Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

DIRIGENTI SCOLASTICI: IL RIALLINEAMENTO DEGLI STIPENDI IN TEMPI DI SPENDING REVIEW

La storia ci insegna che spesso le riforme più rivoluzionarie e innovative avvengono quando la società entra in crisi profonda e le soluzioni tradizionali non sortiscono alcun effetto
Palermo, 27/03/2014 - È balzata all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica la questione strategica della riforma della dirigenza pubblica e statale cominciando a disboscare la giungla retributiva degli stipendi dei dirigenti pubblici
determinatasi in anni di cattiva gestione della cosa pubblica. I presidi hanno conseguito la dirigenza nel 2000, allorquando erano soltanto dei funzionari apicali, ma senza ottenere contestualmente il trattamento economico spettante ai dirigenti. Si sono chiesti il perché e hanno cominciato a imparare e a capire sulla loro pelle le disfunzioni e le ingiustizie del sistema retributivo che ha impedito loro a distanza di quattordici anni di diventare effettivamente dirigenti pleno iure con lo status retributivo che gli sarebbe spettato.

Perché? Perché la politica ha segnato nel tempo rapporti di forza diversi a tutto svantaggio degli ultimi entrati nell’area dirigenziale e cioè i presidi. Eppure vige un ruolo unico di tutta la dirigenza pubblica e statale che dovrebbe comportare almeno per tutti gli statali garanzia di trattamento equo e calibrato sulle effettive responsabilità e mansioni.
Ma così non è, perché si è invocato sempre il principio dei “diritti acquisiti” a vantaggio dei più forti e si è rimandato di contratto in contratto l’adeguamento stipendiale per mancanza di “risorse fresche”, che non ce ne sono state in passato e non ce ne saranno più in futuro.

Le ultime vicende segnate alla Camera dei deputati ove in sede di conversione del decreto sugli scatti della scuola tutti gli emendamenti riproposti per l’ennesima volta per ottenere la perequazione stipendiale sono stati dichiarati inammissibili per mancanza di copertura finanziaria, hanno tolto ogni velo e ogni alibi alla realtà fattuale.

A distanza di 14 anni, pur con carichi di lavoro sempre più gravosi, i presidi scontano ancora una ingiustizia in termini di mancato adeguamento della retribuzione accessoria di posizione e di risultato rispetto ai colleghi dirigenti di analoga fascia dello stesso MIUR, e cioè gli ispettori e i dirigenti amministrativi di 2ª fascia dell’Università così come rispetto ai dirigenti di seconda fascia degli Enti Locali.

Anche se limitiamo l’attenzione alle tre categorie di Dirigenti dello Stato appartenenti alla stessa amministrazione del MIUR, operanti nello stesso comparto scuola, e con stessa qualifica dirigenziale di 2ª fascia, ci accorgiamo di come siano trattati o meglio maltrattati in maniera diversa dalla stessa matrigna che assegna retribuzioni accessorie diverse.
Lo stipendio tabellare base annuo di tutte e tre le categorie è lo stesso e cioè di 43.310,70 in ossequio al ruolo unico di appartenenza. Ma l’equiparazione finisce qui perché su tutte le restanti voci stipendiali si aprono divari incomprensibili. E sono le voci più importanti e consistenti che fanno la vera differenza.
La retribuzione di posizione parte fissa per i ministeriali e per gli universitari è 12.155,61, mentre per i presidi è di 3.556,68. Perché? Nessuno lo sa spiegare se non con i diritti acquisiti. Ma acquisiti da chi come e quando; e perché i presidi non dovrebbero acquisirli?

Andiamo avanti e passiamo alla voce Retribuzione di posizione parte variabile dove i ministeriali realizzano sino a 27.719,39 gli universitari incassano 33.569,7 mentre i presidi al massimo 10.025,63. Anche qui ci domandiamo perché e la risposta è la stessa. Ma già gli universitari conseguono un vantaggio rispetto agli ispettori di 5.850.
Passiamo alla retribuzione di risultato dove i ministeriali riescono ad incassare sino a 39.768,00, gli universitari incassano in media 15.879 mentre le briciole vengono assegnate ai presidi circa 3.000 euro. E qui gli ispettori recuperano in media sugli universitari circa 23.889.
La classifica della penalizzazione vede in testa gli ispettori ministeriali, seguono poi gli universitari con un distacco al ribasso di 18.039 e fanalino di coda i presidi con 35.000 euro di distanza in giù dai primi.
Nessuno è in grado di spiegare motivare o giustificare la classifica.

Lo stesso risultato si ottiene se andiamo a fare il confronto con altri comparti e aree dirigenziali quali ad esempio quelle del MEF.
Lo stipendio tabellare dei 535 dirigenti del MEF è in media di € 43.635,80
La retribuzione accessoria di posizione parte fissa per tutti i 535 dirigenti del MEF è di € 12.155,65
La retribuzione accessoria di posizione parte variabile è in media di € 18.367,47
La retribuzione accessoria di risultato è in media di € 6.879,34
La RIA Retribuzione di anzianità è in media per quelli che la posseggono di € 4.231,56

Tutto questo porta la retribuzione complessiva dei dirigenti a una media di € 81.814,68
La sperequazione di stipendio con i dirigenti scolastici è tutta legata alla retribuzione di posizione che in media è di circa 25.000 euro.
Una vera e propria ingiustizia da risolvere ora e subito da parte del governo in tempi di spending review, riallineando anche senza risorse fresche tutte le parti accessorie di tutte le dirigenze pubbliche visto il ruolo unico.
Non è possibile più invocare le vecchie categorie della contrattazione e cioè la mancanza di risorse fresche, la intoccabilità dei diritti acquisiti, i tetti, i FUN e i riti superati del vecchio armamentario del sindacalese.

Salvatore Indelicato
Vicepresidente regionale ASASi

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