Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

"GUARDA GUARDA QUANTE STELLE, FILASTROCCHE PER VIVERE PER SEMPRE FELICI E CONTENTI, MA FINO A UN CERTO PUNTO" DI MIMMO MÒLLICA

"Guarda guarda quante stelle, Filastrocche per vivere per sempre felici e contenti, ma fino a un certo punto" di Mimmo Mòllica (Amazon)
22/02/2016 - I bambini sono sinceri, gli adulti non più. Noi adulti siamo più veloci, sappiamo già guidare l’ automobile e abbiamo la patente di guida. I bambini no. Noi adulti siamo più alti e i bimbi sono ancora più bassi. Sono queste alcune differenze tra adulti e bambini. Ma la velocità e la statura si acquisteranno quando, molto probabilmente, si sarà persa la sincerità. Qualche anno in più non basta a fare la differenza, a sancire l’incolmabile distanza tra bambini e adulti? La vera distanza è la memoria.
“Mandare a mente La vispa Teresa, ma anche la formazione della Roma o i nomi dei domestici dei tre moschettieri. Perché Internet non può sostituirsi alla conoscenza né il computer al nostro cervello”, scriveva il grande semiologo e scrittore Umberto Eco al nipotino, con una riflessione sulla tecnologia e un consiglio per il futuro.
“Vorrei soffermarmi su una sola raccomandazione, che sarai in grado di mettere in pratica anche ora, mentre navighi sul tuo iPad, né commetterò l’errore di sconsigliartelo, non tanto perché sembrerei un nonno barbogio ma perché lo faccio anch’io". (…)

“Ma non è di questo che volevo parlarti, bensì di una malattia che ha colpito la tua generazione e persino quella dei ragazzi più grandi di te, che magari vanno già all'università: la perdita della memoria". (…) “La memoria è un muscolo come quelli delle gambe, se non lo eserciti si avvizzisce e tu diventi (dal punto di vista mentale) diversamente abile e cioè (parliamoci chiaro) un idiota. E inoltre, siccome per tutti c’è il rischio che quando si diventa vecchi ci venga l’Alzheimer, uno dei modi di evitare questo spiacevole incidente è di esercitare sempre la memoria. Quindi ecco la mia dieta. Ogni mattina impara qualche verso, una breve poesia, o come hanno fatto fare a noi, La Cavallina Storna o Il sabato del villaggio. E magari fai a gara con gli amici per sapere chi ricorda meglio. Se non piace la poesia fallo con le formazioni dei calciatori, ma attento che non devi solo sapere chi sono i giocatori della Roma di oggi, ma anche quelli di altre squadre, e magari di squadre del passato". (…)
“Sembra un gioco (ed è un gioco) ma vedrai come la tua testa si popolerà di personaggi, storie, ricordi di ogni tipo", scriveva Umberto Eco.

Gli adulti non abbiamo, forse, più bisogno di sviluppare il linguaggio e il ritmo, attraverso rime, filastrocche e poesie? Come i bambini non abbiamo bisogno di sviluppare o allenare la memoria? Non abbiamo bisogno di divertirci ed essere divertenti? Abbiamo perso il diritto al gioco?
Le filastrocche servono a tutto ciò, servono alla mente e allo spirito, aiutano a scacciare paure e timori, a coltivare lo spirito e la morale (ma pure il morale).
Tutto ciò è inutile per gli adulti, non serve più?
Non è così. Tanto i bambini quanto gli adulti hanno bisogno di imparare dalle filastrocche e dalle fiabe, attraverso le rime e le poesie, di recitarle e sentirle recitare, perché (tutto ciò) è nutrimento per lo spirito e per l’anima, per la mente e per la stessa ragione.

Genitori e figli assieme possono reciprocamente aiutarsi ad affrontare la vita; insegnare ai propri bambini filastrocche celebri o originali può aiutare ad abbassare la distanza dell’età, a stimolare e allenare la memoria, tanto nel bambino quanto nell'adulto. Non è necessario essere bambini per avere diritto alle filastrocche e non è indispensabile che il bambino sappia già parlare o leggere per recitargli una filastrocca, perché il suo sviluppo cognitivo può solo averne grande beneficio sin dai primi momenti di vita. Così come grande beneficio può averne l’adulto, sia in termini mnemonici che sentimentali.

"La memoria è l'anima", Umberto Eco se n'è andato e nessuno di certo lo dimenticherà!

Mimmo Mòllica
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