Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

PESCHERECCIO CON 170 CLANDESTINI FERMATO DALLA GDF DI MESSINA, FERMATI GLI SCAFISTI

Reggio Calabria, 7 novembre 2012 - Un peschereccio battente bandiera turca partito dal porto di Istanbul nella notte di domenica scorsa con a bordo oltre 170 immigrati clandestini è stato intercettato da due pattugliatori veloci ed un elicottero della Stazione Navale di Manovra della Guardia di Finanza di Messina, supportati da un aereo ATR 42 in assetto M.P.A. (Maritime Patrol Aircraft) del Gruppo Esplorazione Aeromarittima di Pratica di Mare, a 9 miglia dalla costa di Melito Porto Salvo (RC).
I finanzieri effettuato l'abbordaggio dell'imbarcazione prendevano il comando della stessa, e dopo avere isolato parte dei presunti membri dell'equipaggio conducevano il peschereccio al porto di Reggio Calabria. Complessivamente venivano sbarcati grazie all'apporto dei baschi verdi del Nucleo Operativo pronto Impiego del Gruppo Guardia di Finanza di Reggio Calabria, del personale della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia intervenute, complessivamente 162 immigrati tra cui anche 34 bambini e 25 donne di cui una in stato di gravidanza. Gli sfortunati "passeggeri" del peschereccio turco, ammassati a bordo in condizioni degradanti e disumane, erano in navigazione da oltre 6 giorni.

Esausti e fortemente provati, dopo il lungo viaggio intrapreso in mare in pericolo di vita, immediatamente sono stati soccorsi dal personale medico intervenuto e dalle forze di polizia presenti e rapidamente trasportati presso la struttura recettiva "Scatolone" individuata dalla Prefettura di Reggio Calabria.

Oltre ai 162 immigrati, i finanzieri del Nucleo Operativo Pronto Impiego del Gruppo della Guardia di Finanza, provvedevano ad isolare i presunti membri dell'equipaggio che, fatti sbarcare per ultimi, venivano condotti in caserma per essere sottoposti ad ulteriori accertamenti.

I finanzieri ed i poliziotti avviavano una complessa attività investigativa finalizzata a raccogliere ogni possibile elemento di riscontro per individuare le responsabilità degli scafisti e degli altri membri dell'equipaggio.

Le indagini dei finanzieri del Gruppo e dei poliziotti della Squadra Mobile, condotte dal Pubblico Ministero e dirette dal Procuratore Aggiunto, hanno permesso di accertare il coinvolgimento dei 10 soggetti fermati quali membri dell'equipaggio del peschereccio che, in concorso tra loro, hanno condotto dalla Turchia ed introdotto illegalmente nel territorio dello Stato Italiano 162 extracomunitari di origine prevalentemente afghana e palestinese esponendoli a pericolo di vita e sottoponendoli, durante il viaggio, ad un trattamento inumano e degradante.

In particolare, dai riscontri delle immagini scattate e dei video girati dai finanzieri all'atto dell'abbordaggio e dalle numerose testimonianze assunte in atti dagli altri immigrati presso la struttura di accoglienza, si è riusciti ad individuare gli scafisti dell'imbarcazione, tra l'altro, sorpresi ad allontanarsi velocemente dalla plancia di comando al momento dell'irruzione dei finanzieri tentando di confondersi con i migranti.

I rimanenti 6 membri dell'equipaggio, di nazionalità irachena, iraniana ed afghana, hanno, invece, coadiuvato gli scafisti a vario titolo e con precise mansioni a bordo garantendo l'ordine e la "disciplina" dei trasportati e provvedendo alla saltuaria distribuzione di viveri ed acqua.
Gli sfortunati passeggeri, così come accertato in atti, avrebbero inoltre corrisposto agli scafisti per il viaggio un compenso di circa 5.000 - 6.000 dollari per persona; un lucroso affare di oltre 1.000.000 di dollari per l'organizzazione criminale. Il peschereccio è stato sottoposto a sequestro dai finanzieri del Gruppo e della Sezione Operativa Navale di Reggio Calabria.

Alle attività di indagine ha partecipato anche ulteriore personale della Polizia di Stato della Questura di Reggio Calabria che ha fornito ausilio alle operazioni di riconoscimento degli immigrati e alla raccolta delle testimonianze presso il centro di accoglienza.

Su disposizione del Procuratore Aggiunto e del P.M. venivano eseguiti dai baschi verdi del Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dal personale della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria nr. 8 provvedimenti di fermo di indiziato con traduzione in carcere di Reggio Calabria nei confronti dei responsabili, in concorso dei reati di favoreggiamento ed introduzione illegale nel territorio dello Stato italiano di immigrati clandestini con le aggravanti di aver esposto adulti e bambini a grave pericolo di vita sottoponendoli ad un trattamento inumano e degradante.

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