Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

PORTA A PORTA, RIINA JR. VESPA: "DA MONSIGNOR GALANTINO MI SAREI ASPETTATO PIÙ CAUTELA"

Rai, Porta a Porta con Riina jr. Bruno Vespa si difende dalla Cei: "Da una personalità come monsignor Galantino mi sarei aspettato maggiore cautela"
ROMA, 9 aprile 2016 - "Da una personalità come monsignor Galantino mi sarei aspettato maggiore cautela". Il giorno dopo le critiche del segretario generale della Cei alla discussa puntata di Porta a Porta con Riina jr (servono "giornalisti intelligenti, non inginocchiati"), Bruno Vespa si dice "stupito" e replica: monsignor Galantino sostiene che "non verrebbe a sedersi su quella sedia. Su quella sedia non si è seduto nemmeno Salvo Riina perché è stato intervistato a Padova. Insomma, se un sacerdote decide di scomunicare un peccatore, almeno dovrebbe conoscere i peccati". Il giornalista incassa però il sarcasmo di Beppe Grillo: "L'intervista ha messo in crisi tutti i figli dei mafiosi: pensate al figlio di Messina Denaro, sgridato da padre per non essere andato anche lui in tv". E le critiche di Roberto Saviano: "Il non detto di quell'intervista, di cui penso che Vespa non si sia neanche accorto, è gravido di informazioni che Riina Jr ha dato a chi deve capire", dice l'autore di Gomorra a Tv Talk. Il figlio del 'Capo dei capi' "ha voluto parlare a pezzi della vecchia Cosa Nostra, a pezzi della società dell'antimafia, a pezzi della nuova mafia e anche a un pezzo di Stato che avrà capito benissimo cosa voleva dire". Riina jr, insiste lo scrittore, "ha fatto capire che la vecchia mafia, con i codici e le regole di una volta, non esiste più. Ma rivendica che la loro era la vera mafia". Prima in una lettera aperta al Corriere della Sera, poi nell'intervento a un seminario a Taranto, Vespa ribadisce oggi il suo punto di vista: "Tutti i capi mafia sono stati intervistati. Biagi ha intervistato Luciano Liggio e Sindona.

Joe Marrazzo ha intervistato Piromalli e Cutolo. Non hanno risparmiato nessuno". Il conduttore di Porta a Porta prova a minimizzare anche la questione della liberatoria, firmata da Salvo Riina dopo l'intervista e non prima, come normalmente accade. "Tutti firmano la liberatoria prima perché noi facciamo una 'diretta differita'. Nel caso di un'intervista registrata io teoricamente potrei fare dei tagli, ma è andata in onda l'intervista integrale. Come gli avvocati hanno rivisto parola per parola le interviste al Corriere della Sera e a Oggi prima di dare l'autorizzazione, lui che veniva per la prima volta in tv ha chiesto di rivedere quello che aveva detto". Le modalità con cui è stata concessa la liberatoria restano comunque uno degli aspetti dell'ospitata del figlio del boss di Cosa Nostra su cui vuole fare chiarezza la commissione di Vigilanza: mercoledì sono attesi a San Macuto non solo il direttore di Rai1, Andrea Fabiano, ma anche il direttore editoriale Carlo Verdelli che ha dato il suo via libera alla messa in onda. (ANSA)
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Bruno Vespa su intervista Salvo Riina, figlio di Totò Riina il capo dei capi della mafia, condannato a sua volta per associazione mafiosa.

“Ciascuno spettatore si farà una sua libera opinione, anche grazie al dibattito che seguirà all’intervista e al quale parteciperanno tra gli altri il tenente Schifani, figlio di Vito Schifani che era uno degli agenti di scorta di Falcone, morto nella strage di Capaci e un brillante fondatore di una delle più importanti associazioni anti-pizzo.

Abbiamo intervistato il figlio di Totò Riina perché per la prima volta avremo il ritratto della vita della più importante famiglia mafiosa italiana vista dall’interno, con il racconto di 24 anni di latitanza pressoché indisturbata, la copertura totale dei familiari, la solidarietà diffusa del proprio ambiente. Un ritratto sconcertante, certo, ma per combattere la mafia – che gode tuttora di protezioni diffuse – bisogna conoscerla bene e, a nostro avviso, per conoscerla bene sono utili anche interviste come quella che vedremo tra poco.”

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