Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

EVASIONE, EURISPES: FENOMENO DI MASSA. SOMMERSO È 540 MILIARDI, UN TERZO DEL PIL

01/02/2016 - Non sono d'accordo con i dati pubblicati da Eurispes perché non tengono conto di alcuni elementi importanti. Primo fra tutti, l'economia italiana per l'80% è nelle mani di grandi gruppi, posizionati (come giro d'affari) oltre gli € 5.000.001,00. Essendo oltre tale soglia non sono soggetti agli studi di settore. Non essendo soggetti a tale strumento, come tutti gli altri operatori, la maggior parte di loro se ne vanno a pareggio di bilancio o con pochi euro di utile da sottoporre a tassazione in Italia.
A tal proposito vi allego un documento redatto nel 2010. Eccolo, questa è una sintesi
Nel sistema economico del nostro paese c'è una esagerata evasione fiscale, ed è bene individuabile. Ciò è riconducibile alle grandi imprese, grandi società di consulenza e grandi società di revisione (quelle che superano € 5.000.000,00 di giro di affari che strumentalmente hanno rapporti con l'estero), che hanno in mano la gran parte degli scambi economici in tutti i settori dell'economia e della consulenza nel nostro Paese.

Paradossalmente sono quelle che risultano, dal punto di vista contabile amministrativo le più corrette, impeccabili e con i bilanci certificati da grandi Società di Revisione internazionale. A conferma di ciò vi sono i costanti controlli fiscali che non producono mai risultati di rilievo.
Purtroppo questi grandi gruppi non producono mai o quasi mai reddito da sottoporre a tassazione (*) (IRES per la società, IRPEF per le persone fisiche), mirano sempre al pareggio di bilancio o con pochissimo utile, malgrado detengano la gran parte della economia sotto il loro dominio.

Quale sarà il mistero di ciò? Nessun mistero, è sotto gli occhi di tutti qualora si volesse vedere; purtroppo non si vuole vedere, perché chi fa le norme in questo paese obbedisce alla logica dei padroni del Feudo Italia. (*)
Esempio, tornando ai soggetti che superano € 5.000.000,00 di giro d'affari, basterebbe applicare gli Studi di Settore anche a loro, mettendo tutte le imprese a competere sullo stesso piano. Il non avere applicato gli Studi di Settore a tutti i soggetti, ha fatto sì che si distruggessero le piccole imprese, di conseguenza la distruzione del sistema produttivo italiano.(*)
Ripeto, un esempio usato in diverse occasioni, 100 produttori di un certo prodotto, alimentare, siderurgico, edilizio, consulenza, di piccolo credito e assicurativo, ecc, ecc, con volume d'affari mediamente di € 300,000,00 ciascuno, e comunque inferiore a € 5.000.000,00 quindi soggetti agli Studi di Settore che devono obbligatoriamente produrre reddito (almeno che non abbiano subito una catastrofe: incendio/alluvione).

Un'altra impresa con € 30.000.000,00 di giro di affari (quindi non soggetta agli Studi di Settore) si può permettere di andare in pareggio di bilancio (*) o con pochi euro di utile, senza pagare alcunché di IRES, risultando inattaccabile fiscalmente. Quel che è peggio con questo modo di agire hanno fatto fallire tutte le aziende sottoposte agli Studi di Settore loro concorrenti che pagavano le tasse nel nostro Paese. (*)
L'esempio vale per tutti settori merceologici e professionali.

Francesco Caizzone

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