Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MILAZZO, PRESTI: “NEL CAOS POLITICO L’AMORE PER UN PROGETTO CREDIBILE”

Milazzo 23 aprile 2015 - Comprendo lo smarrimento, l’amarezza e la disillusione di chi ha sostenuto la mia candidatura a sindaco e allo stesso modo voglio assicurare che non mi è stato facile decidere, se non con responsabilità e buon senso, di rimodulare un percorso già avviato da lungo tempo e scegliere di proseguire nel nostro progetto. In Sicilia il dinamismo renziano si misura quotidianamente con il gattopardismo politico e nella nostra provincia tali resistenze sono state acuite dalle note vicende giudiziarie i cui effetti hanno travolto il partito. A Milazzo questo si è tradotto con la mancata celebrazione delle primarie, volute con forza dalla nostra area di appartenenza, “Big Bang – Milazzo”: sono convinto che avrebbero rappresentato un primo passaggio di democrazia partecipata ma l’esito, a tutti noto, è stato quello di essere malamente silenziate.

In questo scenario abbiamo scritto ai vertici nazionali e regionali del partito, e chiesto spiegazioni su un contesto così confuso agli occhi dell’opinione pubblica. Nel protrarsi del caos politico, l’amore per un progetto credibile, il patrimonio straordinario di idee e competenze, l’entusiasmo, li abbiamo ritenuti ottimi motivi per spingerci a concorrere comunque alle elezioni amministrative. Ma è davanti all’appello del segretario regionale del PD, Fausto Raciti, che abbiamo raccolto l’invito al dialogo con l’impegno di un cambiamento e la sicurezza di un percorso politico condiviso. Un nostro rifiuto avrebbe significato presunzione e il rischio di continuare in lacerazioni dannose per tutti, consegnando agli elettori solo confusione e divisioni. Con questa consapevolezza e il rispetto e la garanzia della nostra identità, abbiamo nuovi compagni di viaggio, pubblicamente impegnati a valorizzare quel patrimonio, la nostra personalità, la nostra visione del futuro di Milazzo.

Sono giunti puntuali gli attacchi degli “addetti ai lavori”: i politicanti, quanti hanno interesse a che “tutto cambi affinché nulla cambi”, i falsi uomini liberi, gli improbabili ricercatori della domenica, i lacchè prepotenti, i “rivoluzionari” di Facebook o dietro commenti anonimi. Frasi scontate di chi ha fatto della politica una professione, sicuro di azionare, in vista delle elezioni, una macchina programmata su una idea feudale del consenso elettorale e mossa mediante le mani di deputati, non milazzesi, ben affondate sulla città. Di chi orienta il voto esercitando pressioni nel mondo della scuola e del lavoro. Di coloro che sputano sentenze, pur avendo governato, e che non hanno mai avviato un piano turistico con la responsabilità di aver promosso politiche culturali improvvisate e di scarso profilo. Autoproclamati detentori della cultura che, avvitati nel proprio narcisismo, hanno abbandonato ad una dimensione paesana di oblio ogni attrattiva paesaggistica, naturale, artistica di cui Milazzo è dotata. Questi sì che rappresentano davvero un’armata brancaleone gestita dall’alto.

E che dire dei “finti nuovi”? Poco prima ci rincorrevano per alleanze spregiudicate, poi, non avendo ceduto alle loro sirene ammaliatrici sono stati pronti ad etichettarci sulla stampa come fautori di “giochi di potere”, per stringere infine essi stessi patti scellerati su imposizione della peggiore e più disparata compagine politica. Sono forse loro a potersi arrogare il diritto di puntarci il dito contro? E su che basi?
Mi rivolgo ai nostri sostenitori, a quanti ci apprezzano, ai tanti che in questi mesi ho potuto conoscere e che hanno supportato la nostra proposta politica, a Voi in particolare dico che “Milazzo è ancora Bellissima” prosegue con più forza e più decisione. I nostri volti e le nostre energie si impegneranno per raggiungere questo obiettivo senza se e senza ma. Il dialogo, il confronto costante e la coerenza con noi stessi saranno l’unico criterio con cui ci misureremo sempre. “Milazzo è ancora Bellissima” nonostante le ferite e i lividi che fanno parte della politica e della vita.

Salvo Presti

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