Castelvetrano sia ricordata per il filosofo Giovanni Gentile non per Matteo Messina Denaro

Conte a Castelvetrano: "La città sia ricordata per il filosofo Gentile non per Matteo Messina Denaro. Alfano ha fatto tanto nonostante il dissesto”. 31/05/2024 - “La città deve essere ricordata per le cose belle non per quelle brutte, deve essere riconosciuta per il filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, e non per Matteo Messina Denaro”. Lo ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte oggi a Castelvetrano, una delle sue otto tappe siciliane, al fianco di Giuseppe Antoci, capolista Isole alle europee per il M5S, e degli altri candidati Cinque alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Di Enzo Alfano, il sindaco 5 Stelle di Castelvetrano uscente, Conte ha evidenziato: “Sono stai anni difficili per lui. Quando c'è un dissesto finanziario un sindaco ha le mani legate e bisogna tenerne conto, altrimenti non si riesce a capire i miracoli i che ha fatto avendo le mani legate. Qui c'è stata un'amministrazione che ha contrastato il malaffare, qualsia

INPS, IOCCA NON A CONOSCENZA DI INDAGINI SUL PROPRIO CONTO COME RIFERITO DA “REPORT”

Roma, 8 novembre 2016 - Con riferimento a quanto affermato nel corso della puntata di “Report” andata in onda il giorno 7 novembre 2016, il Presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps, Dott. Pietro Iocca, dichiara di non essere a conoscenza di indagini sul proprio conto da parte della Procura di Nocera Inferiore.

REPORT PUNTATA DEL 07/11/2016
LO STATO DEI CONCORSI
Collaborazione di Carla Rumor e Ilaria Proietti

Per diventare dirigente nella pubblica amministrazione si deve fare un concorso, lo dice la Costituzione. Lo ribadiscono a Report anche il viceministro all’Economia, Enrico Zanetti, e il Presidente dell’Anac Raffaele Cantone. Eppure da anni le agenzie fiscali sono piene di dirigenti “incaricati”, che il concorso non l’hanno mai fatto. A sanare la loro posizione sono stati nel tempo i governi di turno, chehanno lanciato ai dirigenti ciambelle di salvataggio varando leggi e decreti che consentivano di conservare gli incarichi per un periodo limitato. Ma poi questo sistema è diventato la regola, finché la Corte Costituzionale nel 2015 ha sentenziato: queste leggi sono incostituzionali e dunque gli incarichi ai dirigenti sono illegittimi. All’Agenzia delle entrate su 1.100 dirigenti gli incaricati erano 767, e il direttore Rossella Orlandi li ha dovuti retrocedere.

Oggi i concorsi son tutti bloccati dai ricorsi ai tribunali amministrativi e adesso anche dalle indagini giudiziarie. All’Agenzia delle Dogane ne avevano indetto uno nel 2013, per 69 dirigenti. Ma poi sono saltate fuori carte truccate: Giovanna Boursier ha intervistato in esclusiva un dirigente che con altri ha truccato una Gazzetta Ufficiale inserendo, al posto delle pagine normali, i temi d’esame. Anche nella Polizia i concorsi non funzionano: per esempio il ministero dell’ Interno ne ha indetto uno nel 2014, per 1.400 viceispettori, ma appena dieci giorni fa il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha dovuto sostituire la vecchia commissione d’esame. Intanto la ministra Madia sta varando la riforma della pubblica amministrazione, ma anche qui il parere del Consiglio di Stato non è del tutto positivo. All’Inps invece Tito Boeri sta provando a riformare la dirigenza, ma a bloccarlo sono gli stessi vecchi dirigenti che vorrebbe tagliare. Tra coloro che lo contrastano di più c’è anche il dg che aveva scelto lui stesso: Massimo Cioffi, che da capo del personale Enel non avrebbe versato quaranta milioni di contributi all’Inps.

Pochi giorni fa è stato approvato il decreto fiscale che porterà all’abolizione di Equitalia. Il nuovo ente cambierà nome e sarà interamente controllato dall’Agenzia delle entrate. Al momento, però, a parte il cambio di denominazione non sembrano esserci altre novità sostanziali. Le norme che regolano le modalità di riscossione, definite “vessatorie” dal premier Renzi, rimangono invariate e così gli interessi e l’aggio, la tassa fissa che paghiamo a Equitalia. Ci sarà invece una “rottamazione” delle sanzioni che rischia però di avvantaggiare soltanto un numero ristretto di ricchi evasori. In alcuni casi, aderendo alla rottamazione, si potrebbe persino pagare più di quanto si dovrebbe oggi. Le sanzioni, inoltre, verranno abolite solo per le cartelle degli ultimi dieci anni. Stando a quanto c’è scritto oggi nel decreto, per il futuro rimane tutto così com’è

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