Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

SICILIA ECCELLENZA EUROPEA PER LA RICERCA NELLE NANOTECNOLOGIE MEDICHE

L’Università di Catania, membro del Consorzio Interuniversitario INBB, è il coordinatore del progetto di ricerca UltraPlacad per sviluppare nuovi sistemi di diagnosi precoce del tumore del colon retto tramite analisi del sangue. Benefici per i pazienti, velocità di diagnosi e minori costi per il sistema

Catania, 6 maggio 2015 - ULTRAPLACAD è l’acronimo di un ambizioso progetto guidato dall’Unità di Ricerca dell’Università di Catania del Consorzio Interuniversitario “Istituto Nazionale Biostrutture e Biosistemi” (INBB), che significa Dispositivi Plasmonici Ultrasensibili per la Diagnosi Precoce del Cancro. Il progetto, che coinvolgerà per una durata di 42 mesi 13 soggetti fra università e centri di ricerca, ospedali e aziende del settore, è risultato il più innovativo ed interessante nell’ambito del piano di finanziamento della ricerca Horizon 2020 finanziato dalla Commissione Europea che lo ha collocato al primo posto tra le 462 richieste di finanziamento ricevute da tutta Europa nel settore dei dispositivi medici e ulteriormente al primo posto fra i nove progetti ammessi al finanziamento su una dotazione complessiva di oltre 48 milioni di € di cui fino ad un massimo di 6 milioni (cioè il 12,5% della dotazione totale affidati a questo progetto Italiano).

ULTRAPLACAD metterà a punto un nuovo metodo di analisi in grado di verificare la presenza di alcune molecole associate al tumore del colon retto direttamente dal sangue di pazienti, senza dover far più ricorso ai complessi, invasivi e fastidiosi metodi oggi utilizzati che richiedono biopsie per l’asportazione di parte dei tessuti da analizzare.

Con i metodi che verranno messi a punto da ULTRAPLACAD - che ha come obiettivo nei suoi tre anni e mezzo di attività di arrivare alla sperimentazione in una struttura ospedaliera (L’Istituto per i Tumori Regina Elena di Roma) dei nuovi sistemi di diagnostica che saranno così pronti per la successiva fase di estensione nei protocolli medici - sarà possibile effettuare le diagnosi semplicemente usando pochi millilitri di sangue prelevato dal paziente ed eliminare in molti casi l’invasiva e dolorosa indagine della colonscopia con evidenti benefici. Questi, oltre che relativi alla qualità della vita dei pazienti, riguardano una maggior tempestività della diagnosi (e quindi sul possibile esito del decorso della malattia di quello che oggi è il secondo tipo di tumore per diffusione e per mortalità, con una ripartizione in termini di incidenza e di esito sfavorevole del tutto sovrapponibile fra i due sessi), un miglioramento di tutte le attività di follow up clinico nelle fasi post operatorie e, non da ultimo, una riduzione dei costi medici derivante dalla riduzione del numero delle colonscopie che – si ricorda – oggi sono l’unica metodica sia nella fase di diagnosi che di controllo post operatorio o di trattamento farmacologico.

Il progetto ULTRAPLACAD combina e sfrutta le nuove possibilità offerte da forme avanzate di nanotecnologie con metodiche e conoscenze che consentono di mettere a punto metodi di analisi biochimiche in grado di operare con altissima sensibilità e su materiali biologici e cellulari presenti in concentrazioni bassissime. In questo senso – così come ha riconosciuto l’Unione Europea nel definire i criteri di fondo del bando Horizon 2020 – si persegue la strada di una medicina non solo sempre più spostata sulla diagnostica precoce e sulla possibilità di lavorare per screening economici e poco invasivi ma anche fortemente personalizzabile, diventando un potente strumento di influenza e qualità a livello sociale nel trattamento delle malattie.

L’università di Catania e il Consorzio INBB, che opera dal 1995 col riconoscimento del Ministero della Ricerca e dell’Università e raggruppa 23 università pubbliche, oltre 600 ricercatori e tre laboratori in attività di ricerca nei campi delle biostrutture e dei biosistemi – coordineranno il lavoro di 13 soggetti di cui altri tre sono italiani (l’università di Ferrara, l’Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena e un’azienda specializzata in Nanotecnologie la Scriba Nanotecnologie di Bologna) e gli altri provengono da Austria, Repubblica Ceca, Germania, Olanda, Francia e Finlandia che sarà presente col VTT Technical Research Centre, il centro pubblico di ricerca non universitaria più importante di tutto il nord Europa.

Il Professore Giuseppe Spoto, responsabile dell’Unità di Catania del Consorzio INBB e docente presso il Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università etnea che è il coordinatore del progetto ha commentato che “ULTRAPLACAD ha incontrato esattamente i criteri e gli standard di quello che è il più importante progetto di finanziamento mai realizzato a livello mondiale e che vede i due asset principali nella possibilità di industrializzare le attività di ricerca e di incidere positivamente nella vita delle comunità, prima scientifiche per la qualità e l’innovazione della ricerca e poi dei cittadini per gli output che si produrranno”. “È per questo – ha concluso il professor Spoto – che il nostro progetto ha ottenuto la massima valutazione possibile perché realizza una grande innovazione la cui applicabilità è immediata e inciderà notevolmente sul lavoro dei medici e sulla vita dei pazienti”. “È per me - ha continuato il professore Spoto - un grandissimo onore e, consentitemi, una grande soddisfazione ed un piccolo riscatto per un gruppo di ricerca che opera in una delle regioni del sud Italia e del sud Europa, più spesso nota per i suoi insuccessi che per i suoi successi in questi ambiti. L’impegno, il rigore e la passione per ciò che si fa possono consentire di raggiungere risultati di eccellenza, anche se si lavora in condizioni di oggettivo svantaggio rispetto ad altre realtà del Nord-Europa. Questa volta la Sicilia primeggia, in un ambito di ricerca di altissima competizione in Europa ”.

Il Dottor Pietro Ragni, Direttore del Consorzio INBB aggiunge: “questo successo arriva nel momento in cui INBB si appresta a celebrare il suo primo ventennale di attività ed è un’ulteriore dimostrazione del valore e della massa critica raggiunti in settori di avanguardia quali i biosensori per la salute e l’ambiente, la medicina traslazionale, la medicina rigenerativa e le cellule staminali. È per noi un nuovo punto di partenza verso futuri sviluppi del Consorzio e un riconoscimento del nostro impegno a favorire il rapporto fra le università consorziate con le imprese e con i network europei per ottenere risultati concreti nell’interesse dei cittadini”.

Dopo la due giorni di Catania del 6 e 7 maggio che ha rappresentato il momento di avvio del progetto e ha risolto la necessaria fase della pianificazione preventiva i diversi gruppi di lavoro porteranno avanti i vari compiti e obiettivi in cui si articoleranno questi 3 anni e mezzo di lavoro al quale sarà data massima visibilità e trasparenza anche tramite la costituzione di un sito internet dedicato che sarà on line nel corso del mese di maggio (http://www.ultraplacad.eu).

I finanziamenti concessi, che per il 29% andranno alle realtà italiane, sono mirati al pagamento del personale di ricerca e ai costi di infrastrutture e sono quindi una concreta possibilità di stabilizzazione nel medio periodo di personale di ricerca, oltre che un’opportunità per nuove assunzioni nei confronti di un capitale come quello umano troppo spesso costretto all’emigrazione.

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