Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

MAFIOSI E CORROTTI PUTREFATTI, DI(CON)VERTITEVI E POI ANDATE AL DIAVOLO

12/04/2015 - “Mafiosi e corrotti putrefatti convertitevi”. Papa Francesco, nella bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia, Misericordiae vulnus, si è rivolto direttamente e senza mezzi termini a mafiosi e corrotti d'ogni estrazione ed esperienza criminale, a farabutti e faccendieri d'ogni setta e d'ogni fatta. “In particolare agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, qualunque esso sia. Per il vostro bene vi chiedo di cambiare vita". Ma essenzialmente per il nostro bene, aggiungiamo noi.

"Ve lo chiedo nel nome del Figlio di Dio. Non cadete nella terribile trappola di pensare che la vita dipende dal denaro e che di fronte a esso tutto il resto diventa privo di valore e di dignità. È solo un’illusione. Non portiamo il denaro con noi nell’al di là. Il denaro non ci dà la vera felicità".

Il fatto è che questi farabutti la felicità la tolgono agli altri, alla società, a chi capita loro a tiro. Sono loro i torturatori che mancano alla ‘scomunica’ dell'Unione Europea, che sanziona i poliziotti del G8 di Genova ma si guarda bene dal sanzionare dirigenti e burocrati e politici corrotti.

Papa Francesco si spinge oltre Wojtyla, per la prima volta lancia la sua scomunica ai mafiosi oltre il duro monito di Karol Wojtyla, vent'anni fa, ad Agrigento, quando rivolgendosi agli esponenti della mafia e della criminalità organizzata gridò: "Convertitevi". Papa Bergoglio adesso scaglia il suo durissimo anatema contro mafiosi e corrotti, promette il perdono e invoca la conversione.

E noi, pur con devotissimo rispetto e sincera ammirazione, dubitando molto dell'interesse che tali folte schiere possano nutrire per la conversione diremmo: restituite quanto avete rubato e sottratto alla comunità, divertitevi, convertitevi, restituire il denaro e poi andate al diavolo voi, i vostri partiti politici e le organizzazioni con le quali e per le quali sguazzate e agite. E sparite, toglietevi dai piedi per sempre. Alla galera ci pensi chi di dovere. O spariscano pure loro.


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