Milazzo, 14/11/2012 - Dopo i tre milioni dell’Ast, altri tre milioni dell’Eas. Si allunga la lista dei debiti del Comune di Milazzo e sulla scrivania del sindaco è arrivato un nuovo atto di citazione in giudizio da parte dell’Ente acquedotti siciliani (Eas) in liquidazione.
Nel provvedimento il Comune di Milazzo viene citato a comparire davanti al Tribunale civile di Barcellona, sezione staccata di Milazzo per l’11 febbraio 2013.
Il credito vantato è di 3 milioni e 164 mila euro per fornitura idrica al Comune di Milazzo, a mezzo dell’acquedotto della sorgente Mela. Il credito vantato riguarda il periodo compreso tra il giugno 2004 e gennaio 2011.
Già nei mesi scorsi l’Eas aveva sollecitato gli uffici di palazzo dell’Aquila ad ottenere il pagamento di quanto dovuto e oggi – si legge nella citazione a giudizio – il persistere dell’inadempimento da parte del Comune causa ingenti danni economici.
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I cinque consiglieri spiegano la ragione del loro voto negativo sulle misure correttive
“Quelle misure correttive sono assolutamente insufficienti ad evitare il dissesto del Comune di Milazzo. Per di più quella proposta di delibera contiene i pareri negativi sia sotto il profilo legale che contabile, sia degli stessi revisori dei conti che hanno rilasciato un parere che nella sostanza va considerato contrario”.
Ad affermarlo i cinque consiglieri comunali (Cento, Gitto, Saraò, Foti e Messina) che hanno inteso “per dovere di corretta informazione nei confronti dei cittadini” chiarire la ragione del loro voto contrario alla proposta di delibera presentata da un gruppo di consiglieri (primo firmatario Franco Cusumano) finalizzato ad evitare in extremis il default del Comune di Milazzo e approvata a maggioranza.
“L’ipotesi di dissesto finanziario – spiega il consigliere Filippo Cento - non è una questione di opportunità politica, ma una fattispecie disciplinata dalla legge e nello specifico dall’art. 244 del Tuel che afferma: “Si ha il dissesto finanziario quando l’Ente non è in grado di garantire il funzionamento dei servizi indispensabili, facendo ricorso alle previsioni di cui agli artt. 193 (equilibri di bilancio) e 194 (debiti fuori bilancio) previsti dallo stesso testo unico degli Enti Locali.
Non bisogna però – particolare rilevante – dimenticare che il dissesto del Comune di Milazzo è stato conclamato anche dalla Corte dei Conti la quale ha invitato ufficialmente e con una procedura ad hoc, il Consiglio Comunale ad esprimersi in tal senso qualora non fossero pervenute anche in extremis delle manovre correttive degne di tal nome e quindi da essere prese in considerazione e non semplici proposte che gli stessi Revisori hanno giudicato apprezzabili nell’intento ma non valutabili in termini di impatto economico.
Ecco quindi che non avrebbe avuto senso votare un provvedimento contenente misure correttive insufficienti, che a nostro avviso avrebbe solo un evidente intento dilatorio con ulteriori ripercussioni negative su una situazione particolarmente grave, anzi insostenibile”.
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