Stretto di Messina: filmato squalo bianco di tre metri vicino alla spiaggia

Reggio Calabria, filmato squalo bianco femmina di oltre tre metri a pochi metri dalla spiaggia. Due pescatori diportisti hanno ripreso l'esemplare dalla loro barca 29/04/2024 - Lo Stretto di Messina è un habitat ideale per la riproduzione degli squali. E con l’avvicinarsi della stagione estiva è tempo di bagni. E per i più fortunati l'occasione di tuffarsi in mare è quanto mai vicina. Ma la recondita paura di vedersi galleggiare intorno una pinna a filo dell'acqua a volte riaffiora, è proprio il caso di dirlo, un pochino nella testa di tutti noi. Stavolta è accaduto davvero vicino la riva di Reggio Calabria, più precisamente nelle acque di fronte la località Pentimele, nella periferia Nord di Reggio, il 24 aprile 2024.   «Questo è uno squalo bianco», dicono meravigliati i pescatori mentre osservano ciò che accade dinanzi la loro barca”. Nelle immagini registrate si vede il pescecane girare nelle vicinanze della barca, forse a causa delle esche gettate in acqua, per poi ripr

TERMOVALORIZZATORE VALLE DEL MELA, IL SINDACO DI MILAZZO SPIEGA LA SUA POSIZIONE SUL REFERENDUM

Milazzo (Me), 27/10/2015 - In riferimento alla questione referendum per il termovalorizzatore alla Centrale Edi-power ed in particolare alla mancata adesione del Comune di Milazzo, il sindaco Giovanni Formica ha inteso chiarire la propria posizione con la nota allegata:
“Sono diverse le ragioni per le quali il referendum sul termovalorizzatore o inceneritore che dir si voglia rischia di complicare la situazione anziché di semplificarla. Intanto, un referendum consultivo si fa per consultare le popolazioni prima di prendere una decisione. Nel nostro caso 16 comuni si sono già espressi per il no con voti unanimi. La conseguenza immediata dell'indizione della consultazione, quindi, sarebbe quella di sospendere l'efficacia di quelle deliberazioni in attesa di conoscere la volontà popolare alla quale bisognerebbe adeguarsi anche quando fosse di segno opposto a quella già manifestata dagli organi collegiali. Un passo indietro, quindi, rispetto all'elaborazione ed all'attività degli ultimi anni. Ancora, la celebrazione del referendum, come di norma accade persino in materie assai importanti, porterà alle urne poche migliaia di persone rispetto al grande numero di aventi diritto.

È facile presumere che quanti andranno a votare esprimeranno in larghissima maggioranza contrarietà alla realizzazione dell'inceneritore, ma si aprirà la strada, come sempre accade in questi casi, ad un conflitto tra quanti invocheranno il risultato della consultazione e quanti, invece, faranno riferimento all'astensione assegnandogli il valore di scelta. Se, quindi, alle urne si recherà il 30% degli aventi diritto (previsione più che rosea), tutto il dibattito si sposterà sul 70% che avrà disertato il voto e ciascuno proverà ad attribuire agli astenuti una posizione affine alla propria con il risultato che una volontà che oggi è granitica grazie alla libera espressione degli organismi democraticamente eletti che, nell'esercizio del loro ruolo, si sono fatti interpreti della volontà popolare e si sono assunti per intero le responsabilità discendenti dal mandato ricevuto, sarà messa in dubbio ed in discussione da un risultato elettorale che alimenterà letture falsate ed interpretazioni fantasiose.

Credo che la soluzione vera ed unica alla chiusura della centrale termoelettrica sia la bonifica del sito che assicurerebbe il mantenimento dei livelli occupazionali ed anzi il loro incremento. Milazzo e la Valle del Mela hanno pagato e pagano un prezzo troppo alto all'industria pesante. I governi nazionale e regionale, negli anni, hanno dimostrato di non avere a cuore la rinascita di questo territorio. La dichiarazione di zona ad alto rischio di crisi ambientale, che avrebbe dovuto aprire la strada ad una stagione di risanamento del territorio, si è rivelata uno strumento industriale alla cui ombra si pensa ancora di poter fare qualunque cosa del nostro comprensorio. I comuni, insieme, possono invertire questa tendenza e disegnare con il contributo di tutti i cittadini un futuro diverso e migliore per le giovani generazioni.

Valorizzando la portualità, l'agricoltura di qualità, le bellezze naturali ed architettoniche del territorio, preservando tradizioni e cultura e trasformandole in opportunità di sviluppo. Non è impossibile, altri lo hanno fatto con grande successo. Questa battaglia è il primo vero appuntamento al quale le amministrazioni sono chiamate. Spero che prevalga il buonsenso e la collaborazione. C'è una speranza per la provincia di Messina e per i lavoratori. Dividersi, contrapporsi, guardare al proprio orticello, quale che esso sia, è il migliore dei modi per farla sfumare. Milazzo, per parte sua, ha già detto come la pensa e non servono ulteriori passaggi o conferme”.
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No al referendum: negato ai milazzesi il diritto a difendersi

Nota sul Patto referendario tra sei comuni dell'area AERCA e sul rifiuto di milazzo di prendervi parte; prossime azioni dei comitati no inceneritore del Mela

I nostri antenati dicevano “divide et impera”. Si sa, se l'umanità avese imparato dai propri errori, adesso vivremmo in una sorta di paradiso terrestre. Purtroppo però la tensione ad apprendere è molto più debole di quella che in psicologia si chiama coazione a ripetere. Di questa sindrome compulsiva sembra malato il primo cittadino di Milazzo, che non esita a chiamarsi fuori dal percorso verso il referendum sovra-comunale. Stamattina sul più letto quotidiano locale è possibile assaporare quello che, se fosse una cibo, assomiglierebbe a un polpettone avvelenato, servito al movimento ambientalista e all'intero fronte dei sei Sindaci, che lo scorso 22 ottobre hanno sottoscritto un Patto per l'indizione simultanea di referendum nei loro comuni, sulla questione inceneritore.

Partiamo dalle mistificazioni. Negli scorsi mesi ben 17 comuni hanno adottato delibere di Consiglio Comunale, alcuni anche di Giunta, in cui respingono l'ipotesi di impianti di incenerimento nel comprensorio. Questi atti esprimono la volontà di consessi democraticamente eletti e in maniera netta, è vero. Parlare, però, di “efficacia di quelle deliberazioni”, come il Sindaco Formica fa non è corretto. Nessuna di quelle delibere decide alcunché, esse enunciano solamente una volontà. Bisogna infatti ricordare che l'unico comune abilitato a partecipare in conferenza dei servizi per la concessione VIA-AIA all'inceneritore, è quello di San Filippo del Mela. Quelle delibere insomma sono un espressione consultiva dei consigli comunali, come un referendum sarebbe una espressione della volontà dei cittadini. Di fronte alla mancanza di decisorietà di ambedue gli strumenti, quale peserebbe di più sul tavolo di Crocetta o di Renzi, uno votato da trenta rappresentanti (come nel caso del consiglio comunale di Milazzo) o uno votato da 30 mila o più cittadini?

Le parole stanno a zero. Mettere insieme tutti i comuni del comprensorio, ma soprattutto i cittadini per il cui servizio esistono le istituzioni, è incontestabilmente il primo passo verso una gestione concertata del polo industriale. Non è più accettabile che sugli effetti dell'industria pesante e sui gravi danni sanitari, sociali ed economici che ne derivano, esistano delle asimmetrie di potere decisionale, per cui alcuni comuni, come Milazzo ad esempio, abbiano più peso di altri. Un panorama fatto di parcellizzazione delle competenze e asimmetria di poteri è il mare caldo e calmo in cui sguazzano gli squali, pronti a divorare il futuro dei cittadini elargendo fondi qua e la, sotto forma di compensazioni o di sponsorizzazioni. Su questo concorda anche il Sindaco Formica, come dichiara nell'articolo riportato sotto. Ebbene, visto che nel merito si può entrare solo giudicando i fatti, al Sindaco chiediamo che convochi subito gli altri sindci dal comprensorio, per iniziare a discutere di tutta la materia ambientale a cominciare dall'inceneritore, passando per la raffineria, arrivando alla mancanza dei piani di evacuazione, al posizionamento dei serbatoi vicino alle case, alla becera questione delle sponsorizzazioni. Proprio a Milazzo una lunga serie di sponsorizzazione targate RAM ammorbano le coscienze e impediscono la serenità del dibattito pubblico. Rimane nella memoria di tutti il recente spettacolo di Nino Frassica, pagato proprio dalla raffineria, che, fuori da ogni dubbio, dev'essere stato così coinvolgente da placare gli animi dell'ambientalismo mamertino curiosamente afasico sul punto.

Analisi di scenario. Indubbiamente il comunicato stampa del sindaco di Milazzo rappresenta un grave impedimento al percorso di coordinamento delle competenze sul polo industriale tra i comuni del comprensorio, cui il Patto dei Sindaci pro referendum ha dato impulso. Cui prodest- è la domanda, a chi giova? L'Avvocato Formica è un dirigente di rilievo del Partito Democratico isolano. Il partito democratico è al momento il partito degli inceneritori. Se discrasie ci sono, al suo interno, riguardano il numero degli inceneritori da realizzare in Sicilia. Sei, sostiene Crocetta, due vorrebbe il governo del mai eletto Renzi. In tale contesto, il rifiuto di uno strumento potentissimo, la volontà popolare, può di fatto indebolire la possiblità di fermare l'inceneritore. D'altro canto, si tutela la propria immagine di fronte all'opinione pubblica, utilizzando come paravento la delibera di Consiglio Comunale, che esprime una volontà ferma ma non decide nulla.

È utile riproporre la domanda: sarebbe ugualmente facile per Renzi o Crocetta ignorare decine di migliaia di voti a meno di un anno dalle elezioni regionali? E ancora, rimarrebbe inerte il segretario del PD se un dirigente del suo partito si opponesse davvero alla costruzione di uno degli inceneritori più grandi d'Europa? Ovviamente il modo per fugare le diffidenze è sempre dato, basterebbe che il sindaco Formica e tutti gli eletti in quota PD scrivessero al segretario dicendo di prodigarsi perché il mega-inceneritore del Mela non veda mai la luce, perché il decreto-sblocca Italia e in particolare l'art. 35 non venga mai attuato e perché i sei inceneritori di Crocetta rimangano solo il delirio di un governo regionale farsescamente avvinghiato alle poltrone. Per completare il quadro si aggiunga che che A2A teme il referendum, come traluce dai recenti interventi sulla stampa.

Dritti verso il referendum. I comitati No Inceneritore del Mela sostengono con forza l'idea del referendum. Le associazioni che ne fanno parte, ossia il Comitato Arci Territoriale Messina, le Mamme per La Vita, l'Associazione Terramare Sicilia, l'Associazione Luciese Salute e Ambiente, l'associazione Terramare Sicilia, lavorano insieme a Zero Waste Sicilia per estendere il fronte referendario a tutti i comuni del comprensorio, che inevitabilmente in un raggio in linea d'area di 30 km da Archi sarebbero colpiti dagli effetti devastanti dell'incenerimento di rifiuti. La vittoria della Valle del Mela sul Carbone nel 1989 e la vittoria del referendum per l'acqua pubblica nel 2011 sono forse tra i pochi esempi della storia recente che difendono l'onorabilità della repubblica nata dalla resistenza dalla melma cui gran parte del personale politico giornalmente la costringe. Le due date testimoniano che quando sono le persone normali a decidere, scelgono sempre la strada giusta, quella della difesa della propria vita, della cacciata dei mercanti dal tempio. Si scrive referendum, si legge democrazia.

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