RENZI: "L'ITALIA DELLA SPERANZA, NON SOLO DELLA LAMENTAZIONE"

Perché le primarie sono una battaglia sulle idee, non sulle seggiole
22/10/2012- Domenica 21 a Torino al PalaIsozaki il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha provato “a dire cosa significa essere di sinistra nel 2012. Ci saranno polemiche, immagino - aveva anticipato Renzi - ma tenteremo di dire cosa sia la sinistra per noi”.
Poi in collegamento con Lucia Annunziata su Rai Tre a ‘In ½ Ora’, rispondendo alla prima domanda dell’Annunziata (“In questa prima tappa Torinese cosa si è messo in saccoccia”) Matteo Renzi ha risposto:

“Beh, intanto un grandissimo entusiasmo. Entusiasmo non solo mio ma dei comitati che stanno nascendo in ogni dove. Oggi eravamo in 4 mila al palazzetto dello sport di Torino: eravamo veramente tanti. Baricco, Farnetti e tanti altri, che oggi erano presenti qua a Torino, ci stanno dando una mano a raccontare un’Italia che può essere non soltanto l’Italia della lamentazione ma anche della speranza. Questo è ciò che sta emergendo dal giro d’Italia in camper”.

Annunziata: “Ha avuto contatti con Piero Fassino, il sindaco di Torino?”

Renzi: “Beh, lo sento spesso. Fassino è uno che per storia personale e curriculum è molto lontano da me, ma abbiamo un ottimo rapporto, lavoriamo assieme, lui voterà Bersani… E’ evidente che le primarie segnano anche una divisione dentro il centrosinistra. Tanti amministratori stanno con me, altri stanno con Bersani… l’importante è cercare di evitare di utilizzare i toni truci e cattivi che ho visto in questa settimana… Quando un quotidiano come l’Unità, che è il quotidiano del Partito Democratico, si rivolge nei miei confronto come portatore di idee fascistoidi, beh, vuol dire che si è varcato il limite: per me fascista continua ad essere un insulto, non so per l’Unità?"

Annunziata: "Lei ha detto “mi ha ferito violentemente questa affermazione de L’Unità”. Essendo lei una persona che non si è mai posta il problema di ferire gli altri mi sono detta: “vuoi vedere che Renzi ha affilato il suo animo ed è meno un torello del solito? Per la prima volta le sento dire “mi ha ferito”. Si ricorda quando gli altri dicevano “mi ferisce il termine ‘rottamazione’?"

Renzi: “Rispetto molto l’idea del torello ma credo ci sia una certa differenza tra chi opera per mandare a casa il vecchio gruppo dirigente… la rottamazione sta nel campo del confronto, scontro politico, dare del fascista sta nel campo dei valori. Io sono andato a mettere un fiore nel luogo in cui don Giovanni Minzoni fu ucciso dai fascisti… Una cosa è utilizzare termini più o meno condivisibili, come ‘rottamazione’, ben altra cosa è dare del fascista a un avversario interno: il fascismo ha ucciso tante persone, la rottamazione al massimo ha mandato a casa qualcuno. ”

Annunziata: “La mia domanda era più personale: sta pagando qualcosa in termini psicologici o è sempre tranquillo? Il Renzi di quando ha cominciato è sempre lo stesso o qualcosa è cambiata per lei? Perché il fatto che lei vuole cambiare toni significa che qualcosa sta cambiando..?”

Renzi: “Dal punto di vista personale le dico che io vivo nella libertà e nella leggerezza di chi sa che la politica è un’attività bellissima, nobile e splendida. Però c’è altro rispetto alla politica. Credo che una delle caratteristiche delle nuove generazioni dev’essere quella di non non vivere solo di politica. E questo vuol dire relativizzare anche le accuse che ti fanno. Non fa piacere essere tutti i giorni al centro delle accuse per tutto, però l’ho messo nel conto: nel momento in cui provo a cambiare una classe dirigente, provo a rivoluzionare un sistema all’interno del mio partito è naturale che qualcuno si offenda o cerchi di resistere. Quindi non vivo con particolare difficoltà dal punto di vista personale. Noi siamo in un momento nel quale la rottamazione comincia a produrre i primi frutti: in questa settimana abbiamo visto autorevoli leader politici che hanno deciso di fare un passo indietro, che hanno annunciato, più correttamente, di lasciare il posto in Parlamento. E questo altro non è, secondo me, che una conferma che avevamo ragione a chiedere il ricambio. Allora si pone il problema: ora che stiamo vincendo la sfida della rottamazione saremo in grado (io penso di si) di raccontare la nuova Italia? Questo è ciò che abbiamo iniziato a fare fin da queste ore anche a Torino: raccontare come vogliamo l’Italia per il futuro.”

Annunziata: “Cosa pensa della scelta della Melandri e comunque se pensa che ci sia un secondo livello di rottamazione?”

“Avrei fatto una scelta diversa per il Maxxi, perché Giovanna Melandri è così caratterizzata politicamente che non ha senso oggi… Se io fossi stato il responsabile della nomina non avrei scelto Giovanna Melandri. Esiste un tema di ‘trattamento di fine rapporto’ per politici a fine carriera… Nel passato si è considerato soprattutto le municipalizzate  come una sorta di premio di consolazione per chi finiva la propria carriera. Io trovo che questo atteggiamento sia profondamente sbagliato, ingiusto e sbagliato, e per dare un segnale ho detto che se perdessi le primarie io non accetterò né chiederò per me nessun tipo di premio di consolazione. Lei sa com’è stato in passato…. (Annunziata: “Si Bertinotti, Mastella, Di Pietro e Pecoraro Scanio, tutti persero le primarie ….) Perché le primarie sono una battaglia sulle idee, non sulle seggiole. (…) Io le primarie le vorrei vincere, ma ci vuole la serietà di dire che se si perdono non si resta in paradiso a dispetto dei santi. Basta con questa logica che se uno perde le primarie e viene accontentato: Mastella è emblematico, perde le primarie, gli fanno fare il ministro e poi se ne va. E’ disgustoso”.