Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

SCORTA A SGARBI: «L’ESPRESSO» E IL DIRETTORE MANFELLOTTO CONDANNATI A PAGARE 30 MILA EURO

Per un articolo del febbraio 2011 a firma di Umberto Lucentini. Falsa la ricostruzione del giornalista marsalese secondo cui la scorta a Sgarbi fu «tolta perché la usava per gli affari suoi, amici e ragazze incluse»

ROMA, 15/03/2013 - Il Gruppo Editoriale «L’Espresso» e il Direttore Bruno Manfellotto sono stati condannati a pagare a Vittorio Sgarbi oltre 30.000 (trentamila) euro di danni per il contenuto dell’articolo dal titolo «Sgarbi, torna la scorta», a firma del giornalista marsalese Umberto Lucentini, pubblicati sull’edizione cartacea e online del giornale «L’Espresso» nel febbraio del 2011 (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sgarbi-torna-la-scorta/2145100).

L’articolo riferiva, attraverso ricostruzioni palesemente infondate, le presunte circostanze che avrebbero indotto il prefetto di Trapani a revocare prima, e a ridare dopo, la scorta al critico d’arte, all’epoca sindaco della Città Salemi.

Secondo il giudice del Tribunale di Camerino la notizia non è vera e «L’Espresso» non ha provato la veridicità di quanto affermato dal giornalista marsalese Umberto Lucentini nell’articolo. Pertanto sia l’editore che il Direttore sono stati condannati al risarcimento dei danni morali subiti da Vittorio Sgarbi.

Lucentini si è letteralmente inventato la ricostruzione secondo cui la scorta a Sgarbi fu «tolta perché la usava per gli affari suoi, amici e ragazze incluse…».

Lucentini, tra l’altro, aveva insinuato che la scorta a Sgarbi fosse stata riassegnata dopo un incontro tra il critico d’arte e l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Sgarbi, avuta notizia della revoca della tutela, il 21 gennaio 2011, per protesta, si era autosospeso dalle funzioni di Sindaco.

Il giudice, tra l’altro, ha stabilito che non risulta a verità che Sgarbi fosse andato «a piagnucolare da Berlusconi».

«Le affermazioni di Lucentini – spiega l’avvocato Giampaolo Cicconi – si sono rivelate palesemente offensive nei confronti di Sgarbi e non rispettose, peraltro, del diritto di cronaca e/o di critica ai quali si deve ispirare il buon giornalista»

Vittorio Sgarbi commenta: «Un classico esempio del del “si dice” o del chiacchiericcio elevati a notizia, sui quali, come da copione, si è costruita una campagna di strumentalizzazione politica»



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