Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

«La piccatura» la canzone di Rosa Balistreri nel film 'girato' in miniera

«La peccatrice» è un film del 1975 diretto da Pier Ludovico Pavoni, ambientato nella Sicilia del 1950: la giovane e bellissima Debrha, arrivata in paese con il marito Turi, viene accolta dalle donne del paese. Ma presto la sua fama precipita e sarà considerata una strega.
Il "Turco", padrone delle solfare, potente signorotto del luogo, cui piacciono le belle donne (e ne fa quello che vuole), arde di desiderio per Debrha.
Pure il figlio del Turco, Michelino, s'innamora di Debrha che verrà lapidata dalle donne del paese.
Le riprese in esterni furono girate in Sicilia: cattedrale di Piazza Armerina (Enna); parco minerario di Floristella-Grottacalda nel comune di Valguarnera Caropepe; Libertinia, frazione del comune di Ramacca nella città metropolitana di Catania.

LA PICCATURA

All’alba si nni va lu surfatàru
si ‘nchiudi ‘ntra lu pettu da minera
è chinu di sudura finu a sira
travagghia, la so vita è sempri ddà.

Ma cu l’aspetta non ci ‘mporta nenti
pirchì li jorna so li passa chini
cu dd’omu ca lu sangu a li mischini
ci tira jornu e notti e sempri cchiù.

E batti, batti batti surfataru
ca lu pani è troppu amaru
e lu ventri da minera
ti po’ dari chistu cca.

E batti batti batti surfataru
ca lu scrusciu t’accumpagna
poi cancella li to peni
finu a quannu, quannu?

Su’ l’occhi di ‘na bedda piccatura
ca levanu la paci a la minera
li fimmini ci fannu la sintenza:
cunnanna a morti, si voli accussì.

Poi la svintura scinni ‘nto paisi
lu ventu è lamintusu ‘nto passari
adduma l’oliu, abbruscianu li casi
la morti ridi e poi giustizia fa.

E batti, batti batti surfataru
ca lu pani è troppu amaru
e lu ventri da minera
ti po’ dari chistu cca.

E batti batti batti surfataru
ca lu scrusciu t’accumpagna
poi cancella li to peni
fino a quannu, quannu?

… li fimmimi ci fannu la sintenza
la morti grida e poi giustizia fa.


LA PECCATRICE
 
All’alba se ne va lo zolfataro,
si chiude dentro il petto della miniera,
è pieno di sudore fino a sera,
lavora, la sua vita è sempre là.

Ma a chi l’aspetta non importa niente
perché i giorni suoi li passa pieni,
con quell’uomo che il sangue ai ‘meschini’
succhia giorno e notte e sempre più.

E batti, batti, batti zolfataro
che il pane è troppo amaro
e il ventre della miniera
ti può dare questo qua.

E batti, batti, batti zolfataro
che il rumore ti accompagna,
poi cancella le tue pene,
fino a quando, quando?

Son gli occhi di una bella peccatrice
che levano la pace nella miniera,
le donne poi le fanno la sentenza:
condanna a morte, si vuole così.

Poi la sventura scende nel paese,
il vento è lamentoso nel passare,
si infiamma l’olio, bruciano le case,
la morte ride e poi giustizia fa.

E batti, batti, batti zolfataro
ché il pane è troppo amaro
e il ventre della miniera
ti può dare questo qua.

E batti, batti, batti zolfataro
che il rumore ti accompagna,
poi cancella le tue pene,
fino a quando, quando? 

… le donne poi le fanno la sentenza,
la morte grida e poi giustizia fa.

(Versione cantabile in italiano di Mimmo Mòllica)

Le musiche  

Le musiche de «La peccatrice» furono composte da Franco Bixio, Fabio Frizzi e Vince Tempera. La canzone «La piccatura», che chiude il film, è interpretata dalla splendida voce di Rosa Balistrieri. Rosa Balistreri è nata a Licata il 21 marzo 1927 ed è morta a Palermo il 20 settembre 1990. Visse per 12 anni con il pittore Manfredi Lombardi che la fce conoscere al poeta Ignazio Buttitta e a Dario Fo. Nel 1966 e nel 1969 Rosa fu tra i protagonisti dello spettacolo «Ci ragiono e canto» di Dario Fo, con cui ebbe inizio la sua carriera da professionista. Per circa 20 anni visse a Firenze per trasferirsi a Palermo nel 1971. Nel 1973 partecipò al Festival di Sanremo, nel 1974 a Canzonissima.

Zeudi Araya, corona imperiale 

Zeudi Araya (il cui nome in lingua tigrina significa "corona imperiale") è nata a Decamerè, città dell'Eritrea a sud-est di Asmara, nel febbraio 1951, è una delle attrici più note del cinema erotico italiano degli anni settanta. Figlia di un politico e nipote di un ambasciatore etiope a Roma, nel 1969 fu eletta Miss Eritrea. Sposò il produttore cinematografico Franco Cristaldi e all'inizio degli anni novanta si ritirò dalle scene cinematografiche, dopo la scomparsa del marito. 
Zeudi Araya ricevette l’Arancia d'oro 1973 alla miglior attrice al "Taormina Arte Award", che si svolge a Taormina, in Sicilia, nella cornice del Teatro Antico.

Commenti