possono contare sulla presenza di
appena un’agenzia. Eloquente l’Ipd First Cisl (indicatore provinciale di desertificazione) che, tra le province più
desertificate, vede Messina ed Enna seguite da Palermo e Agrigento.
Stanno meglio Ragusa e Siracusa. La Sicilia è
comunque quart’ultima nella speciale classifica abitanti/sportelli che sono 23 disponibili per ogni 100mila abitanti.
Quart’ultimo posto anche per l’utilizzo dei sistemi digitali. Sono 33 i siciliani su 100 che utilizzano internet banking.
"Per contrastare un fenomeno che ha gravi ricadute sociali – interviene il segretario generale First Cisl Sicilia,
Fabrizio Greco – il governo inserisce nella legge di bilancio la possibilità di prelievo dai Pos degli esercizi commerciali
nei piccoli comuni.
Come ha osservato il nostro segretario generale Riccardo Colombani francamente non ci sembra la
strada giusta perché comporta rischi di legalità da valutare attentamente. Peraltro, pure le associazioni di categoria dei
commercianti hanno manifestato la loro contrarietà rifiutando l’idea che possano diventare bancomat. Il servizio bancario
è fondamentale soprattutto in una regione come la Sicilia, caratterizzata da alta presenza di anziani e da aziende che
fronteggiano mille difficoltà logistiche. E’ utile pensare piuttosto ad una serie d'incentivi economici a vantaggio delle
territorialità.
Il ruolo sociale delle banche è in costituzione. Come First Cisl ribadiamo la necessità di Osservatori regionali
sull’attività bancaria”.
Palermo, 14 Novembre 2023
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