Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

SGARBI ALL'ARCIVESCOVO DI AGRIGENTO: «NON DICA FALSA TESTIMONIANZA. LE MAFIE SONO DUE»

Francesco Montenegro aveva invitato i giovani a gridare «Chi non salta mafioso è». «Talvolta - conclude Sgarbi - chi non salta è chi cerca verità scomode, piuttosto che finzioni comode. Ad Agrigento, peraltro, tra quelli che non saltano c'è anche Angelino Alfano, esponente della seconda mafia, che cerca facile consenso usando lo Stato contro persone oneste»


ROMA, 06/05/2014 - Vittorio Sgarbi risponde all'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro che, nei giorni scorsi, a San Giovanni Gemini, ha invitato i giovani presenti a una manifestazione a gridare «chi non salta mafioso è». «Non deve indurre in tentazione - attacca Sgarbi - e non deve dire falsa testimonianza l'arcivescovo di Agrigento che ha esortato i giovani a combattere la mafia in termini demagogici e bugiardi, con la formula: "chi non salta mafioso è". Formula facile, ma così non si combatte la mafia, perché l'arcivescovo non può fingere di non sapere che chi combatte la mafia dove non c'è, consegue un millantato credito.
E da Sciascia a Buttafuoco - che l'arcivescovo, evidentemente, legge poco - sappiamo che le mafie sono due: la mafia e la mafia dell'antimafia.

Ad Agrigento, peraltro, tra quelli che non saltano - osserva Sgarbi - c'è anche Angelino Alfano, esponente della seconda mafia, che cerca facile consenso usando lo Stato contro persone oneste, come prova l'esperienza di Campobello di Mazara, dove il sindaco Ciro Caravà è stato prima arrestato e poi assolto perché il fatto di «mafia» non sussisteva. A cittadini come Caravà, vera vittima - ricorda Sgarbi - dovrebbe andare l'umana comprensione dell'arcivescovo, che deve stare, piuttosto, dalla parte degli uomini invece che della retorica. Non dovrebbe piacergli che qualcuno salti soltanto per compiacerlo e per paura di essere solo.
Talvolta - conclude Sgarbi - chi non salta è chi cerca verità scomode, piuttosto che finzioni comode»


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