Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

FAUSTO LEALI ‘RITARDA’, SI CONFESSA SU FACEBOOK E RICEVE L’ABBRACCIO DI MAZZARRÀ S. ANDREA

A Mazzarrà S. Andrea, Fausto Leali ha iniziato con circa 1 ora e mezza di ritardo il suo concerto in piazza. Leali 'confessa' su Facebook le ragioni del ritardo: "dovuto ad avaria del veicolo che trasportava la band". E' vero, il pubblico ha rumoreggiato dimostrando però notevole compostezza,  tipica di una comunità accogliente. Al sindaco Salvatore Bucolo e ai suoi collaboratori, dopo l'incertezza, rimane la soddisfazione di un "concerto andato benissimo", come lo stesso Fausto Leali 'testimonia' su Fb. Ed è vero
Mazzarrà Sant'Andrea (Me), 25/08/2013 - “Ringrazio il pubblico di Mazzarrà Sant'Andrea per la pazienza che ha avuto a causa del ritardo, dovuto ad avaria del veicolo che trasportava la band, la simpatia e cordialità del giovane sindaco Salvatore Bucolo e i suoi collaboratori... il concerto è andato benissimo e alla fine tutti felici e contenti. Con affetto Fausto”. Dice la verità Fausto Leali e lo scrive sulla propria pagina Facebook, oramai luogo dell’anima e della coscienza per tutti noi, popolo globale del terzo millennio, che non stiamo per ore intere davanti al frigorifero o alla lavabiancheria ma davanti al pc, al tablet e simili si. E con esso, tramite Facebook, ci liberiamo dei nostri peccati, delle pene, dei nostri dubbi e dei segreti? Ci mondiamo. E’ perché vogliamo comunicare?!
Se proprio di comunicare si tratta, sarebbe bastato… comunicare al pubblico presente ieri sera a Mazzarrà Sant'Andrea, per assistere all’annunciato concerto di Fausto Leali, le ragioni del ritardo che ha fatto si che il pubblico “rumoreggiasse” e l’esibizione iniziasse non prima delle ore 23.30: il pubblico avrebbe compreso. Invece si sono scelti il silenzio (prima) e la frottola (poi), col risultato di suscitare (ora si) la ribellione del pubblico, sentitosi offeso, pur rimanendo un pubblico accogliente e civicamente inappuntabile, ben disposto, numeroso ma composto, sinceramente convenuto a Mazzarrà Sant'Andrea per assistere al concerto (per di più gratuito) di questo inimitabile “Negro bianco”, una voce che forse gli viene invidiata dagli stessi “black”, che dovrebbero possederla per contratto.

Salvatore Bucolo, sindaco di Mazzarrà S. Andrea, ha di fatto offerto ai suoi concittadini un concerto di bellezza e testimonianza non comuni. Bellezza come bellezza, come valore ‘estetico’ del personaggio, delle sue canzoni, dell’esibizione in sé; testimonianza perché Fausto Leali è testimone di un'epoca, rappresenta un capitolo della storia della canzone italiana (e non solo), con un repertorio che non necessita di eccipienti per potervi disciogliere dentro i principi attivi, percentualmente sparuti rispetto all’intera pozione guaritrice.
Fausto Leali è in grado di offrire al pubblico un repertorio che percorre mezzo secolo di storia della canzone, che richiama generi musicali diversi ma omogenei e corposi, che non soltanto non è mai banale ma porta in sé contenuti sociologici e artistici di indubbia rilevanza: Angeli negri, a parte Angelitos negros di Pedro Infante del 1948, ripreso poi da Don Marino Barreto jr nel 1959, richiama in ogni epoca una questione mai sopita ed oggi ancora tanto sentita in tutto il mondo ed in Sicilia, dove il nuovo Pontefice Papa Francesco, si è fatto carico, a Lampedusa, del destino di gente spesso di colore ma 'sempre di colore' nel destino, nella fuga disperata e nella disperata ricerca di un mondo e di una vita migliori.
E proprio oggi in Italia, in Parlamento, viene da chiedersi (come nella canzone): "...perchè disprezzi il mio colore? Se vede bimbi negri Iddio sorride a loro".
Una bella versione di Pregherò (Stand by Me): non proprio quella di Ben E. King, Jerry Leiber e Mike Stoller, gospel del 1955 dei The Staple Singers, riadattato e pubblicato nel 1961, raggiungendo la top ten negli Stati Uniti per ben due volte, nel 1961 e nel 1986, con innumerevoli cover, compresa la più nota di John Lennon. In Italia “Pregherò” fu portata al successo da Adriano Celentano nel 1962 e per i diritti d’autore fece litigare Detto Mariano, Ricky Gianco e Don Backy. L'editore Alberbach li mise d’accordo: Detto Mariano e Ricky Gianco avrebbero disconosciuto la paternità, Don Backy avrebbe conservato la sua quale autore del testo.

Si, è così, c’è storia nella… storia di Fausto Leali, c’è storia e bellezza nel suo concerto: proprio nel 1961, quando Stand by Me prendeva il volo, Fausto si faceva conoscere attraverso la Nuova Enigmistica Tascabile, con lo pseudonimo Fausto Denis (alla rivista venivano allegati i dischi 45 giri).
Quello di Fausto Leali non è un concerto qualunque, sebbene la pigrizia debba essere forse una prerogativa del “Negro bianco”. Fausto Leali, infatti, esegue il suo concerto in maniera ‘canonica’, puntuale e tecnicamente inappuntabile. Non si concede a grosse divagazioni e non indulge a ‘libertà’ musicali e canore che ravvivino un po’ di più i brani. I musicisti, tutti molto bravi, finiscono per fare il loro mestiere senza ridondanze, senza tenere conto che pure in braghe di tela (come si sono esibiti ieri sera, così com'erano arrivati) “si può dare di più”. Eppure basta e avanza.

In repertorio l'immancabile Deborah, nome che Fausto Leali ha dato alla figlia avuta dall'ex-moglie, la cantante del Clan Celentano Milena Cantù. Proprio Deborah andrebbe considerato un brano d’autore, avendo tra gli autori Paolo Conte (Vito Pallavicini, Paolo Conte e Pino Massara). Il brano presentato al Festival di Sanremo 1968, nella versione di Fausto Leali non fa rimpiangere Wilson Pickett, così come Un'ora fa.

Un bellissimo concerto che fa 'perdonare' il ritardo e rende merito agli organizzatori: quello di Fausto Leali certamente non è un comune spettacolo di piazza ma un evento di qualità, assai aderente alla bellezza e alla storia della canzone e di questo strano e stanco paese: l'Italia. Ed agli organizzatori va dato atto dell'ottima scelta.

m.m.

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