Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

HEMINGWAY SCRISSE A TAORMINA IL SUO PRIMO RACCONTO, GAETANO SAGLIMBENI INSIGNITO DEL “CITTÀ DI TAORMINA” PER LA SCOPERTA

Hemingway scrisse il suo primo racconto a Taormina: lo ha scoperto lo scrittore Gaetano Saglimbeni insignito del premio “Città di Taormina”
Taormina, 19/01/2013 - Ernest Hemingway scrisse il suo primo racconto proprio nella Città del Centauro. Lo sostiene il giornalista scrittore taorminese, Gaetano Saglimbeni. Quest’ultimo è stato insignito nei giorni scorsi, appunto, del premio “Città di Taormina” per le sue innati doti di ricercatore.
Il diciannovenne giornalista-soldato Hemingway, volontario della Croce rossa americana sul fronte della prima guerra mondiale e ferito mentre prestava soccorso ad un soldato italiano, scrisse, appunto, a Taormina durante una breve vacanza di convalescenza, tra la fine del 1918 e l’inizio del 1919, un racconto inedito che ha dato il via alla sua carriera di scrittore.

L’opera d’esordio di uno scrittore così importante apparve in libreria solo 68 anni dopo, nel 1987, quando lui era morto da 26 anni (suicida a 62 anni, con una fucilata alla testa, nel 1961). “The mercenaries”, il titolo originale del racconto, pubblicato dal biografo Peter Griffin, con la collaborazione del figlio dello scrittore, Jack Hemingway, insieme ad altri inediti, tutti racconti brevi mai tradotti in italiano. A Taormina il giovane Hemingway fu ospitato dal duca di Bronte nella splendida villa a mezza costa sulla via Pirandello. Erano con lui un capitano ed un colonnello dell’esercito americano, James Gamble e Tom Bartley (grandi amici del duca e suoi, essendo stati anch’essi al fronte con i volontari della Croce rossa), e due attori, l’inglese Elijah Woods e l’americano Stewart Kisten. Duca di Bronte era allora Alexandre Nelson-Hood, 65 anni, pronipote del famosissimo ammiraglio inglese Orazio Nelson.

Un padrone di casa “charming and generous aristocratic” (parole di Hemingway), intelligente e raffinato, di grande cultura e dai vastissimi interessi (era stato nominato commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia per meriti acquisiti nel campo della agricoltura), il quale aveva fatto della sua incantevole e confortevole villa di Taormina una sorta di “buen retiro” per artisti e scrittori (tra gli ospiti, Thomas S. Eliot, David H. Lawrence, William Somerset Maugham, Gabriele d’’Annunzio, il futuro premier inglese Winston Churchill). Due settimane di vacanze, distensive e salutari, per il soldato in convalescenza Hemingway. La mattina (scriveva agli amici), “lunghe passeggiate per vicoli pittoreschi, tra vecchie case dai muri in pietra semicoperti dalle buganvillee, per viali che si aprivano tra limoneti e aranceti, su per colline coperte dal verde scuro degli ulivi, davanti ad un mare dai colori cangianti, dall’azzurro al blu, al viola”.


Si parla anche di cucina e vini, nel racconto ambientato a Taormina, scrive Saglimbeni nella sesta edizione del libro dedicato alla sua città (“Taormina: la storia, i peccati, i grandi amori”). E’ di un duello alla pistola per gli occhi di una donna che avrebbe avuto come teatro il giardino di un ristorante che si parla nel racconto dello scrittore ospite di Taormina. “Spiace soltanto – dice Saglimbeni che queste pagine taorminesi del grande Hemingway, scritte tra la fine del 1918 ed il 1919 e pubblicate 68 anni dopo, non siano state mai tradotte in italiano e (ciò che è ancora più grave) nelle nostre librerie non esistano neppure in lingua inglese”.

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