Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

SIRNA: “A GIARRE, NESSUN DEPOTENZIAMENTO, NON PRENDIAMO IN GIRO NESSUNO”

GIARRE, 02/09/2013 – «Le denunce dei sindaci del distretto sanitario di Giarre ci preoccupano per il semplice fatto che denotano disinformazione e scarsa conoscenza, sia dei servizi che delle azioni messe in campo per salvaguardare il presidio. Molte affermazioni si configurano più come strumentalizzazioni che come reali preoccupazioni per gli utenti del comprensorio: noi non siamo abituati a prendere in giro nessuno e apprendere tali pesanti considerazioni, senza prima essere interpellati, ci lascia negativamente sorpresi».
È chiara e decisa la replica del Commissario Straordinario dell’Asp Catania, Gaetano Sirna, alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Roberto Bonaccorsi a seguito del tavolo urgente indetto domenica per discutere delle condizioni dell’ospedale “S. Giovanni di Dio e Sant’Isidoro”.

«Non c’è in atto nessun depotenziamento dell’ospedale, non è stato soppresso né limitato alcun tipo di servizio – continua Sirna – né, a maggior ragione, si è mai parlato di chiusura o trasferimenti: non si spiegherebbero altrimenti i continui investimenti effettuati nel tempo per mettere in sicurezza una struttura che abbiamo ereditato in condizioni pessime dal punto di vista strutturale (come tutti sanno l’ospedale di Giarre è “nato vecchio” a causa di blocchi prolungati e avvicendamenti di cantieri durante la sua edificazione, durata oltre 30 anni). Il presidio in atto non è sicuro: questa è l’unica certezza. E questa direzione ha sempre preso e continua a prendere provvedimenti in merito, cercando di tamponare al meglio una situazione che potrebbe mettere a rischio la salute dei pazienti. Già quanto detto esclude categoricamente una mancanza di attenzione nei confronti di Giarre, della sua struttura e degli utenti, medici e personale che vi gravitano».

A conferma di ciò, il fatto che in questi anni sono stati spesi complessivamente oltre 700mila euro per il servizio di messa a norma, consolidamento e miglioramento antisismico; e non ultima la ristrutturazione del reparto di Psichiatria che a giorni verrà riaperto e quella dei reparti di Geriatria e Medicina. «Il “depotenziamento” – come spesso viene erroneamente definito da chi non conosce la storia e i problemi del nosocomio – non rientra nella politica di questa Direzione, che fino a oggi, è intervenuta tempestivamente su quelle che erano le più significative fragilità», continua a ribadire con forza Sirna. In riferimento poi ai servizi e alle risorse umane, «non c’è nessun piano strategico, né scippi mascherati da chissà quale volontà, non sono mai stati falsati i report di produttività né camuffati i risultati operativi della struttura: ma come si fa a dichiarare così prepotentemente e con toni così duri il contrario? – continua il Commissario – a conferma di ciò, a Giarre è stato avviato un programma articolato su 5 giorni settimanali per sfruttare al massimo le potenzialità dell’attività chirurgica basata sulle discipline ORL, chirurgia generale, plastica e ortopedia; è stata trasferita da Acireale la geriatria con un reparto di 14 posti letto e 5 ambulatori; è stato potenziato il personale del pronto soccorso, dei reparti di radiologia e anestesia; è stato aperto il Pta, dove non solo viene offerta assistenza di base specialistica e diagnostica 12 h – con ambulatori di oculistica, cardiologia, diabetologia, angiologia, dermatologia e neurologia - ma vi è anche uno sportello per “pazienti cronici” e un ambulatorio di “Gestione integrata“ tra Medici di Famiglia e Medici Specialisti».

L’ultimo chiarimento è relativo ai due ordini di servizio di agosto, a cui fanno riferimento i sindaci: «Per quanto riguarda il personale del blocco operatorio, dove da tre anni (come da decreto regionale che esclude il nosocomio giarrese quale presidio per le urgenze/emergenze) non vengono effettuate urgenze – conclude Sirna – è stata fatta un’operazione di efficientamento attraverso l’unificazione della gestione delle equipe che, così facendo – viste le numerose richieste – avranno un unico referente preposto a programmare le agende degli interventi, in considerazione del fatto che ormai occorre ragionare in termini di “distretto” e non più di presidio, così come avviene in tutta l’Azienda. Nulla è cambiato e nulla cambierà in riferimento al numero di risorse umane preposte alla copertura delle sale operatorie. Per la cardiologia, infine, non vi è stato alcun depauperamento: i medici e i posti letto sono sempre gli stessi. Abbiamo semplicemente spostato i quattro posti letto presso la degenza di medicina, per ottenere il supporto e l’assistenza di alcune unità infermieristiche (presso il reparto vi erano ben 14 infermieri!), che risultavano poco congrue con un rapporto di 2,30 infermieri per paziente ben oltre la media stabilita dalla Regione di 1,29, con una conseguente dispersione e irrazionale utilizzo del personale. La precedente condizione che vedeva la separazione delle dotazioni del personale di comparto di cardiologia e medicina del presidio di Giarre costituiva infatti un’anomala fattispecie, diversa da quella di Acireale, dove le citate degenze sono già state accorpate».

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