Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

SICILIA: STANNO TOGLIENDO LA TERRA AI CONTADINI, FACCENDIERI SENZA SCRUPOLI

Messina, 29/10/2012 – Mi sono trovato qualche sera fa a cena con alcuni agricoltori dell’entroterra siciliano. Ad un certo punto, uno di loro mi ha raccontato che oggi con espedienti vari stanno togliendo la terra ai contadini. Se la prenderanno faccendieri e affaristi senza scrupoli provenienti dal nord.
Spiego il fenomeno. Un agricoltore gestisce un’azienda agricola. A causa di investimenti errati o perché l’annata è andata male per tante ragioni (comprese quelle meteo, ormai divenute bizzarre) o, meglio, perché le spese sono divenute nettamente superiori ai guadagni, il contadino si trova in una situazione fortemente debitoria.
A titolo di esempio, vi dico che un quintale di grano oggi viene venduto a 24 euro. Tolte le spese di produzione (sementi, gasolio per i trattori, costo capitale e così via) che sono 21 euro, al contadino rimangono in tasca 3 euro. Da un quintale di grano macinato si ottengono 70 chili di farina, si producono 80 chili di pane, che viene venduto mediamente in sicilia a 2, 20 euro al chilo, con un guadagno di 176 euro al quintale.

Ma come è possibile che succeda questo?

Da qui nascono, debiti su debiti, che l’agricoltore non riesce più a onorare.
Arrivano le ingiunzioni di pagamento, le banche non danno più crediti, beni
mobili e immobili vengono pignorati e ipotecati. Alla fine l’azienda viene
messa in vendita.

Ma i proprietari agricoltori non possono riacquistarla, perché le
banche non fanno prestiti ai pignorati.
Quando arriva il momento, entrano in gioco faccendieri e affaristi, cavalieri,
industriali, attori, costruttori, che acquistano la terra per quattro soldi,
terra che rimane alla fine incoltivata.
Tra non molto in quelle terre non si produrrà cibo, ma cemento e altre diavolerie. Ma nessuno interviene. A qualcuno fa comodo distruggere ciò che in passato era stato costruito con tanto sudore e fatica.
Che succederà delle aziende che producono latte, grano, frutta, ortaggi?
Saranno cancellate. E noi che mangeremo? Alimenti che vengono dalla Cina e dai
Paesi Nordafricani trattati con i peggiori diserbanti e veleni di ogni tipo. E
i tumori aumenteranno ancora.

Dal 2001, con l’euro, gli agricoltori sono stati annientati:
- con i guadagni azzerati;
- con il gasolio agricolo che è aumentato del 400% . Un tempo costava 400
lire, oggi circa 1 euro, cioè 2.000 lire;
- con i costi dei prodotti agricoli che sono diminuiti. Per esempio, il latte
che, prima dell’euro, costava 800 lire al litro, oggi costa 37 centesimi;
- con i fertilizzanti e i mangimi che sono aumentati del 400%.
Cosi scomparirà il vero paesaggio agrario e le nostre produzioni tipiche ,
assieme alle nostre tradizioni millenarie
ed il pane costerà sempre di più .

Vincenzo Allegra
I Gattopardi Sicilia

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