Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

PROCESSO “VIVAIO” MESSINA, CONDANNE PER 130 ANNI DI CARCERE E UN ERGASTOLO CONTRO LA COSCA DEI MAZZAROTI

Prima sentenza in Sicilia che certifica l’ingerenza della mafia nell’affare rifiuti. Per la prima volta le ecomafie devono risarcire un’associazione ambientalista
Messina, 29/03/2012 – Un processo senza precedenti, andato a sentenza in tempi brevi. È il processo Vivaio che oggi alle ore 19,
con la lettura della sentenza presso la Corte di Assise del Tribunale di Messina ha confermato il piano accusatorio dell’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina che ha fatto emergere gli enormi interessi illeciti gestiti nel barcellonese dalla cosca mafiosa dei mazzaroti. Un intreccio che va dall’omicidio all’estorsione, dagli appalti all’interno della discarica di Mazzarà S. Andrea, fino allo smaltimento illecito di rifiuti speciali.

Gli imputati sono stati condannati per 130 anni di carcere ed un ergastolo.

L’esito del dibattimento ha confermato l’impianto accusatorio sostenuto dalla DDA di Messina che ,insieme ai Carabinieri del Ros, ha svolto un lavoro esemplare: alle loro indagini va il merito di aver svelato il complesso meccanismo di affari che ruotavano intorno alla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea ed alla gestione dei rifiuti speciali.

La sentenza pronunciata nel processo “Vivaio” costituisce un importante precedente in Italia per i tempi rapidissimi di svolgimento del processo ma soprattutto per aver svelato i meccanismi dietro il business dei rifiuti e, per la prima volta, in un processo per mafia, il riconoscimento di un risarcimento per le associazioni ambientaliste.

Nella sentenza è stata riconosciuta a Legambiente Sicilia una provvisionale di 50 mila euro.

“Si tratta di un risultato importante - ha commentato Tiziano Granata Responsabile dell’Osservatorio Regionale sulle Ecomafie di Legambiente Sicilia. Per la prima volta in Italia, viene riconosciuto ad un’associazione ambientalista un risarcimento per il ruolo svolto sul territorio in termini di analisi, controllo e contrasto rispetto ai reati ambientali ed in particolare al fenomeno delle ecomafie”

Proprio la presenza di Legambiente all’interno del processo, rappresentata e difesa al meglio dall’Avv. Aurora Notarianni, componente del Centro di Azione Giuridica Legambiente Sicilia presieduto dall’Avv. Nicola Giudice, ha permesso di inquadrare il modus operandi della cosca mafiosa di Mazzarrà all’interno del sistema ecomafia.
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Ecco nel dettaglio le condanne: l’ergastolo per Aldo Nicola Munafò, 24 anni per Tindaro Calabrese, già al 41 bis; 14 anni per Agostino Campisi, Nunziato Siracusae Sebastiano Giambò; 12 anni per Carmelo Salvatore Trifirò e l’imprenditore Michele Rotella, 8 anni per Salvatore Campanino;2 anni per Bartolo Bottaro, Antonino Calcagno, Aurelio Giamboi, Cristian Giamboi,Thomas Sciotto, Giuseppe Triolo. Ancora: 10 anni all’ex boss pentito CarmeloBisognano, 15 anni all’acese Alfio Giuseppe Castro, anche lui collaborante.

Assolti totalmente Maria Luisa Coppolino, Salvatore Fumia, Giacomo Lucia e Stefano Rottino. Scarcerato, anche se la condanna è pesante, Trifirò.
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Le condanne:
ergastolo per Aldo Nicola Munafò;
24 anni per Tindaro Calabrese, già al 41 bis;
14 anni Agostino Campisi, Nunziato Siracusa e Sebastiano Giambò;
12 anni Carmelo Salvatore Trifirò e Michele Rotella;
8 anni Salvatore Campanino;
2 anni Bartolo Bottaro, Antonino Calcagno, Aurelio Giamboj, Cristian Giamboj, Thomas Sciotto, Giuseppe Triolo.
10 anni all’ex boss pentito CarmeloBisognano;
15 anni all’acese Alfio Giuseppe Castro, anche lui collaborante.

Assolti Maria Luisa Coppolino, Salvatore Fumia, Giacomo Lucia e Stefano Rottino.

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