Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

SEQUESTRO QUATTROCCHI: TENNERO PRIGIONIERO UN PENSIONATO PER ESTORCERGLI DENARO

Barcellona Pozzo di Gotto, 20 agosto 2010 - Con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e notificato a cinque persone, si è conclusa la fase delle indagini relative al sequestro di persona a scopo di estorsione consumato lo scorso mese di ottobre in danno del pensionato di Barcellona Pozzo di Gotto Leonardo QUATTROCCHI. Come si ricorderà, lo scorso 31 ottobre 2009, il QUATTROCCHI denunciò ai Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto che, il precedente 13 ottobre, era rimasto vittima di un sequestro di persona, trascorrendo
17 giorni di prigionia in due abitazioni ubicate rispettivamente nei Comuni di Saponara (ME) e di Venetico (ME), sino all’alba del 31 ottobre, quando riuscì a liberarsi ed a fuggire raggiungendo la caserma dei Carabinieri.

Le indagini, condotte dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, dapprima coordinate dal dr. Francesco MASSARA, Sostituto della Procura della Repubblica di Barcellona P.G., mentre successivamente, con il trasferimento della competenza a Messina, coordinate dal dr. Giuseppe VERZERA, della DDA di Messina, unitamente allo stesso dottor MASSARA applicato da Barcellona Pozzo di Gotto, hanno consentito di ricostruire le varie fasi del sequestro, con l’individuazione dei soggetti coinvolti nella vicenda e con la ricostruzione del ruolo avuto dagli stessi e delle responsabilità di ulteriori correi individuati nel corso delle indagini successive.

L’avviso di conclusione delle indagini, oltre a POHOATA Ioan, nato in Romania cl. 1987, in atto ristretto presso il carcere di Agrigento, e RUGGERI Nicola, nato a Messina cl. 1970, in atto agli arresti domiciliari in Torregrotta (ME), entrambi già sottoposti a fermo di indiziato di delitto lo scorso mese di ottobre 2009, ha riguardato anche altre tre persone, due donne ed un uomo, quest’ultimo in rapporti di amicizia con la vittima, tutti indagati per lo stesso reato contestato ai primi due.
I predetti sono tutti indagati per il reato di concorso in sequestro di persona a scopo di estorsione, in particolare:
- il RUGGERI Nicola nella qualità di ideatore e di esecutore materiale;
- il POHOATA Ioan quale carceriere;
- le due donne in quanto preposte a preparare il vitto per il sequestrato nonché a coadiuvare POHOATA Ioan nel suo incarico di carceriere;
- l’ulteriore indagato, quale incaricato di mantenere i contatti con la famiglia del sequestrato, rassicurando i componenti, ed in particolare la moglie, sui motivi dell’assenza del congiunto, e facendosi altresì carico di prelevare dall’abitazione del sequestrato il vestiario allo stesso necessario.

La vicenda, come detto, ha origine il 13 ottobre 2009, quando QUATTROCCHI Leonardo viene costretto a salire a bordo di una autovettura mentre si trovava in un bar di Barcellona Pozzo di Gotto. Ad agire, l’imprenditore torrese RUGGERI Nicola, il quale conduce forzatamente la vittima in un’abitazione nelle campagne di Saponara, dove lo tiene prigioniero con l’aiuto del rumeno POHOATA Ioan e della fidanzata di quest’ultimo.

Il successivo 18 ottobre 2009, dopo aver malmenato il QUATTROCCHI provocandogli anche delle lesioni, il RUGGERI ed il POHOATA costringono lo stesso a recarsi con loro a Milano, presso la filiale di un Istituto di Credito.
Nella circostanza, dopo avere raggiunto la banca di Milano, i tre si informano sulla transazione di alcuni milioni di euro che dalla Svizzera sarebbero dovuti transitare su un conto nelle disponibilità dello stesso QUATTROCCHI, ma nella circostanza apprendono che la somma sarebbe stata fruibile non prima di 4-5 giorni.
Tale somma di denaro, che il QUATTROCCHI aveva promesso al RUGGERI, a dire dello stesso QUATTROCCHI, sarebbe stata il frutto di una truffa commessa in passato in danno di almeno diciotto istituti di credito.
Atteso che i tempi per la transazione sarebbero stati lunghi, i due sequestratori ed il QUATTROCCHI facevano quindi ritorno in Sicilia, dove la vittima veniva trasferita dall’abitazione di Saponara a quella di Venetico, dalla quale riuscirà a scappare solo all’alba del 31 ottobre 2009, andando a denunciare il tutto ai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto.

In quella circostanza, a seguito delle tempestive indagini dei militari dell’Arma, sia RUGGERI Nicola che POHOATA Ioan venivano sottoposti a fermo di indiziato di delitto.
Gli accertamenti espletati non hanno permesso di risalire alle somme di denaro asseritamente oggetto delle attenzioni degli indagati.

Le successive investigazioni consentivano di individuare e meglio definire i ruoli degli altri correi coinvolti nella vicenda. Nello specifico, come detto, sono emerse responsabilità a carico di due donne e di un ulteriore uomo, “amico fraterno” del QUATTROCCHI, il quale durante il periodo di prigionia di quest’ultimo, su richiesta di RUGGERI Nicola, si sarebbe recato a casa del sequestrato a prendere la biancheria, rassicurando nella circostanza la moglie del QUATTROCCHI.

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