Centro di cardiochirurgia pediatrica di Taormina: chiarezza e mantenimento del presidio

La Cisl Messina vicina alla protesta dei genitori del CCPM,  Centro di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale San Vincenzo di Taormina . Alibrandi: “Mercoledì in Commissione Sanità chiederemo chiarezza e il mantenimento del presidio”. Messina, 15 giugno 2025 - Vicinanza della Cisl Messina ai familiari dei piccoli pazienti del CCPM di Taormina che hanno avviato la mobilitazione in vista della scadenza della proroga. “Da diverso tempo stiamo lavorando per chiedere una deroga per il Centro di Taormina - afferma il segretario generale Antonino Alibrandi - sappiamo che non è facile ma abbiamo fiducia, per questo abbiamo chiesto ed ottenuto per mercoledì prossimo la convocazione da parte della Commissione Sanità dell’Ars. Chiederemo chiarezza e, con forza, il mantenimento del reparto all’ospedale San Vincenzo di Taormina, fondamentale per la continuità e la cura dei pazienti che trovano professionalità nei medici e nel personale sanitario ma anche sostegno in un percorso part...

TUMORE ALLA PROSTATA: I PRIMI DATI DELLO STUDIO PROS-IT

Esposti durante l’Investigators Meeting del progetto, coordinato dall’Istituto di neuroscienze del Cnr e realizzato con il grant incondizionato di Takeda Italia, i risultati finora raccolti. Il progetto mira a individuare gli aspetti sui quali lavorare per perfezionare le cure e garantire una migliore qualità di vita ai pazienti colpiti da questa forma di cancro, che interessa un quinto della popolazione maschile

Roma, 30 giugno 2016 - Il tumore della prostata è tra i più diffusi nella popolazione maschile (20%) e conta circa 36.000 nuovi casi l’anno in Italia. Per monitorarlo in chiave epidemiologica, la sezione Invecchiamento dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) di Padova ha promosso lo studio 'Pros-It' (Prostata Italia), con il grant incondizionato di Takeda Italia. Il progetto, della durata di tre anni (da settembre 2014 a settembre 2017), vuole fotografare la situazione nel nostro Paese, attraverso il coinvolgimento di 97 centri specialistici (51 di Urologia, 39 di Radioterapia, 7 di Oncologia) su tutto il territorio nazionale e l’arruolamento di pazienti che hanno avuto diagnosi di questa forma di cancro. Per fare il punto sui risultati raggiunti e discutere delle prospettive future, si è svolto a Roma presso la sede centrale del Cnr un 'Investigators Meeting'.

“Pros-It è il primo studio epidemiologico, multicentrico e multispecialistico di monitoraggio del profilo di cura del tumore della prostata in Italia e mira a valutare caratteristiche cliniche, demografiche e protocolli di terapia, per individuare i fattori su cui lavorare per migliorare la qualità di vita del paziente”, spiega Gaetano Crepaldi, professore emerito di Medicina interna dell’Università di Padova e ricercatore associato dell’In-Cnr, responsabile scientifico del progetto. “Lo studio coinvolge complessivamente 1.714 uomini con un’età media alla prima diagnosi poco superiore ai 68 anni. Il loro stato complessivo di salute alla diagnosi è risultato buono e sostanzialmente sovrapponibile a quello della popolazione generale”.

“Meno del 9% dei soggetti arruolati, in fase di diagnosi di questa forma tumorale, ha scelto una struttura ospedaliera esterna rispetto alla propria area di residenza”, precisa Marianna Noale, biostatistico dell’In-Cnr. “Tuttavia, mentre appena l’1% di pazienti in regioni del Nord Italia è stato arruolato in strutture del Sud, quasi il 14% di quelli residenti al Sud si è rivolto a strutture dell’Italia settentrionale”.

Il primo follow-up, a 6 mesi dalla diagnosi, evidenzia una buona aderenza al progetto. “Oltre l’85% dei pazienti arruolati sono stati ricontattati e rivisitati dai medici che partecipano allo studio”, continua Stefania Maggi dell’In-Cnr, coordinatore del progetto. “Inoltre, meno della metà del campione viene sottoposto a trattamento chirurgico, oltre il 40% a radioterapia, il 24% a ormonoterapia e percentuali più basse ad altri trattamenti quali costante e regolare osservazione e brachiterapia, forma di radioterapia in cui la sorgente è collocata all'interno o vicino alla zona da trattare. I risultati fin qui raggiunti evidenziando la correttezza della scelta del Cnr di coinvolgere nel progetto un team multidisciplinare, con urologi, radioterapisti e oncologi, in modo da individuare, sulla base dei dati, gli aspetti su cui lavorare per migliorare il profilo di cura e la qualità di vita del paziente”.

Anche Angelo Porreca, primario urologo del Policlinico di Abano Terme, uno tra i centri partecipanti al progetto, si sofferma sull’importanza della qualità di vita dei pazienti coinvolti nel progetto: “Pur restando primario l’obiettivo di massimizzare la sopravvivenza dei pazienti, negli ultimi anni l’attenzione degli specialisti si è rivolta sempre più alla considerazione dell’impatto di ciascuna terapia sulla qualità di vita, sia in generale, sia sulle funzioni specifiche (urinarie, intestinali e sessuali). Ad esempio, in caso di malattia poco aggressiva alla diagnosi, con una storia naturale lenta e facile da curare, dovremo considerare terapie che non alterino troppo il benessere del paziente”.

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