Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

MANOVRA: ARMAO, "CORREZIONI O RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE"

Roma, 25 ago 2011 - "E' certo che la situazione del debito e, in generale, quella economico-finanziaria del Paese necessitano di drastiche misure di contenimento della spesa e di risanamento dei conti. E' del tutto ingiustificato, invece, che il peso maggiore in termini di tagli si faccia gravare ancora sulle Regioni a statuto speciale (in questa manovra, come in quella precedente di luglio), ed in particolare su quelle del Mezzogiorno".
Lo afferma l'assessore all'Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, in un documento depositato alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.

"Se tali congiunture fossero state tempestivamente avvertite, avrebbero dovuto indurre all'adozione di tali misure di riequilibrio gia' da tempo, evitando di intraprendere la strada di un improbabile e rabberciato federalismo fiscale che - prosegue - rischia di risultare ormai solo di facciata, non essendo praticabili i meccanismi perequativi. Come ribadito insieme agli altri esponenti delle Regioni speciali, senza un riequilibrio degli oneri a carico delle autonomie differenziate ed una clausola che ne salvaguardi le prerogative statutarie saremo costretti ad impugnare la manovra. Questione - precisa Armao nel documento - gia' condivisa dalla Commissione Affari Costituzionali nel parere sulla manovra reso ieri pomeriggio".

Da quanto emerge dalla nuova manovra governativa si aggiungono ulteriori 1,6 miliardi di tagli circa per i prossimi due anni a carico di Regione ed enti locali siciliani (800 per il 2012 e 400 per il 2013, oltre a quelli direttamente incidenti sulle autonomie locali della Regione), che si sommano cosi' a quelli gia' previsti dalla manovra di luglio e corrispondenti nel 2012 a 471 milioni e nel 2013 ad 869 milioni per la Regione, ed almeno 200/250mln per gli enti locali siciliani. Ne discende che per i prossimi due esercizi i tagli di spesa, se correlati ai minori trasferimenti, raggiungono i quattro miliardi di euro.

"Questa manovra - continua l'Assessore Armao - e' un peso insostenibile per la Regione e per l'economia siciliana, al quale, peraltro, si accompagna il rischio di rallentare anche la spesa europea (che al contrario necessita di una accelerazione), comprimendo la possibilita' del necessario cofinanziamento regionale e quindi svolgendo un effetto depressivo."

Per la Regione Siciliana il decreto legge 138/2011 (la cosiddetta manovra bis) manifesta molteplici profili di illegittimita' costituzionale per violazione degli articoli 117 e 119 della Costituzione e di diversi articoli (14, 15, 17, 36, 37 e 43) dello Statuto regionale siciliano e delle relative norme di attuazione dello Statuto in materia finanziaria.

"Il decreto legge - prosegue -, che incide su molteplici disposizioni che assegnano alla potesta' legislativa primaria (o esclusiva) materie quali l'ordinamento delle autonomie locali, l'organizzazione amministrativa o concorrente quali il commercio e le attivita' produttive, non contempla alcuna clausola di salvaguardia delle prerogative regionali, neanche temporalmente delimitata. Con l'implicita conseguenza di determinare il sostanziale azzeramento delle competenze attribuite dalla Costituzione".


"Nello specifico - prosegue Armao - riteniamo censurabili le norme sul gettito delle imposte, sulla virtuosita' degli enti e l'istituzione dei revisori dei conti, sul patto di stabilita' interno, sulla riduzione del numero dei consiglieri e assessori regionali e sulla riduzione di Province e Comuni di minori dimensioni."

Ecco nel dettaglio i motivi per cui, secondo Armao, le suddette voci potrebbero essere impugnate.

- Imposte: "Nell'ipotesi in cui, come sembra evincersi a prima lettura delle norme della manovra bis, debba ritenersi che il maggior gettito prodotto dalle nuove imposte sia di pertinenza statale si determinerebbe la violazione del principio dell'integrale spettanza delle imposte dirette alla Regione siciliana sancita dallo Statuto (artt. 36 e 37) e dalle norme di attuazione."

- Virtuosita' enti e revisori dei conti: "Non si puo' determinare, come previsto dall'art. 3 della manovra, uno stravolgimento - afferma l'assessore all'Economia - del riparto delle competenze, spostandone l'asse sul piano delle relazioni economiche tra Stato e Regione con le previsioni di un premio finanziario se il 'risultato legislativo' conseguito nell'esercizio dell'autonomia risulta coerente con le aspettative del Governo centrale. Tale svilimento delle prerogative regionali e' in palese violazione dell'art. 5 della Costituzione.

L'istituzione dei revisori dei conti quale organo sulla regolarita' contabile, finanziaria ed economica della gestione (prevista dall'art. 4 della Manovra bis) e' una previsione che, oltre ad incidere direttamente sull'autonomia regionale cosi' come delineata dagli statuti regionali e con semplice legge ordinaria - e pertanto, sotto tale profilo, del tutto incompatibile con l'attuale assetto costituzionale -, costituirebbe un'inutile duplicazione del ruolo della Corte dei conti oltre a quello del Commissario dello Stato, al quale e' assegnato il compito di adire, anche per quanto concerne la compatibilita' delle leggi regionali con i principi finanziari sanciti dalla Carta fondamentale, la Corte costituzionale."

- Patto di stabilita' interno: "Cosi' com'e' strutturato il patto di stabilita' interno, appesantito dalla manovra in questione, risulta in contrasto con i principi di ragionevolezza, proporzionalita' e solidarieta' sanciti dalla Costituzione. Come gia' evidenziato nei documenti elaborati dalla Conferenza delle Regioni, i vincoli imposti dal Patto di Stabilita' interno costituiscono un freno alla spesa e limitano fortemente la dinamica attuativa dei programmi. Per superare tale criticita' e per assicurare un'effettiva accelerazione della dinamica finanziaria dei programmi operativi europei, anche in funzione anticiclica, va introdotta la nettizzazione del calcolo del Patto di Stabilita' dell'intera quota pubblica dell'investimento, superando un vincolo che altrimenti si risolverebbe in un profilo di incostituzionalita'. Al fine di renderne realmente incidente l'effetto appare inoltre necessario che nella nettizzazione si tenga conto, ove esistente, della quota di cofinanziament o a carico degli enti locali.

- Riduzione consiglieri e assessori regionali: "l'art. 14 impone anche alla Regioni cosiddette speciali di provvedere alla riduzione del numero di consiglieri ed assessori regionali, un paradosso. Ed e' incongruo e irragionevole applicare misure premiali e/o sanzionatorie nei confronti delle Regioni ad autonoma differenziata rispetto ad attivita' che deve necessariamente porre in essere il Parlamento nazionale modificando con legge Costituzionale gli statuti speciali che prevedono il numero dei parlamentari. Il governo Lombardo, in Sicilia, sta gia' procedendo in materia, anche prima ed oltre l'incerta disciplina statale, ed ha gia' adottato la delibera 207/2011 (del 5 agosto scorso), seguita dalla circolare applicativa dell'assessorato all'Economia del 18 agosto (num. 4976/gab), con risparmi previsti per circa 100 milioni di euro.

- Riduzione Province e Comuni: " questa - conclude l'assessore all'Economia - e' materia in cui la Regione Siciliana ha potesta' legislativa primaria. Appare evidentemente apprezzabile lo sforzo del Governo nazionale di contenere il fenomeno della polverizzazione di comuni, concentrato sopratutto in alcune aree del Paese, e di realizzare la eliminazione delle province minori.

Ma se nel primo caso, in Sicilia si rinvengono solo 31 comuni che hanno meno di 1000 abitanti (si e' calcolato che il risparmio, tra il venir meno di Consigli comunali e Giunte si aggirerebbe attorno a 330.000 euro annui), mentre, nel secondo caso, ai sensi dell'art. 15 dello Statuto, la Regione ha gia' manifestato l'intendimento di procedere in sede legislativa alla soppressione di tutte e 9 le Province regionali con il contemporaneo trasferimento delle funzioni di area vasta ai liberi consorzi di comuni, provvedendo altresi' a varare definitivamente le aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina. La Region

e Siciliana per ottenere un congruo contenimento della spesa pubblica dalla razionalizzazione del numero dei Comuni potrebbe puntare sull'obbligo, per quelli con meno di 15.000 abitanti, di una gestione integrata dei servizi fondamentali".

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