Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

PDS/MPA, ARSEA: “GLI AGRICOLTORI SICILIANI SIANO MESSI IN CONDIZIONE DI OPERARE”

“Vi sono nel comportamento del Governo e dell’Assessore delle evidenti anomalie nella gestione della vicenda ARSEA; anomalie che rischiano di arrecare un danno gravissimo al già provato comparto agricolo siciliano
Palermo, 30/11/2013 - L'incoerenza ed incompletezza delle risposte fornite in Aula dall'Assessore all'Agricoltura, che speriamo siano del tutto disinteressate, non fanno che alimentare dubbi e gettare ombre su questa vicenda, nonché su quelli che sono i reali motivi che guidano l'azione dell'esecutivo, che sembra orientato a garantire e tutelare una lobby economico-burocratica.”


Lo denunciano Roberto Di Mauro e Toti Lombardo, deputati regionali del Partito dei Siciliani MPA, che dopo l’intervento di giovedì dell’Assessore all’Agricoltura Cartabellotta, annunciano la presentazione di atti ispettivi all’Assemblea Regionale Siciliana “perché le domande cui l'Assessore non ha voluto rispondere siano formalizzate e per far luce – dicono – sui punti oscuri di questa vicenda, su quelle che appaiono come delle volute dimenticanze da parte del Governo, che evidentemente fa finta di ignorare la corposa legislazione in materia.”

L’ARSEA, ricordano infatti i due parlamentari, è stata prevista già dal 1999 con un regolamento comunitario e con il successivo DL 165/99, in quadro di interventi legislativi che hanno IMPOSTO la creazione di organismi pagatori regionali.

I compiti di questi enti vengono quindi chiaramente elencati (dal controllo della ammissibilità delle domande e delle procedure di concessione degli aiuti al pagamento ai destinatari degli aiuti; dall’esecuzione dei controlli all’applicazione di sanzioni) e persino la Corte dei Conti ha più volte sollecitato la loro istituzione ed entrata in funzione. Dagli Enti pagatori dipendono poi i pagamenti per i contributi diretti agli agricoltori che rappresentano, attraverso la “Domanda Unica” (contributo ettaro/coltura), il perno portante della Politica Agricola Comunitaria.

“L’ARSEA – affermano quindi Di Mauro e Lombardo – non è nata da una volontà arbitraria dell'autorità siciliana, ma da un preciso ADEMPIMENTO DI LEGGE per l'applicazione della Politica Agricola Comunitaria e il cui funzionamento è fondamentale per garantire i pagamenti agli agricoltori ed un articolato sistema di controlli e vigilanza utile ad un’efficace utilizzo dei fondi europei.”
Sciolto il nodo della legittimità dell’Agenzia, i due parlamentari affrontano però in modo più diretto gli aspetti pratici della vicenda: “i contributi che l’ARSEA dovrà gestire ammontano a circa un miliardo e cento milioni di Euro – affermano – e oggi queste somme transitano dall’Agenzia nazionale in attesa che l’ARSEA diventi operativa, con enormi complicazioni di tipo pratico e burocratico. E’ noto a tutti – ricordano Di Mauro e Lombardo – che oggi i tempi di pagamento agli agricoltori raggiungono se non addirittura superano i sei mesi, quando un’Agenzia basata in Sicilia e che operi soltanto per gli agricoltori siciliani potrebbe avere una operatività di pochi giorni.”
Infine, i due parlamentari del Partito dei Siciliani affrontano il nodo della odierna questione: “attorno ai costi veri e presunti, attuali e futuri dell’ARSEA – affermano – è stato sollevato, forse ad arte, un polverone mediatico, dimenticando che l’Agenzia non ha in sé alcun costo, in quanto pagata con fondi comunitari e fornita di personale regionale che andrebbe comunque remunerato ed opportunamente valorizzato e dimenticando che è proprio l’attuale situazione che determina un aggravio per le casse pubbliche.”
Lombardo e Di Mauro affermano infatti che l’Agenzia ha anche compiti di controllo e quindi il suo mancato funzionamento, non addebitabile all’Agenzia stessa, richiede il ricorso a ditte e tecnici esterni.

Per altro, ricordano i parlamentari del PdS, il numero di personale assegnato all’ARSEA è enormemente inferiore a quello assegnato alle altre Agenzie italiane: mentre nelle altre regioni il rapporto fra dipendenti e popolazione è di 1/1.500, per l’ARSEA sarebbe di 1/3.000, pur in presenza di una realtà agricola particolarmente complessa ed articolata.”
A determinare il blocco della situazione, secondo quanto affermano i due parlamentari, sarebbero altri Uffici e non certo l’Agenzia stessa.

“Da luglio del 2012 – denunciano Di Mauro e Lombardo - l’Agenzia attende il visto di legittimità sul Regolamento di organizzazione generale, uno dei documenti propedeutici al definivo riconoscimento e quindi all’operatività.
Solo in parte, nonostante i solleciti, l’Agenzia è stata dotata della necessaria dotazione tecnica come i computer e il mobilio.”
Insomma, per Di Mauro e Lombardo, “siamo di fronte o ad un palese abbaglio del Governo o ad una precisa volontà di impedire che l’ARSEA, con tutti i suoi benefici per l’siciliana, diventi operativa”.

“Di fronte a questi inoppugnabili dati – è la conclusione dei due parlamentari – Crocetta e i suoi Assessori, invece di lanciare campagne mediatiche contro ipotetici e fantomatici enti fantasma che per altro non hanno alcun costo diretto per l’Amministrazione regionale, dovrebbero attivarsi per il rispetto della legge e perché gli agricoltori siciliani siano messi in condizione di operare e avere una interlocuzione e dei riscontri veloci alle proprie esigenze.”
"Per quanto ci riguarda riproporremo all'ARS una mozione impegnativa per il Governo e siamo pronti, insieme a migliaia di agricoltori, anche ad azioni clamorose, perché siano riconosciuti in Sicilia gli stessi diritti riconosciuti agli operatori agricoli delle altre regioni italiane."


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