Videosorveglianza sui luoghi di lavoro senza autorizzazione, lotta al lavoro nero: continua l’attività ispettiva dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Messina. Deferiti 1 datore di lavoro, individuato 1 lavoratore in nero, sospesa 1 attività, sanzioni per 27.820,00 euro
Messina, 13 agosto 2014 - I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Messina, unitamente ai militari dell’Arma Territoriale, nell'ambito di servizi finalizzati a verificare il rispetto della tutela della libertà e dignità dei lavoratori nei luoghi di lavoro, d’intesa con il responsabile della Direzione Territoriale del Lavoro di Messina, negli ultimi 15 giorni, hanno protratto la vigilanza ispettiva nel settore commercio e, in altri settori, puntando l’attenzione anche sull’uso non autorizzato di impianti di videosorveglianza.
Sono state sottoposte a controllo 18 aziende rilevando complessivamente la presenza di 1 lavoratore privo di alcuna tutela assicurativa e previdenziale, ovvero completamente in nero.
Per 1a ditta è stata disposta la sospensione delle attività imprenditoriali, avendo riscontrato una percentuale di lavoratori in nero pari o superiore al 20% della forza lavoro presente come previsto dal testo unico 81/2008 a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, così come recentemente modificato a dicembre 2013.
Inoltre in violazione della Legge 300/1970 è stata effettuata una denuncia in stato di libertà del titolare di una ditta, scaturita dall'uso non autorizzato di impianti di videosorveglianza che “possono essere installate soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali, ovvero, in difetto di accordo, su autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro”. L’uso degli impianti audiovisivi è un importante alleato delle forze dell’ordine e, oramai, un diffuso espediente dei datori di lavoro per tenere alla larga i malintenzionati; tuttavia, il Garante per la privacy ne limita il campo di applicabilità.
E’ chiaro che il problema non è di poco conto, in quanto da un lato vi sono legittime esigenze di prevenzione e contrasto del crimine, dall’altro le altrettante legittime esigenze di privacy della popolazione e, nello specifico, la riservatezza sui luoghi di lavoro. Il fatto non è il proliferare di impianti di videosorveglianza quanto il cattivo uso che se ne possa fare.
Vista la crisi e la difficoltà di trovare un posto di lavoro sicuro, molti giovani soggiacciono al sopruso di taluni datori di lavoro che non comprendono bene i diritti dei lavoratori, con la possibilità di controllare con un impianto audiovisivo quel che fanno i lavoratori.
Il vigente Statuto dei Lavoratori, approvato nel 1970 per sancire i diritti fondamentali dei lavoratori, in un periodo di ingiustizia sociale, rimane un utile strumento anche per le esigenze nuove del mercato del lavoro.
A conclusione l'attività ispettiva ha portato:
Nr. 18 aziende ispezionate;
Nr. 1 sospensione attività imprenditoriale;
Nr. 1 denuncia in stato di libertà per impianti di videosorveglianza non autorizzato;
Sanzioni amministrative per complessivi euro 27.820,00.
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