Ponte sullo Stretto: “LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini"

“LiberiAmo Messina dal Ponte di Matteo Verdini”. Con questo slogan il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca dà appuntamento giovedì 25 aprile a Messina dalle 17,30 in poi a Torre Faro nei pressi del Pilone, al locale La Pinnazza.   Messina,  23/04/2024 - Presente il sindaco di Messina Federico Basile il cui intervento insieme a quello del leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, è previsto alle 19:00. “Siamo contrari al ponte di Matteo Verdini che dovrebbe essere realizzato con una rapina del Fondo Sviluppo e Coesione che appartiene alla Sicilia -afferma De Luca-. È impensabile che due miliardi di euro che servono per gli invasi, che servono per le strade, per le scuole, per i depuratori vengano scippati alla Sicilia per il ponte sullo Stretto di Messina. Noi siamo per il corridoio Berlino-Palermo che prevede l'alta velocità da Salerno fino a Villa San Giovanni, la sostituzione della monorotaia dei Borboni in Sicilia, il potenziamento del Porto di Gioia Tauro e di Augusta e c

IN EUROPA 10.000 RICHIESTE L'ANNO DI ASILO DA PARTE DI PERSONE LGBTI

24/11/2011 - «E’ possibile stimare che nell’Unione Europea arrivino ogni anno 10.000 richieste di asilo da parte di persone LGBTI. Il dato si può stimare basandosi sui dati provenienti da Belgio, Norvegia, Olanda e Svezia – gli unici a disporre di statistiche sulle richieste di asilo, mentre gli parte Paesi dell’Unione non raccolgono questi dati» è quanto dichiara l’Avv. Simone Rossi di Avvocatura per i Diritti LGBT – Rete Lenford, citando i risultati della ricerca europea Fleeing
Homophobia, appena conclusa.
La ricerca Fleeing Homophobia, cofinanziata dal Fondo Europeo per i
Rifugiati e realizzata dall’Università di Amsterdam, COC Paesi Bassi,
Hungarian Helsinki Committee, Avvocatura per i Diritti LGBT-Rete
Lenford ed European Counil on Refugees and Exiles per la prima volta
ha condotto uno studio su legislazioni e prassi dei 27 Paesi
dell’Unione.

Dallo studio emerge che esistono considerevoli differenze nel modo in
cui gli stati europei esaminano le domande di asilo di persone LGBTI.
Si tratta di un aspetto alquanto problematico, dal momento che
l’Europa mira a creare un Sistema Comune di Protezione Europea con uno
status omogeneo. Il sistema di Dublino, in base al quale un solo stato
membro dell’UE prende in esame la domanda di asilo, teoricamente
implica uno standard comune nell’applicazione della legge sulle/sui
rifugiate/i, standard che però purtroppo non esiste.

Lo studio comparativo ha evidenziato che in parecchi punti le prassi
statali europee nell’esame delle richieste di asilo di persone LGBTI
sono al di sotto degli standard richiesti dalla normativa
internazionale ed europea sui diritti umani e sulle/sui rifugiate/i,
basandosi in molti casi su stereotipi che portano a respingere, ad
esempio, le lesbiche che non hanno atteggiamenti maschili, i gay non
effeminati e le/i richiedenti LGBTI che sono state/i sposate/i o che
hanno figli. Inoltre, nelle prassi degli stati spesso negata la natura
fondamentale dei diritti umani delle persone LGBTI.

Le/i richiedenti
asilo LGBTI sono frequentemente rispedite/i nei loro paesi d’origine
per la ragione che potrebbero evitare di essere perseguitate/i se
nascondessero il proprio orientamento sessuale o la propria identità
di genere. Pretendere che per ricevere “protezione” queste persone
rinuncino ai propri diritti umani, nega la funzione di questi diritti.
Allo stesso modo, le/i richiedenti LGB sono regolarmente rispedite/i
in paesi in cui hanno

un fondato timore di essere incarcerate/i o condannate/i a morte per
avere svolto attività sessuali con persone dello stesso sesso. Un
altro esempio è che spesso le pesanti violazioni dei diritti umani nei
confronti di persone transessuali, che si verificano su ampia scala in
parecchi paesi del mondo, non sono sufficienti a garantire l’asilo.

Visto che le statistiche sono inaffidabili, è impossibile dire
quante/i richiedenti LGBTI provengano da quali paesi. Tuttavia, sulla
base degli esempi citati dagli esperti nazionali interpellati per la
ricerca Fleeing Homophobia, risulta che le/i richiedenti LGBTI
provengono da almeno 104 paesi diversi.

I problemi riguardanti le richieste di asilo di persone LGBTI stanno
ricevendo una certa attenzione solo da poco tempo a questa parte. Nel
2008 sono state pubblicate le Linee guida dell’UNHCR sulle domande di
status di rifugiato legate a orientamento sessuale e identità di
genere. Nel giugno del 2011 il Commissario per i diritti umani del
Consiglio d’Europa ha pubblicato un rapporto sulle discriminazioni
subite da persone LGBTI.

Al centro del diritto d’asilo c’è il concetto di rifugiata/o. Nella
Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951 si definisce rifugiata/o
una persona che si trova al di fuori del paese di cui detiene la
nazionalità o in cui risiede abitualmente, e che teme di essere
perseguitata per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza
a un determinato gruppo sociale o opinione politica. L’applicazione di
questa definizione negli stati membri dell’UE è stata armonizzata a
livello minimo dalla Direttiva Qualifiche.

«La ricerca Fleeing Homophobia ha fatto emergere che le poche
pubblicazioni sulle tematiche della protezione internazionale delle
persone LGBTI condotte fino ad oggi hanno riguardato prevalentemente i
casi di uomini gay» aggiunge l’Avv. Rossi «ciò si può spiegare con la
scarsità di dati riguardanti le/i richiedenti lesbiche, transessuali e
intersessuali. Ciò si potrebbe spiegare con la minore evidenza che
hanno le persecuzioni di persone lesbiche, transessuali e
intersessuali rispetto a quelle a cui sono sottoposti i gay. Quando
l’attivista ugandese gay David Kato è stato ucciso il 26 gennaio 2011,
i media, le organizzazioni e le/i funzionarie/i appartenenti alla
società civile sono venuti immediatamente a sapere dell’omicidio, e
l’hanno condannato. Tuttavia, non molti sanno quante/i transessuali
vengono assassinate/i nel mondo: da gennaio 2008 a dicembre 2010 sono
stati denunciati 539 omicidi di persone transessuali. Molti altri non
sono stati neppure denunciati».

I risultati della ricerca Fleeing Homophobia saranno illustrati nel
corso di un convegno che si terrà a Palermo il 25 e 26 novembre,
presso Villa Zito, via della Lubertà 52, organizzato da Avvocatura per
i Diritti LGBT – Rete Lenford. Il convegno ha ottenuto una targa di
partecipazione del Presidente della Repubblica e il patrocinio – tra
gli altri- della Camera dei Deputati, dell’Alto commissariato Onu per
i Rifugiati, della Regione Sicilia, del Consiglio Nazionale Forense e
dell’OSCAD, Osservatorio della Polizia di Stato contro gli atti
discriminatori.

Alessandro Maria Belgioioso
responsabile Ufficio Stampa Avvocatura per i Diritti LGBT - Rete Lenford

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