Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

INFRASTRUTTURE: GLI ITALIANI CHIEDONO PIÙ INVESTIMENTI E IL 67% DELLA POPOLAZIONE “PROMUOVE” ANAS

Indagine Ispo Ricerche. La ricerca demoscopica rileva tra gli italiani e gli opinion leader la strategicità percepita del sistema infrastrutturale nazionale e la sedimentata conoscenza di Anas
Roma, 23 gennaio 2014 - Nove italiani su dieci (86%) ritengono che il sistema infrastrutturale sia fondamentale per lo sviluppo del Paese e sette su dieci (il 65%) sostengono che gli investimenti in questo settore siano il modo migliore per impiegare il denaro pubblico. Sono alcuni dei risultati della ricerca demoscopica realizzata da ISPO Ricerche - e illustrata dal Prof. Renato Mannheimer - sul tema:
“L’atteggiamento verso le grandi infrastrutture e l’immagine di Anas presso la popolazione e gli opinion leader”, presentata oggi dal Presidente dell’Anas Pietro Ciucci presso la Scuola Superiore della Polizia, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, On. Maurizio Lupi.
“C’è una profonda consapevolezza che sviluppo economico, benessere, occupazione, migliore accessibilità e fruizione dei servizi passino necessariamente attraverso un potenziamento del sistema infrastrutturale”, ha commentato il Presidente Pietro Ciucci.

LE INFRASTRUTTURE RILANCIANO IL PAESE. - L’importanza del potenziamento del sistema infrastrutturale è sottolineata dalla grande maggioranza della popolazione italiana (81%) e da un’ampissima quota di opinion leader (96%). “Gli opinion leader – commenta Renato Mannheimer – sostengono anche che un piano infrastrutturale dovrebbe essere tra le priorità del Governo (68%) e che le grandi opere sono un modo per uscire dalla crisi (71%)”.

L’indagine svela anche che, secondo gli italiani, il potenziamento infrastrutturale favorirebbe un aumento occupazionale (34%), migliori collegamenti con l’Europa (22%) e una generale e maggiore possibilità di sviluppo economico (14%). Ed è forse anche per questa propensione che la maggioranza della popolazione, pur manifestando la dinamica tipica del NIMBY, si dice fortemente disponibile ad accettare l’insediamento di nuove infrastrutture per tutte le scale geografiche proposte. Rispetto alle possibili problematicità, vengono invece suggeriti l’eccessiva dilatazione dei tempi di realizzazione (24%), il costo eccessivo (23%) e possibili episodi di illegalità (19%).
Per quanto riguarda il ruolo attribuito ai diversi attori coinvolti nel sistema infrastrutturale, la maggioranza degli italiani attribuisce ad essi un ruolo primario nello sviluppo del sistema stesso: in primis lo Stato (90%), seguito dalle imprese private (75%), dagli Enti locali (65%) e dalle comunità locali (61%). Per quattro italiani su dieci però le aziende non dovrebbero continuare ad avere un ruolo primario e per circa tre su dieci neanche lo Stato, gli Enti locali e le comunità locali. Leggendo le risposte degli opinion leader invece lo Stato (86%), le imprese private (74%) e gli Enti Locali (57%) hanno un ruolo primario mentre le associazioni di categoria (53%) e le comunità locali (57%) ricoprono un ruolo secondario.

GLI ITALIANI “PROMUOVONO” ANAS. - Sono nove su dieci gli italiani che affermano di conoscere Anas, alla quale, spontaneamente, associano le immagini di strade (26%) e autostrade (25%) e i concetti di manutenzione e gestione delle stesse (22%). Gli opinion leader confermano l’immagine delle autostrade (21%) e i concetti di manutenzione e gestione (17%), ma un quarto di loro cita, al primo posto, aspetti negativi (28%). In seguito ad una sollecitazione invece, entrambi i target associano ad Anas l’attività di realizzazione e manutenzione di opere infrastrutturali (popolazione 61% - opinion leader 55%). L’11% della popolazione segnala la diffusione delle “informazioni sul traffico automobilistico”.
Considerando il giudizio complessivo su Anas, si nota che due terzi di entrambi i target (popolazione 67% - opinion leader 63%) esprimono un giudizio positivo, anche se, dalla lettura dei voti medi, gli opinion leader appaiono più critici (popolazione 6,1 – opinion leader 5,8).
“Si tratta – ha spiegato Ciucci – di un dato per noi molto lusinghiero. Se l’Anas è conosciuta e il giudizio è positivo, il merito credo debba essere ascritto alla sua capacità di fare: negli ultimi sette anni l’Anas ha dato avvio a 202 nuovi lavori e sono state portate a termine opere che hanno consentito l’apertura al traffico di oltre 1.340 km di strade e autostrade in gestione per un investimento di circa 14 miliardi. Opere quindi visibili, in molti casi opere di importanza fondamentale per la vivibilità e l’accesso di interi territori. Questo i cittadini lo hanno apprezzato”.
“Le caratteristiche di Anas più apprezzate dagli italiani – spiega infine Mannheimer - sono la sua storicità (80%), l’essere una delle aziende più importanti d’Italia (78%) e la sua importanza per lo sviluppo economico e sociale del Paese (77%). Mentre sono circa otto su dieci gli opinion leader che riconoscono ad Anas l’essere un’azienda di grande potenzialità (78%), tra le più importanti d’Italia (79%) e importante per lo sviluppo economico e sociale del Paese (78%).



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