Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

VILLA PICCOLO: NON CERCHIAMO DENARI MA OFFRIAMO PROGETTUALITÀ

Risposta del CdA della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella all’assessore regionale ai Beni Culturali, Carlo Vermiglio
20 aprile 2016 - Signor Assessore, non vogliamo mancarLe di rispetto affermando che Lei non capisce ma la preghiamo di avere altrettanto rispetto per noi, per quello che diciamo e per quello che rappresentiamo. Abbiamo scritto e detto in ogni sede che non “cerchiamo denari” ma offriamo progettualità. Il Suo comunicato di ieri sera, in cui informa che finalmente, a tanti mesi di distanza, è stato emanato un decreto (non si comprende bene per decretare cosa, visto che si tratta di un incasso dovutoci iure privatorum e non di un finanziamento pubblico), al fine di consentirci, un giorno, di ottenere quanto è nel nostro diritto.
Infatti, i soldi sono stati incassati dalla Regione grazie ad una mostra da noi organizzata e il Suo decreto, guarda caso datato solo ieri, dimostra che è arrivata al Suo assessorato solo l’eco delle nostre proteste ma non il contenuto delle nostre proposte.
Noi pretendiamo rispetto!
Le evidenziamo, come dovrebbe ben sapere, che c'è una legge in vigore nella Regione che Lei amministra: è la legge Regionale n.51 del 1995.

In quel provvedimento sono indicate quattro istituzioni culturali, tra cui la Fondazione Piccolo, evidentemente ritenute meritevoli di un provvedimento ad hoc, destinatarie di previsioni legislative da anni regolarmente disapplicate dalla Regione Siciliana.
Orbene Signor Assessore, secondo il principio di legalità conosciuto a casa nostra, le Leggi si applicano o si abrogano. Non si ignorano. I suoi Uffici, da anni conoscono la problematica; abbiamo inviato numerose missive a proposito. Tutte regolarmente rimaste senza riscontro, con le quali sollecitavamo sostanzialmente l'applicazione di quelle norme.
Si faccia dare il carteggio dai Suoi solerti funzionari o, se lo ritiene, glielo possiamo fare avere noi.
Solo dopo che sarà sciolto questo nodo potremo decidere tutti insieme il futuro per la "casa del Gattopardo", per quella Villa Piccolo che vuole continuare a rappresentare un faro di civiltà, bellezza, cultura e legalità per la nostra Sicilia.

Restiamo in attesa.
Con i migliori saluti.

Giuseppe Benedetto
Aurelio Pes
Andrea Pruiti Ciarello
Alberto Samonà

CdA Fondazione Piccolo

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