Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

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Roma, 22 ottobre 2013 - “Governi di destra, di sinistra, tecnici, di larghe intese (e corte vedute), tutti caratterizzati da un unico comune denominatore in materia di politica economica: tagliare sul sicuro e lasciare indenni i poteri forti, le corporazioni, i santuari del potere finanziario”. Queste le parole del Segretario Generale Benedetto Attili, il quale commenta il ddl di stabilità messo a punto dal governo:
“Una ulteriore caratteristica di questa legge è la mancanza, anche nei titoli, di qualsiasi riferimento alla lotta all'evasione ed alla corruzione, di qualsiasi accenno alla lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione, di qualsiasi allusione al sistema degli appalti per lavori e forniture che notoriamente è fonte ed alimentazione di fenomeni corruttivi e di infiltrazioni criminali.”

Il Segretario Generale della Uil Pubblica Amministrazione aggiunge: “Quasi in punta di piedi, per non disturbare, si ripropongono le solite ricette. Tagli alle retribuzioni del personale pubblico, blocchi contrattuali, sospensione per altri tre anni del turn-over, blocchi degli straordinari, riduzioni dei fondi integrativi, delle indennità del personale all'estero e così via, perpetuando una linea di politica economica devastante per tre milioni e mezzo di lavoratori e rispettive famiglie e per l'efficienza e la qualità dei servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni. E Intanto, andando a spulciare nei meandri del DDL di stabilità troviamo, solo per fare qualche esempio, sotto la voce “risorse per lo sviluppo e finanziamento di esigenze indifferibili", ingenti finanziamenti (7 miliardi !!!!!!) per il programma di ammodernamento della marina militare. Per comprendere la cifra di cui si sta discutendo, i 7 miliardi sono esattamente quelli che servirebbero per rinnovare il CCNL triennale di tre milioni e mezzo di lavoratori pubblici!!!.

Attili aggiunge: “Ora nessuno discute del sicuro impatto che questo sforzo potrà avere sull'industria del settore cantieristico, ma siamo veramente convinti che non si sarebbe raggiunto un risultato più efficace per innescare la ripresa economica andando ad iniettare 7 miliardi di liquidità nel mercato interno, attraverso il rinnovo dei CCNL dei dipendenti pubblici? Rinnovo che comporterebbe anche la soluzione di problemi di ordine sociale che si stanno chiaramente delineando a seguito dei continui ed incessanti tagli alla P.A. ed a chi ci lavora. Ma, per far questo serve una cosa che sicuramente manca al Governo Letta: serve CORAGGIO.
Coraggio che sicuramente non occorre per continuare a servire i cosiddetti poteri forti spacciando scelte di lobby per decisioni nell'interesse della collettività.

“Giriamo queste domande - aggiunge il Segretario Generale della UIL PA - ai nostri politici che in queste settimane saranno impegnati a discutere ed approvare la manovra economica, perché in ultima istanza spetta proprio a loro, a ciascun deputato e senatore, indicare al paese quali sono le priorità, se serve più un incrociatore o un F35, un'autostrada o interventi in favore della ripresa economica. I lavoratori, i pensionati, gli imprenditori, sani ma esausti, hanno diritto ad essere informati sui motivi di queste scelte e, soprattutto, sul motivo per il quale alla fine a pagare il conto finale sono sempre e solo i soliti noti.”
“In questa situazione – conclude Attili - le quattro ore di sciopero annunciate da CGIL, CISL e UIL per il mese di novembre rappresentano un doveroso primo passo, per nulla affrettato, cui dovranno seguire ulteriori, più incisive azioni al fine di ottenere quei cambiamenti necessari per affrontare in modo serio e coerente i problemi del paese”.

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